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«Capisco» disse Mary, più che altro per fermare quel fiume in piena.

«Be', Ponter e la sua gente hanno elaborato una teoria unica di meccanica quantistica, una sorta di sintesi delle nostre due. Anch'essa contempla l'ipotesi dell'esistenza di molteplici universi paralleli, ma non ritiene che tali universi siano il frutto di eventi quantistici casuali, bensì che siano creati dall'azione di osservatori consapevoli.»

«E perché noi non abbiamo elaborato questa sintesi?» chiese Mary alle prese con una patatina più grande delle altre.

«Probabilmente perché una serie di calcoli matematici rende incompatibili le nostre due teorie. Eppoi c'è sempre l'antico problema di deontologia professionale: i fisici che condividono la teoria di Copenaghen passano la vita a cercare di dimostrarne la validità, e lo stesso avviene per i seguaci di Everett. Non accade mai che facciano autocritica, ammettendo che potrebbero anche essere in errore.»

«Ah, è un po' come il dibattito esistente in antropologia tra la 'continuità regionale' e la 'sostituzione.'»

Louise annuì. «Se lo dice lei. Ma supponiamo che la teoria elaborata dai Neandertal sia giusta: sottintende che la coscienza e la volontà umane possono creare nuovi universi. Be', questa concezione porta al nodo focale della nascita dell'universo: in origine, presumibilmente al momento del big bang, doveva esserci un solo universo, che in un secondo momento ha cominciato a scindersi.»

«Credevo che Ponter non condividesse la teoria del big bang» disse Mary.

«Infatti, sembra che i loro scienziati ritengano che l'universo sia sempre esistito. Credono che, su larga scala, gli spostamenti verso il rosso dello spettro della luce stellare — la prova fondamentale della teoria dell'universo in continua espansione — siano proporzionali all'età e non alla distanza; cioè, la massa varia nel tempo. E credono anche che la struttura delle galassie e gli ammassi galattici siano stati prodotti da monopòli e da turbini di filamenti magnetici che hanno compresso il plasma. Ponter sostiene che la microonda cosmica di sottofondo — che noi riteniamo sia il residuo dell'esplosione del big bang - in realtà è il prodotto di elettroni intrappolati in questi forti campi magnetici che assorbono ed emettono le microonde. Questi continui processi di assorbimento ed emissione di miliardi di galassie hanno dissolto l'effetto, dando luogo allo sfondo uniforme che oggi percepiamo.»

«Le sembra possibile?»

Louise scrollò le spalle. «Non lo so, ho intenzione di approfondire l'argomento.» Bevve un sorso di caffè, quindi aggiunse: «Ma non è tutto. Quella notte Ponter mi ha detto un'altra cosa sorprendente.»

«Cosa?»

«Credo che lei gli abbia fatto vedere una funzione religiosa, vero?»

«Sì, alla TV.»

«Be',» disse accomodandosi sull'altra poltroncina «credo che quella notte abbia passato un sacco di tempo a guardare Vision TV, scoprendo i principi religiosi. Mi ha detto che la nostra teoria sull'origine dell'universo non è altro che un mito della creazione, come quello della Bibbia. 'In principio Dio creò il cielo e la terra…' e così via. 'Persino la vostra scienza è contaminata da questo errato dogma religioso,' mi ha detto testualmente.»

Anche Mary si accomodò sulla poltroncina. «Senta, la fisica non è la mia materia, ma credo che lei abbia ragione. Le ho appena parlato del dibattito esistente tra continuità regionale e sostituzione, che alcuni chiamano anche 'multiregionalismo' contrapposto alla teoria del 'fuori dall'Africa.' Alcuni sostenitori della teoria della sostituzione, tra cui io, sono ben consapevoli che essa ha origini fondamentalmente bibliche: l'umanità è nata in Africa, poi si è sparsa per il mondo, come fosse stata cacciata da un giardino, ed esiste una barriera invalicabile tra noi e tutte le specie animali viventi, incluse le altre attualmente esistenti del genere Homo.»

«Interessante» commentò Louise.

«E la stessa cosa vale per i sostenitori dell'altra teoria: anch'essi portano avanti una concezione biblica. Il parallelo tra la teoria del multiregionalismo e le dieci tribù di Israele è piuttosto evidente. Eppoi c'è l'ipotesi dell''Eva africana mitocondriale': gli esseri umani moderni derivano da una donna vissuta centinaia di migliaia di anni fa. Già il nome stesso, Eva, è sospetto: più che a una vera e propria teoria scientifica fa pensare al riferimento biblico.» Rimase un attimo in silenzio, poi si scusò per la digressione: «Comunque scusi, stava parlando delle teorie di fisica quantistica dei Neandertal.»

«Sì, infatti. Be', io dico questo: supponiamo che i Neandertal abbiano ragione riguardo alle modalità costitutive degli universi paralleli, ma non sul fatto che il nostro universo sia sempre esistito. Se quindi l'universo avesse davvero un'origine, la domanda fondamentale sarebbe: quando si è verificata la prima scissione?»

Mary aggrottò la fronte. «Be', uhm, non saprei. Direi la prima volta che qualcuno ha preso una decisione.»

«Giusto! Credo che sia proprio così! E quando è stata presa la prima decisione?» Ci pensò un attimo, poi aggiunse: «L'osservazione di Ponter è estremamente interessante: le nostre teorie scientifiche e la nostra visione del mondo coincidono con i miti della creazione; in effetti il big bang e il modello di evoluzione degli ominidi sono una sorta di moderne versioni della Genesi. E, a pensarci bene, anch'io sto facendo la stessa cosa: nella Bibbia, la prima decisione presa da qualcuno che non fosse Dio è stata quella di Eva quando ha colto la mela — il peccato originale — e, be', si può dire che quella decisione ha determinato la prima scissione dell'universo. Nella nostra evoluzione temporale, l'umanità è stata cacciata dal paradiso. In un'altra versione, questo non è avvenuto. In effetti, è un po' come il caso di Ponter, che si ritrova proiettato da una realtà a un'altra.»

Mary non la seguiva più. «Cosa vuole dire?»

«Mi riferisco a Maria; non a lei, professoressa Vaughan, Maria, la madre di Gesù. Lei è cattolica, vero?»

Mary annuì.

«L'ho capito dal crocifisso che porta al collo.» Mary abbassò lo sguardo, imbarazzata. «Anche io sono cattolica» continuò Louise. «Quindi, essendo cattolica, è probabile che non commetta lo stesso errore che fanno molti sulla dottrina dell'immacolata concezione: la maggior parte delle persone credono che sia un'espressione fantasiosa per definire la verginità di Maria malgrado la maternità, ma non è così, no?»

«No» rispose Mary. «No, si riferisce al concepimento della stessa Maria. La ragione per cui poté dare alla luce il figlio di Dio fu perché lei stessa era stata concepita senza peccato originale: è il suo concepimento a essere immacolato.»

«Giusto. Ma come fa a nascere qualcuno senza peccato originale in un mondo in cui tutti discendono da Adamo ed Eva?»

«Non ne ho idea» rispose Mary sinceramente.

«Non capisce? È come se Maria provenisse da un altro universo dove Eva non aveva mai colto la mela, l'Uomo non era mai caduto e la gente viveva senza la macchia del peccato originale.»

Mary annuì, tutt'altro che convinta. «Si potrebbe anche metterla così.»

Louise sorrise. «Be', le dimostro meglio questo parallelo tra Ponter e la vergine Maria. Torniamo un attimo a quanto dicevo prima: se Ponter ha ragione, e l'universo si sdoppia ogni volta che si prende una decisione, quando è avvenuta la prima scissione? E lei ha risposto: la prima volta che qualcuno ha preso una decisione. Ma quando avvenne questo? Non nella Bibbia, ma, diciamo, nella realtà…»

Mary pescò un'altra patatina nella busta. «Mamma mia, non lo so! La prima volta che un trilobite ha deciso di andare a sinistra invece che a destra?»

Louise poggiò il caffè sul tavolino. «No, non credo sia stato questo. I trilobiti non avevano volontà; come tutte le altre forme primitive di vita, erano solo delle macchine chimiche. In un suo libro, riferendosi alla teoria del caos, Stephen Jay Gould ipotizza che se si riavvolgesse il nastro della vita, si otterrebbero risultati diversi da quelli attuali. Ma è in errore. Se metti mille volte un trilobite davanti allo stesso bivio, andrà sempre dalla stessa parte. Un trilobite non pensa, non ha consapevolezza. Si limita a processare gli input dei suoi sensi seguendo gli ordini che questi gli impartiscono. Non opera nessuna scelta. Piuttosto, Gould ha ragione quando sostiene che se cambiassimo le condizioni iniziali gli esiti sarebbero radicalmente diversi, ma riavvolgere il nastro della vita e farlo ripartire così com'è non cambierebbe nulla; sarebbe come riavvolgere la videocassetta di Via col vento e riguardarla un'ennesima volta: comunque, Rhett e Rossella non rimarranno insieme. Credo che delle vere e proprie decisioni — scelte effettive, che presuppongono una reale consapevolezza — si siano verificate molto, molto tempo dopo. Sono convinta che i primi esseri completamente consapevoli su questo pianeta siamo stati noi, la specie dell'Homo sapiens.»