— … lei può aiutare davvero i miliardi di persone della Rete che crede di avere tradito — diceva Gladstone.
Il Console si sporse, gomiti sulle ginocchia, mento sui pugni. Il cuore gli batteva all'impazzata.
— Sapevo che lei avrebbe aperto le Tombe del Tempo — continuò Gladstone; gli occhi castani, tristi, parvero fissare direttamente il Console. — Le previsioni del Nucleo hanno mostrato che la sua lealtà nei confronti di Patto-Maui… e del ricordo della ribellione dei suoi nonni… avrebbe prevalso su ogni altro fattore. Era tempo che le Tombe fossero aperte e solo lei poteva attivare il congegno Ouster prima che gli stessi Ouster decidessero di farlo.
— Ho ascoltato abbastanza — disse il Console. Si alzò, girò la schiena alla proiezione. — Cancella il messaggio — disse alla nave, ben sapendo che essa non avrebbe ubbidito.
Melio Arundez attraversò la proiezione e afferrò per il braccio il Console. — Ascolti Gladstone. La prego.
Il Console scosse la testa ma rimase nella piazzuola, a braccia conserte.
— Ora è accaduto il peggio — continuò Gladstone. — Gli Ouster invadono la Rete. Porta del Paradiso sta per essere distrutto. Manca meno di un'ora all'invasione di Bosco Divino. È indispensabile che lei si metta in contatto con gli Ouster nel sistema di Hyperion e stabilisca negoziati… usi la sua abilità diplomatica per aprire un dialogo con loro. Gli Ouster non rispondono ai nostri messaggi radio e astrotel, ma sono avvisati del suo arrivo. Ritengo che si fideranno ancora di lei.
Il Console emise un gemito; si accostò al piano e prese a pugni il coperchio.
— Ci restano minuti, non ore, Console — disse Gladstone. — Le chiederò di andare prima dagli Ouster nel sistema di Hyperion, e poi tenti pure di tornare alla Valle delle Tombe, se deve. Lei sa meglio di me quali siano gli esiti di una guerra. Milioni di persone moriranno senza motivo, se non troviamo un canale sicuro per comunicare con gli Ouster.
"La decisione è tutta sua. Ma, per favore, consideri le ramificazioni, se falliremo in quest'ultimo tentativo di trovare la verità e salvare la pace. Mi metterò in contatto astrotel con lei, appena avrà raggiunto lo Sciame Ouster."
L'immagine di Gladstone sfarfallò, si annebbiò, svanì.
— Risposta? — domandò la nave.
— No. — Il Console andò avanti e indietro, fra lo Steinway e la piazzuola.
— Da quasi due secoli nessuna nave spaziale e nessuno skimmer sono atterrati con l'equipaggio intatto nella Valle — disse Melio Arundez. — Gladstone sa di sicuro quante siano poche le probabilità che lei riesca ad andarci, sopravvivere allo Shrike e poi prendere contatto con gli Ouster.
— Ora la situazione è diversa — disse il Console, senza girarsi. — Le maree del tempo sono impazzite. Lo Shrike va dove gli piace. Forse il fenomeno che impediva l'atterraggio di veicoli con equipaggio umano non si verifica più.
— E forse la sua nave atterrerà perfettamente senza di noi — disse Arundez. — Come tante altre, prima di questa.
— Maledizione — gridò il Console, girandosi di scatto. — Conosceva i rischi, quando ha detto di voler venire con me!
L'archeologo annuì, calmo. — Non mi riferisco al rischio che corro io, signore. Lo corro volentieri, se significa la possibilità di aiutare Rachel… anche solo di rivederla. Mi preoccupo per lei, Console: è la sua vita che potrebbe racchiudere la chiave della sopravvivenza della razza umana.
Il Console agitò i pugni, andò avanti e indietro come una belva in gabbia. — Non è giusto! Sono già stato la pedina di Gladstone. Quella donna mi ha usato, cinicamente, deliberatamente. Ho ucciso quattro Ouster, Arundez. Li ho uccisi per attivare quel maledetto congegno e aprire le Tombe. Crede che mi accoglieranno a braccia aperte?
L'archeologo non batté ciglio. — Gladstone ritiene che saranno disposti a parlamentare.
— Chi può dire che cosa faranno? O quali siano le vere intenzioni di Gladstone? Me ne frego dell'Egemonia e delle sue relazioni con gli Ouster. Vorrei sinceramente che la peste li cogliesse tutti.
— A costo delle sofferenze dell'umanità?
— Non conosco l'umanità — disse il Console, con tono piatto, stanco. — Conosco Sol Weintraub. E Rachel. E una donna ferita di nome Brawne Lamia. E padre Paul Duré. E Fedmahn Kassad. E…
Risuonò la voce ben modulata della nave: — Hanno fatto breccia nel perimetro nord dello spazioporto. Inizio le fasi finali di decollo. Per favore, sedetevi nelle cuccette.
Il Console quasi barcollò nella piazzuola, sotto la pressione del campo di contenimento interno che bloccava al proprio posto ogni oggetto e proteggeva i passeggeri molto meglio di cinghie e reti di sicurezza, mentre a poco a poco il differenziale verticale aumentava a dismisura. Una volta in caduta libera, il campo sarebbe diminuito di intensità ma avrebbe sostituito la gravità planetaria.
L'aria sopra la piazzuola si annebbiò e mostrò il pozzo di lancio e lo spazioporto che rimpicciolivano rapidamente, l'orizzonte e le montagne lontane che s'inclinavano di scatto mentre la nave si lanciava in manovre diversive a 80 g. Raggi di armi a energia guizzarono nella loro direzione, ma le colonne di dati mostrarono che i campi esterni ne controllavano l'effetto trascurabile. Poi l'orizzonte si allontanò e si curvò, mentre il cielo color lapislazzuli si scuriva nel nero dello spazio.
— Destinazione? — domandò la nave.
Il Console chiuse gli occhi. Dietro di loro, un segnale acustico squillò per annunciare che Theo Lane poteva essere rimosso dalla vasca di ricupero del reparto chirurgico principale.
— Quanto tempo occorre per mettersi in contatto con la flotta di invasione degli Ouster? — domandò il Console.
— Trenta minuti, per lo Sciame vero e proprio.
— E quanto occorre per arrivare a tiro delle loro navi di assalto?
— Siamo già a tiro.
Melio Arundez sembrava calmo, ma le dita serrate sul bordo del divano della piazzuola erano livide.
— Va bene — disse il Console. — Punta sullo Sciame. Evita le navi dell'Egemonia. Annuncia su tutte le frequenze che siamo una nave diplomatica disarmata e che vogliamo parlamentare.
— Questo messaggio è già stato autorizzato e predisposto dal PFE Gladstone, signore. In questo momento è trasmesso su tutte le frequenze radio e astrotel.
— Procedi — disse il Console. Indicò il comlog di Arundez. — Riesce a vedere l'ora?
— Sì. Sei minuti all'istante esatto della nascita di Rachel.
Il Console si abbandonò sul sedile, chiuse gli occhi. — Ha fatto un mucchio di strada per nulla, dottor Arundez.
L'archeologo si alzò, barcollò un istante prima di trovare l'equilibrio nella gravità simulata e si accostò al pianoforte. Rimase lì un momento, a guardare dalla vetrata del balcone il cielo nero e il limbo ancora vivido del pianeta che rimpiccioliva. — Forse no — disse. — Forse no.
38
Oggi siamo entrati in un territorio paludoso che riconosco come l'Agro Pontino; per celebrare l'avvenimento, ho un altro attacco di tosse che si conclude con uno sbocco di sangue. Molto più di prima. Leigh Hunt mi sta accanto, preoccupato e frustrato; mi sorregge per le spalle durante gli spasmi, poi mi aiuta a ripulirmi i vestiti, con stracci bagnati nel vicino ruscello; mi chiede: — Cosa posso fare?
— Raccogliere fiori di campo — ansimo. — Joseph Severn li raccolse.
Si gira con un gesto di rabbia, senza capire che, pur sfinito e febbricitante, dico semplicemente la verità.
La piccola carrozza e il cavallo stanco attraversano l'Agro, con scossoni e sobbalzi più dolorosi e numerosi di prima. Più tardi, nel pomeriggio, passiamo davanti a scheletri di cavallo lungo la strada, poi alle rovine di una vecchia locanda, poi alle rovine più massicce di un viadotto invaso dal muschio, e infine a pali sui quali sembra siano stati inchiodati stecchi bianchi.