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Il senatore Kolchev diede una manata sul tavolo. — Quindi abbiamo spogliato la Rete non solo delle navi da guerra, ma anche della maggior parte dell'esercito.

Non era una domanda. Morpurgo non rispose.

La senatrice Feldstein, del Mondo di Barnard, si alzò. — Signora, bisogna avvertire il mio mondo… tutti i mondi menzionati. Se non è pronta a fare un annuncio immediato, dovrò farlo io.

Gladstone annuì. — Darò annuncio dell'invasione al termine della riunione, Dorothy. Faciliteremo il contatto con gli elettori, tramite tutti i media.

— Al diavolo i media — disse la senatrice, bassa e scura di capelli. — Mi teleporterò a casa, appena finito. Devo condividere la sorte del Mondo di Barnard, quale che sia. Signori e signore, dovremmo penzolare tutti da una corda, se la notizia è vera. — Feldstein si sedette, fra mormoni e bisbigli.

Lo Speaker Gibbons si alzò e attese che tornasse il silenzio. Parlò con voce tesa come fil di ferro. — Generale, ha fatto riferimento a una prima ondata: si tratta di prudente gergo militare, oppure ha informazioni riguardanti ondate successive? In questo caso, quali altri mondi della Rete e del Protettorato sarebbero coinvolti?

Morpurgo strinse e aprì i pugni. Diede un'altra occhiata all'aria vuota, si rivolse verso Gladstone. — Signora, posso usare un grafico solo?

Gladstone annuì.

L'olografia era la stessa che i militari avevano adoperato durante la conferenza informativa a Olympus: l'Egemonia, in oro; le stelle del Protettorato, in verde; i vettori degli Sciami Ouster, linee rosse con coda azzurro cangiante; spiegamento della flotta dell'Egemonia, arancione. Fu subito evidente che i vettori rossi avevano deviato di molto dalle traiettorie precedenti ed erano penetrati nello spazio dell'Egemonia, come lance dalla punta insanguinata. Ora le faville arancione erano fortemente concentrate nel sistema di Hyperion, mentre altre seguivano rotte teleporter, come perle di collana.

Alcuni senatori con esperienza militare ansimarono, nel vedere il grafico.

— A quanto pare — disse Morpurgo con voce ancora debole — i dodici Sciami a noi noti sono tutti impegnati nell'invasione della Rete. Diversi si sono suddivisi in gruppi d'attacco multiplo. La seconda ondata, prevista per arrivare a bersaglio in un periodo compreso fra cento e duecentocinquanta ore dopo la prima, è indicata dai vettori qui riprodotti.

Nella sala non si udì alcun rumore. Gladstone si domandò se anche gli altri, come lei, trattenessero il fiato.

— I bersagli della seconda ondata d'assalto comprendono: Hebron, cento ore a partire da adesso; Vettore Rinascimento, 110 ore; Rinascimento Minore, 112 ore; Nordholm, 127 ore; Patto-Maui, 130 ore; Thalia, 143 ore; Deneb Drei e Vier, 150 ore; Sol Draconis Septem, 169 ore; Freeholm, 170 ore; Nuova Terra, 193 ore; Fuji, 204 ore; Nuova Mecca, 205 ore; Pacem, Armaghast e Svoboda, 221 ore; Lusus, 230 ore; e Tau Ceti Centro, 250 ore.

L'ologramma svanì. Il silenzio perdurò. Il generale Morpurgo riprese: — Presumiamo che gli Sciami della prima ondata abbiano obiettivi secondari, dopo l'invasione iniziale; ma i tempi di transito con motori Hawking comporteranno debiti temporali standard, compresi fra nove settimane e tre anni. — Arretrò di un passo e assunse la posizione di riposo.

— Cristo santo — mormorò qualcuno, alcuni sedili dietro Gladstone.

Il PFE si strofinò il labbro inferiore. Per salvare la razza umana da quella che considerava un'eternità di schiavitù — o, peggio, dall'estinzione — si era preparata a spalancare al lupo la porta di casa, mentre gran parte della famiglia si nascondeva al piano superiore, al sicuro dietro usci sbarrati. Solo, giunto il giorno, i lupi entravano da ogni porta e da ogni finestra. Gladstone quasi sorrise alla giustizia della situazione, alla propria finale follia nel pensare di poter liberare dalla gabbia il caos e poi dominarlo.

— Primo — disse — non ci saranno dimissioni né autocritiche, finché non le autorizzerò io. È molto probabile che questo governo cada… che membri di questo gabinetto, me compresa, finiscano sul serio a penzolare da una corda. Tuttavia, al momento siamo sempre il governo dell'Egemonia e dobbiamo comportarci di conseguenza.

"Secondo, fra un'ora incontrerò questa assemblea e i rappresentanti di altri comitati senatoriali, allo scopo di concertare il discorso che terrò alla Rete alle 08,00 standard. Nel corso dell'incontro ogni suggerimento sarà ben accetto.

"Terzo, in base a quanto sopra, do l'ordine e l'autorizzazione alle autorità della FORCE qui riunite e in tutti i territori dell'Egemonia di fare tutto ciò che è in loro potere per proteggere la popolazione e i beni della Rete e del Protettorato, utilizzando qualsiasi mezzo straordinario ritengano indispensabile. Generale, ammiraglio, voglio che entro dieci ore i soldati siano ritrasferiti ai mondi minacciati della Rete. Non m'importa come, ma l'ordine dev'essere eseguito.

"Quarto, dopo il discorso convocherò una sessione plenaria del Senato e della Totalità. Dichiarerò allora che esiste lo stato di guerra fra l'Egemonia Umana e le nazioni Ouster. Gabriel, Dorothy, Tom, Eiko… tutti voi… sarete molto impegnati, nelle prossime ore. Preparate pure il discorso per i vostri mondi natali, ma partecipate alla votazione. Voglio il sostegno unanime del Senato. Speaker Gibbons, posso solo chiederle aiuto nel guidare il dibattito della Totalità. È indispensabile, entro le 12,00 di oggi, avere un voto della Totalità riunita. Non possono esserci sorprese.

"Quinto, evacueremo i cittadini dei mondi minacciati dalla prima ondata. — Gladstone sollevò la mano e soffocò obiezioni e spiegazioni degli esperti. — Evacueremo tutti coloro che potremo evacuare nel tempo a disposizione. I ministri Persov, Imoto, Dan-Gyddis e Crunnens del Ministero Transiti Rete formeranno e dirigeranno il Comitato di Coordinamento per l'Evacuazione; oggi alle 13,00 mi consegneranno un rapporto particolareggiato e la scaletta dei tempi. La FORCE e l'Ufficio per la Sicurezza dirigeranno il controllo della popolazione e la sorveglianza agli accessi teleporter.

"Infine, desidero parlare al consulente Albedo, al senatore Kolchcv e allo Speaker Gibbons nel mio ufficio privato fra tre minuti. Ci sono domande?"

Facce stupefatte le restituirono lo sguardo.

Gladstone si alzò. — Buona fortuna — disse. — Lavorate rapidamente. Non fate nulla per diffondere inutile panico. E Dio salvi l'Egemonia. — Si girò e lasciò la sala.

Gladstone si accomodò alla scrivania. Kolchev, Gibbons e Albedo si sedettero di fronte a lei. L'urgenza nell'aria, percepita dall'attività che s'intuiva dietro le porte, fu resa più fastidiosa dal lungo ritardo di Gladstone prima di prendere la parola. La donna non distolse mai lo sguardo dal consulente Albedo. — Lei — disse infine — ci ha traditi.

Il lieve sorriso educato della proiezione non vacillò. — Non è affatto vero, signora.

— Allora ha un minuto per spiegare perché il TecnoNucleo, e in particolare la Commissione di Consulenza delle IA, non ha previsto questa invasione.

— Per spiegarlo, signora, basta una sola parola — disse Albedo. — Hyperion.

— Hyperion una merda! — gridò Gladstone, battendo una manata sul piano dell'antica scrivania, in uno scoppio di rabbia del tutto insolito. — Sono stufa e nauseata di sentire parlare di variabili non scomponibili in fattori e di Hyperion come profetico buco nero. O il Nucleo può aiutarci a capire le probabilità, oppure da cinque secoli continua a mentirci. Quale delle due?

— La Commissione ha previsto la guerra, signora — disse l'immagine dai capelli grigi. — Le nostre consulenze confidenziali, a lei e al gruppo da informare, spiegavano quanto sarebbero stati incerti gli eventi, dall'istante del coinvolgimento di Hyperion.

— Stronzate — intervenne, brusco, Kolchev. — Le vostre previsioni in teoria sono infallibili, almeno riguardo la tendenza generale. Eppure l'attacco è stato progettato da decenni. Forse da secoli.