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Gladstone si strofina il labbro inferiore. — Lei cosa consiglia?

L'ammiraglio di divisione Lee respira a fondo. — Ridurre le perdite, far saltare le sfere d'anomalia di questi nove mondi e prepararci ad attaccare gli Sciami della seconda ondata prima che raggiungano sistemi solari abitati.

Intorno al tavolo scoppia il pandemonio. La senatrice Feldstein, del Mondo di Barnard, scatta in piedi, grida qualcosa.

Gladstone aspetta che la tempesta si calmi. — Portare da loro lo scontro, vuol dire? Contrattaccare gli Sciami, non aspettare una battaglia difensiva?

— Sì, signora.

Gladstone guarda l'ammiraglio Singh. — Si può fare? Possiamo pianificare, preparare e lanciare un'offensiva tra… — consulta il flusso di dati sulla parete di fronte — novantaquattro ore standard da adesso?

Singh si mette sull'attenti. — Possiamo? Ah… forse, signora. Ma le ripercussioni politiche della perdita di nove mondi della Rete… ah… le difficoltà logistiche di…

— Ma si può fare? — lo incalza Gladstone.

— Ah… sì, signora. Però, se…

— Facciamolo — taglia corto Gladstone. Si alza e tutti al tavolo si affrettano a imitarla. — Senatrice Feldstein, parlerò nel mio ufficio con lei e con gli altri legislatori interessati. Leigh, Allan, per favore, tenetemi informata sulle sommosse di Lusus. Il Consiglio di Guerra tornerà a riunirsi qui, fra quattro ore. Buongiorno, signori.

Camminai per le vie come stordito, la mente rivolta agli echi. Lontano dal Teti, dove i canali erano meno numerosi e i passaggi pedonali più ampi, la folla riempiva i viali. Lasciai che il comlog mi guidasse a diversi terminex, ma ogni volta la folla era più fitta. Impiegai alcuni minuti a capire che non erano solo abitanti di Vettore Rinascimento che cercavano di andarsene, ma visitatori di tutta la Rete che spingevano per entrare. Mi domandai se qualcuno, nell'unità operativa di evacuazione, avesse considerato la possibilità che milioni di curiosi affollassero i teleporter per veder iniziare la guerra.

Non sapevo come mi fosse possibile sognare conversazioni avvenute nella Sala di Guerra, ma ero sicuro che fossero reali. Ripensandoci, ricordai particolari dei sogni della lunga notte precedente… non solo sogni di Hyperion, ma la passeggiata fra i mondi fatta da Gladstone e particolari di conferenze ad alto livello.

Chi ero?

Un cìbrido era un telecomando biologico, un'appendice delle IA (nel caso specifico, una personalità ricuperata dalle IA), messo al sicuro chissà dove nel Nucleo. Era concepibile che il Nucleo conoscesse tutto ciò che accadeva nella Casa del Governo, negli svariati corridoi del posto di comando umano. La razza umana era diventata tanto blasée, nel condividere la vita con potenziali monitoraggi IA, quanto le famiglie degli Stati Uniti meridionali pre-guerra civile sulla Vecchia Terra lo erano nel parlare in presenza di schiavi umani. Impossibile evitarlo: ogni essere umano al di sopra della classe più povera delle infime zone di Alveare Sedimento possedeva un comlog con biomonitor, parecchi avevano impianti e ciascuno di essi era sintonizzato sulla musica della sfera dati, controllato da elementi della sfera dati, dipendente da funzioni della sfera dati… gli esseri umani accettavano così la mancanza di riservatezza. Un artista su Esperance una volta mi aveva detto: «Avere rapporti sessuali o una lite in famiglia, con i monitor domestici accesi, è come spogliarsi davanti a un cane o a un gatto: la prima volta esiti, poi te ne dimentichi».

In quel momento mi collegavo forse, mediante un canale secondario, proprio con il Nucleo? C'era un modo assai semplice, per scoprirlo: lasciare il cìbrido e percorrere le autostrade della megasfera fino al Nucleo, come Brawne e la mia controparte priva di corpo avevano fatto, l'ultima volta che avevo condiviso le loro percezioni.

"No."

Il pensiero mi intontì, quasi mi fece stare male. Trovai una panca e mi sedetti un momento, chinando la testa sulle ginocchia e respirando lentamente, a fondo. La folla mi passò davanti. Da qualche parte, qualcuno si rivolgeva alla gente servendosi di un altoparlante.

Ero affamato. Non mangiavo da almeno ventiquattro ore: cìbrido o no, il mio corpo era debole e aveva bisogno di nutrimento. Mi infilai in una via laterale dove le grida dei venditori sovrastavano il normale frastuono e reclamizzavano prodotti esposti su girocarri a una ruota.

Trovai un carro davanti al quale c'era poca coda, ordinai pasta fritta col miele, una tazza di fragrante caffè bressiano e una ciotola di pane di pita con insalata; pagai la donna usando la carta universale e salii una scala fino a un edificio abbandonato per sedermi sulla veranda a mangiare. Il cibo era buonissimo. Sorseggiavo il caffè e pensavo di comprare altra pasta, quando notai che nella piazza in basso la folla aveva smesso di muoversi in ondate noncuranti e si era radunata intorno a un gruppetto di uomini in piedi sul bordo dell'ampia fontana centrale. Le parole amplificate giunsero fino a me.

«…l'Angelo della Vendetta è stato sguinzagliato fra noi, le profezie si sono compiute, il Millennio sta per arrivare… il piano dell'Avatar richiede un simile sacrificio… come profetizzato dalla Chiesa della Redenzione Finale che sapeva, ha sempre saputo, che una simile redenzione deve avvenire… troppo tardi per queste mezze misure… troppo tardi per la lotta fratricida… la fine dell'umanità è su di noi, le Tribolazioni sono iniziate, il Millennio del Signore sta per vedere la luce.»

Capii che gli uomini vestiti di rosso erano sacerdoti del Culto Shrike; la folla rispondeva, prima con grida sparse di assenso, qualche "Sì, sì!" e qualche "Amen!" di tanto in tanto, poi con una salmodia all'unisono, pugni alzati e agitati sopra la testa, feroci grida di estasi. Una scena a dir poco inconsueta. In quel periodo, dal punto di vista religioso, la Rete ricordava molto la Roma della Vecchia Terra poco prima dell'Era cristiana: una politica di tolleranza e una miriade di religioni (per la maggior parte, come lo Gnosticismo Zen, complesse e rivolte all'introspezione, non al proselitismo), mentre il tenore generale era di leggero cinismo e di indifferenza.

Ma non ora, non in quella piazza.

In quel momento pensavo che nei secoli recenti le sommosse in pratica non erano esistite: perché si formi una folla tumultuante sono necessarie riunioni pubbliche, ma nel nostro tempo le riunioni pubbliche consistevano di individui in comunione tramite la Totalità o altri canali della sfera dati; è difficile creare una sommossa, quando ogni persona dista chilometri e anni-luce dalle altre, collegata solo mediante linee di comunicazione e cavi astrotel.

All'improvviso fui strappato dalle mie fantasticherie: il ruggito della folla era diventato silenzio, mentre migliaia di facce si giravano nella mia direzione.

— E laggiù c'è uno di loro! — gridava il sant'uomo del Culto Shrike, con uno sventolio di vesti rosse, additandomi. — Uno di quelli che appartengono al circolo ristretto dell'Egemonia… uno di quei peccatori che con le loro trame oggi hanno portato su di noi la Redenzione. Lui e quelli come lui vogliono che lo Shrike Avatar faccia pagare a voi i loro peccati, e si nascondono al sicuro nei mondi segreti approntati dal governo dell'Egemonia proprio per un simile giorno!

Posai la tazza di caffè, mandai giù l'ultimo boccone di pasta fritta, fissai il sant'uomo. Diceva un mucchio di stupidaggini. Ma come sapeva che ero giunto da TC2? O che potevo mettermi in contatto con Gladstone? Guardai meglio, schermandomi gli occhi e cercando di non badare alla gente che agitava il pugno nella mia direzione, e mi concentrai sulla faccia dell'uomo in veste rossa…