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Sol se ne sbatteva. Voleva indietro sua figlia. Voleva che Rachel fosse viva, contro ogni logica.

Disteso fra le zampe della Sfinge, in un mondo assediato di un impero invaso. Sol Weintraub si asciugò le lacrime per vedere meglio le stelle e pensò alla poesia di Yeats, "Preghiera per mia figlia":

Ancora una volta la tempesta ulula e seminascosta sotto il soffietto della culla e il copriletto mia figlia continua a dormire. Non ci sono ostacoli tranne il bosco di Gregory e un solo colle brullo dove il vento che livella covoni di fieno e tetti, nato sull'Atlantico, può essere arrestato; e per un'ora ho camminato e pregato mosso dalla grande tristezza che ho nella mente.
Ho camminato e pregato per questa bimbetta un'ora e ho udito il vento del mare urlare sulla torre e sotto le arcate del ponte, e urlare fra gli olmi del fiume straripato; immaginando in eccitata fantasticheria che gli anni futuri siano venuti, danzando al suono di un tamburo frenetico, dall'innocenza assassina del mare…

Tutto quel che voleva, Sol capì, era riavere un'altra volta la stessa possibilità di preoccuparsi per quegli anni futuri che ogni genitore teme e paventa. Di non permettere che l'infanzia e la giovinezza e i primi goffi anni della maturità della figlia fossero rubati e distrutti dalla malattia.

Sol aveva vissuto desiderando il ritorno di cose che non potevano tornare. Ricordò il giorno in cui aveva sorpreso Sarai a piegare i vestitini da bambina di Rachel e riporli in un baule in soffitta; e ricordò le lacrime della moglie e il proprio senso di perdita per la figlia che ancora avevano, ma che per loro era perduta, a causa della semplice direzione del tempo. Sol capì che ben poco può rivivere se non nel ricordo… che Sarai era morta e non poteva più tornare, che gli amici e il mondo dell'infanzia di Rachel erano svaniti per sempre, che perfino la società lasciata solo alcune settimane prima stava scomparendo al di là di ogni ritorno.

E pensando a questo, disteso fra le unghiute zampe della Sfinge mentre il vento moriva e le false stelle bruciavano, Sol ricorda un brano di un'altra poesia di Yeats, molto più sinistra:

Certo una rivelazione è a portata di mano; certo il Secondo Avvento è imminente. Il Secondo Avvento! Queste parole non sono ancora pronunciate quando una vasta immagine uscita dallo Spiritus mundi mi confonde la vista: da qualche parte nelle sabbie del deserto una sagoma con corpo di leone e testa di uomo, sguardo vuoto e spietato come il sole, muove i lenti fianchi, mentre tutt'intorno vorticano le ombre degli indignati uccelli del deserto. Le tenebre cadono di nuovo; ma ora so che venti secoli di sonno di pietra furono agitati in incubo da una culla dondolante, e quale mala bestia, giunta infine la sua ora, cammina verso Betlemme per nascere?

Sol non lo sa. Sol scopre di nuovo che non gliene importa niente. Sol rivuole sua figlia.

A quanto pareva, nel Consiglio di Guerra la maggioranza era per l'uso della bomba.

Meina Gladstone, seduta all'estremità del lungo tavolo, provò quel senso di distacco, peculiare e non spiacevole, che proviene dal troppo poco sonno per un periodo troppo lungo. Chiudere gli occhi, anche per un secondo, significava scivolare nel nero ghiaccio della stanchezza: perciò Gladstone non chiuse gli occhi, anche quando le bruciarono e il borbottio monotono degli interventi, della conversazione, del dibattito urgente, svanirono e si perdettero fra spesse cortine di esaurimento fisico.

Il Consiglio aveva osservato le faville dell'Unità Operativa 181.2 — il gruppo di assalto del capitano di fregata Lee — spegnersi a una a una, finché solo una decina dei settantaquattro puntini luminosi originari era rimasta a spingersi verso il centro dello Sciame in avvicinamento. L'incrociatore di Lee era fra questi.

Durante lo scontro silenzioso, l'astratta e bizzarramente attraente rappresentazione di morte violenta e fin troppo reale, l'ammiraglio Singh e il generale Morpurgo avevano completato la loro fosca valutazione della guerra.

— … FORCE e il Neo-Bushido furono creati per conflitti limitati, scaramucce secondarie, sconfinamenti e mire modeste — ricapitolò Morpurgo. — Con meno di mezzo milione di uomini e donne sotto le armi, la FORCE non è paragonabile all'esercito di una delle nazioni-stato della Vecchia Terra di mille anni fa. Lo Sciame può travolgerci con il semplice numero, impiegare una capacità di fuoco superiore alla nostra flotta, vincere grazie all'aritmetica.

Dal suo posto all'altro capo del tavolo, il senatore Kolchev gli lanciò un'occhiata di fuoco. Durante il dibattito, il lusiano era stato molto più attivo di Gladstone: le domande erano rivolte a lui più spesso che a Gladstone, come se quasi tutti nella sala sapessero a livello inconscio che il potere cambiava, che la fiaccola del comando stava per passare di mano.

"Non ancora" pensò Gladstone, unendo la punta delle dita e battendosi il mento; ascoltò Kolchev controbattere il generale.

— … di ritirarci e difendere mondi essenziali compresi nell'elenco della seconda ondata… Tau Ceti Centro, ovviamente, ma anche mondi industrializzati indispensabili come Rinascimento Minore, Fuji, Deneb Vier e Lusus?

Il generale Morpurgo abbassò lo sguardo e mosse le carte, come se volesse nascondere l'improvviso lampo di collera che gli aveva acceso gli occhi. — Senatore, restano meno di dieci giorni standard, prima che la seconda ondata completi la lista di bersagli. Rinascimento Minore sarà sotto attacco entro novanta ore. Ho cercato di spiegare che, con la grandezza, struttura e tecnologia attuali della FORCE, non siamo sicuri nemmeno di riuscire a tenere un solo sistema… TC2, per esempio.

Il senatore Kakinuma si alzò. — Non è accettabile, generale.

Morpurgo alzò gli occhi. — Ne convengo, senatore. Ma è vero.

Il presidente pro tempore Denzel-Hiat-Amin scosse la testa grigia. — Non ha senso. Non esistevano piani di difesa della Rete?

Senza alzarsi, l'ammiraglio Singh rispose: — Le stime più accurate dicevano che avremmo avuto un minimo di diciotto mesi, se gli Sciami ci avessero aggredito.

Il ministro della diplomazia Persov si schiarì la voce. — E se… se dovessimo concedere agli Ouster questi venticinque mondi, ammiraglio, quanto tempo passerebbe, prima che una delle due ondate di assalto ne aggredisca altri?

Singh non ebbe bisogno di consultare gli appunti. — Dipende dai bersagli, signor Persov. Il mondo più vicino, Esperance, sarebbe a nove mesi standard dallo Sciame più avanzato. Il bersaglio più lontano, il Sistema Patrio, sarebbe a circa quattordici anni di motore Hawking.

— Tempo sufficiente per passare a un'economia di guerra — disse la senatrice Feldstein. Il suo collegio elettorale, sul Mondo di Barnard, aveva meno di quaranta ore standard di vita. Feldstein aveva giurato di essere con i suoi elettori, al momento della fine. La sua voce era precisa, spassionata. — Ha senso. Tagliare le perdite. Anche senza TC2 e altri ventiquattro mondi, la Rete è in grado di produrre quantità incredibili di matériel bellico… in soli nove mesi. Nel corso degli anni necessari agli Ouster per penetrare più a fondo, dovremmo riuscire a sconfiggerli solo grazie alla pura e semplice massa industriale.

Il ministro della Difesa Imoto scosse la testa. — Nelle prime due ondate perderemo materie prime insostituibili. Lo scombussolamento dell'economia della Rete sarà sbalorditivo.