Выбрать главу

— Tu sei un milionario e così i tuoi amici. Non puoi ottenere un campione significativo dell’opinione popolare bazzicando tra i milionari. E poi non sei neppure l’ebreo tipico, Bob. L’hai detto tu stesso: sei sefardita, sei latino e i sefarditi sono un’élite, una minoranza dentro la minoranza, una piccola casta aristocratica che ha molto poco in comune con la signora Goldstein e il signor Rosemblum. Quinn potrebbe perdere le simpatie di cento Rosemblum al giorno e la notizia non arriverebbe al tuo gruppo di Spinoza e Cardozo finché non lo leggono sul giornale. Ho ragione?

Stringendosi nelle spalle, Lombroso rispose: — Qualcosa di vero c’è. Ma mi pare che siamo usciti dal seminato, no? Qual è il tuo problema, Lew?

— Voglio avvertire Quinn di non fare quel discorso, oppure di lasciar perdere le battute. Ma Carvajal non mi lascia dire una sola parola.

— Non ti lascia?

— Dice che il discorso è destinato ad avere luogo come lui l’ha percepito, e insiste perché io lasci che le cose vadano come devono andare. Se faccio qualcosa per impedire a Quinn di fare ciò che il suo copione prevede per quel giorno, Carvajal ha minacciato di rompere i rapporti con me.

Lombroso, con l’espressione turbata e lugubre, misurò a passi lenti e circolari l’ufficio.

— Non so cosa sia più folle: credere che Carvajal possa leggere il futuro o temere che si vendichi di te se riferisci la sua previsione a Quinn.

— Non è una previsione. È una vera e propria visione.

— Lo dici tu.

— Bob, più di qualunque altra cosa, io voglio che Quinn arrivi alle cariche più alte di questo paese. Non ho nessun diritto di tenergli nascosti dei dati, specialmente ora che ho trovato una fonte unica come Carvajal.

— Carvajal può essere semplicemente…

— Ho fiducia completa in lui! — esclamai, con una foga che mi sorprese, perché fino a quel momento avevo avuto delle perduranti incertezze sulle facoltà di Carvajal e adesso credevo ciecamente alla loro validità. — Non posso correre il rischio di rompere i rapporti con lui.

— Allora parla a Quinn di quel discorso. Se Quinn non lo pronuncia, come farà Carvajal a sapere che sei tu il responsabile?

— Lo saprà.

— Possiamo annunciare che Quinn è ammalato. Possiamo anche farlo ricoverare a Bellevue quel giorno per un controllo generale. Possiamo…

— Lo saprà.

— Allora possiamo suggerire a Quinn di andare adagio con certi commenti che potrebbero essere interpretati come antisionisti.

— Carvajal saprà che sono stato io.

— Ti ha preso proprio per la gola, vero?

— Non voglio correre il rischio di rovinare tutto.

— E allora non farlo. Lascia che il discorso venga fatto come previsto, se hai tanta paura di offendere Carvajal. Qualche spiritosaggine non può provocare un danno eterno, ti pare?

— Ma non porterà neanche dei vantaggi.

— Non sarà poi un gran danno. Abbiamo due anni prima che Quinn si ripresenti alle elezioni. Può fare cinque pellegrinaggi a Tel Aviv in questo periodo, se è necessario — Lombroso mi venne più vicino e mi mise una mano sulle spalle.

La sua vicinanza, la forza della sua personalità possente e vibrante mi schiacciava. Con grande calore e intensità chiese: — Stai bene in questo periodo, Lew?

— Cosa vuoi dire?

— Mi preoccupi. Questa mania di vedere il futuro. Tutta questa eccitazione per uno stupido discorso. Forse hai bisogno di un po’ di riposo. So che ultimamente sei stato sottoposto a un’eccessiva tensione e…

— Tensione?

— Sundara. Non è necessario fare finta che io non sappia cosa sta succedendo.

— Le cose non vanno bene con Sundara, d’accordo. Ma se pensi che le attività pseudoreligiose di mia moglie abbiano influito negativamente sul mio metro di giudizio, sul mio equilibrio mentale, sulla mia abilità come membro dello staff del sindaco…

— Stavo solo dicendo che forse sei molto stanco. Quando si è stanchi, ci si preoccupa di un sacco di cose, non tutte reali, e le preoccupazioni ci stancano ancora di più. Rompi la routine, Lew. Vai in Canada per, diciamo, un paio di settimane. Un po’ di pesca, di caccia e diventerai un uomo nuovo. Un mio amico ha una proprietà vicino a Banff, un bel pezzo di terreno di mille ettari tra le montagne, e…

— Grazie, ma sono più in forma di quanto tu non pensi. Mi dispiace di averti fatto perdere del tempo.

— Non è stata affatto una perdita. È importante che impariamo a dividere le nostre difficoltà. Per quello che ne so, Carvajal vede nel futuro. Ma è una cosa difficile da mandare giù per un uomo razionale come me.

— Supponi che sia vero. Che cosa consigli di fare?

— Supponendo che sia vero, penso che sarebbe meglio non fare niente che possa irritare Carvajal. È nel nostro interesse spillargli delle altre informazioni, e quindi non dovresti rischiare una rottura con lui per una cosa di così poca importanza come le conseguenze di questo discorso.

Annuii.

— Anch’io la penso così. Allora non parlerai a Quinn di ciò che dovrebbe dire o non dire all’inaugurazione della Banca?

— No, naturalmente.

Mi accompagnò verso la porta. Tremavo, sudavo e dovevo avere uno sguardo allucinato. Ma non riuscii a stare zitto.

— E non dirai in giro che do i numeri, vero, Bob? Perché non è vero. Può darsi che sia sull’orlo di un tremendo sconvolgimento della coscienza, ma non sto diventando matto. Davvero, Bob, non sto diventando matto — urlai quasi, e in modo così veemente da suonare poco persuasivo anche alle mie orecchie.

— Continuo a pensare che potresti prenderti una breve vacanza. Ma, comunque, stai tranquillo, non metterò in giro la voce di un tuo imminente ricovero in manicomio.

— Grazie, Bob.

— Grazie per essere venuto da me.

— Non mi sarei fidato di nessun altro.

— Andrà tutto bene. Non ti preoccupare di Quinn. Controllerò se comincia davvero ad avere dei guai con la signora Goldstein e il signor Rosemblum. Tu, intanto, potresti fare qualche sondaggio nel tuo reparto — mi strinse la mano. — Riposati, Lew. Concediti un po’ di riposo.

21

E così feci in modo che la profezia si realizzasse pur avendo avuto il potere d’impedirla. Ma l’avevo avuto davvero? Avevo rifiutato di mettere alla prova l’ostinato determinismo di Carvajal. Era come un’ammissione di colpevolezza, la mia. Quinn avrebbe parlato all’inaugurazione della Banca. Quinn avrebbe raccontato le sue stupide storielle su Israele. La signora Goldstein avrebbe brontolato; il signor Rosemblum avrebbe imprecato. Il sindaco si sarebbe fatto dei nemici superflui; il “Times” avrebbe avuto una storia piccante; noi ci saremmo messi al lavoro per riparare al danno; Carvajal avrebbe avuto ragione ancora una volta. Sarebbe stato così facile intervenire, direte voi. Perché non mettere alla prova il sistema? Vai a vedere il bluff di Carvajal. Be’, non l’avevo fatto. Ne avevo avuto la possibilità, ma aveva vinto la paura, come se per qualche segreta ragione sapessi che le stelle sarebbero sprofondate nel caos se fossi intervenuto nel corso degli eventi. Così mi ero arreso alla pretesa inevitabilità della cosa senza neppure lottare. Ma avevo davvero rinunciato così facilmente? Ero mai stato veramente libero di agire? Non era anche la mia resa, forse, parte dell’immutabile copione eterno?

22

Tutti hanno questa dote naturale, mi aveva detto Carvajal.

Pochissimi sanno usarla. Aveva parlato di un tempo in cui anch’io sarei stato capace di “vedere”. Non “se” ma “quando”.

L’idea mi terrorizzava ed esaltava. Guardare nel futuro, non dover lottare contro l’imprevisto e il caso, oltrepassare le imprecisioni nebbiose del metodo stocastico per approdare alla certezza assoluta, sì, sì, sì, era fantastico, ma quanto sgomento incuteva! Spalancare quella porta buia, scrutare lungo il corso del tempo le meraviglie e i misteri che ci attendono!