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— Neville! Sei vivo.

— Sono ancora un inquilino della carne, sì. La valigetta di Morrissey è programmata con un sistema specialistico interattivo. Dovrebbe poter condurre un’accettabile conversazione con te, in mia assenza.

Morrissey si schiarì la gola. — Queste macchine sono nuove per me. Penso, comunque, che dovrei lasciare che voi due parliate in privato.

— Forse sarebbe meglio.

— Aspetterò nell’atrio.

Lindsay seguì con lo sguardo l’uomo mentre si ritirava. I vestiti di Morrissey lo sbalordivano. Lindsay non ricordava di essersi mai vestito in quel modo nella Repubblica.

Studiò lo schermo sulla tavoletta. — Sembri proprio in forma, Neville.

— Grazie. Ross ha arrangiato il mio ultimo ringiovanimento. Fatto dai cataclisti. Lo stesso gruppo che ha trattato te, Mavrides.

— Trattato me? Mi hanno messo sotto ghiaccio.

— Sotto ghiaccio? È strano. I cataclisti mi hanno svegliato. Non mi sono mai sentito tanto vivo come quand’ero nella Repubblica, fingendo di essere morto. Sono stati dieci lunghi anni, Abelard. Undici, forse. — Pongpianskul scrollò le spalle.

Lindsay sbirciò la tavoletta. L’immagine non reagì, e il fascino sfumò. Lindsay riprese, lentamente: — Così, hai attaccato la Repubblica. Tramite la rete del terrore dei cataclisti.

La tavoletta esibì il sorriso di Pongpianskul. — I cataclisti hanno avuto la loro parte nella faccenda, lo ammetto. Tu avresti saputo apprezzarlo, Mavrides. Ho giocato sull’elemento giovanile. C’era un gruppo politico chiamato dei preservazionisti, che risaliva a… sì… quaranta o cinquanta anni prima. Constantine li aveva usati per conquistare il potere, ma essi detestavano i Plasmatori con la stessa intensità con cui detestavano i Mech. Quello che volevano, in sostanza, per quanto buffo possa sembrare, era una vita umana. Adesso c’è una nuova generazione di loro allevata sotto l’influenza dei Plasmatori che loro odiano. Ma grazie alla politica procreativa dei Plasmatori, i giovani hanno la maggioranza.

Pongpianskul rise. — Constantine ha usato la Repubblica come un deposito per i Plasmatori militanti. Qui ha trasformato le cose in una confusione di sotterfugi. Quando la guerra si è surriscaldata, i militanti sono tornati di corsa al Consiglio dell’Anello e, al loro posto, i cataclisti superintelligenti si sono nascosti qui. Constantine aveva trascorso troppo tempo negli anelli, e ha perso il contatto… Ai cataclisti piace il mio concetto di riserva culturale. È tutto scritto nella nuova costituzione. Il mio messaggero te ne darà una copia.

— Grazie.

— Le cose non sono andate troppo bene per il resto della Congrega di Mezzanotte. È passato troppo tempo da quando abbiamo parlato l’ultima volta. Ti ho rintracciato tramite la tua ex moglie.

— Alexandrina?

— Cosa? — Il sistema programmato era confuso. L’immagine tremolò per una frazione di secondo. — C’è voluto non poco per riuscirci. Nora è sotto stretta sorveglianza.

— Un momento. — Lindsay si alzò dalla sedia e si versò da bere. Una cascata di ricordi della Repubblica lo aveva investito, e aveva pensato automaticamente alla sua prima moglie, Alexandrina Tyler. Ma naturalmente lei non si trovava nella Repubblica. Era stata vittima della purga di Constantine, spedita nello Zaibatsu.

Tornò allo schermo. Questo disse: — Ross se n’è partito con i cometari quando Goldreich-Tremaine è crollata. Sigmund Fetzko si è dissolto. Vetterling si trova nella Skimmers Union, a leccare i piedi ai fascisti. Gli assassini del ghiaccio hanno preso Margaret Juliano. Sta ancora aspettando di venir scongelata. Io qui detengo il potere, Mavrides. Ma questo non può compensare quello che abbiamo perduto.

— Come sta Nora? — chiese Lindsay.

Il facsimile di Pongpianskul assunse un’aria grave. — Combatte Constantine là dove è più forte. Se non fosse per lei, il mio colpo qui sarebbe fallito; lei lo ha distratto… Avevo sperato di riuscire ad attirarla qui, e anche te. È sempre stata così brava con noi. La nostra ospite di prima grandezza.

— Non è voluta venire.

— Si è risposata.

Il bicchiere a fessura si ruppe nella mano di ferro di Lindsay. Globi di liquore andarono alla deriva verso il pavimento.

— Per ragioni politiche — continuò lo schermo. — Ha bisogno di qualunque alleato riesca a trovare. Che tu ti unissi a me sarebbe stato comunque difficile. A nessuno più vecchio dei sessanta è permesso di vivere nella Repubblica Culturale Neotecnica. Salvo per me e i miei ufficiali.

Lindsay strappò il cavo dalla tavoletta. Aiutò il piccolo servo-robot dell’ufficio a raccogliere i frammenti di vetro.

Quando tornò a chiamare Morrissey, molto più tardi, l’uomo era esitante. — Ha finito completamente, signore? Mi è stato detto di cancellare la tavoletta.

— È stato gentile da parte sua portarla. — Lindsay indicò una poltrona. — Grazie per aver aspettato così a lungo.

Morrissey cancellò il ricordo del costrutto e mise la tavoletta nella sua valigetta. Studiò il volto di Lindsay. — Spero di non averle portato cattive notizie.

— È stupefacente — replicò Lindsay. — Forse dovremmo bere qualcosa per celebrare.

Un’ombra attraversò il volto di Morrissey.

— Mi perdoni — si corresse Lindsay. — Forse non ho dato una gran prova di tatto. — Mise via la bottiglia. Non ne restava molto.

— Ho sessant’anni — disse Morrissey. Si sedette, a disagio. — Così, mi hanno estromesso. Oh, sono stati molto gentili. — Ebbe un sorriso sofferente. — Un tempo ero un preservazionista. Avevo diciotto anni all’atto della prima rivoluzione. È ironico, non è vero? Adesso sono un cane solare.

Lindsay replicò, cauto: — Non sono senza potere, qui. E non sono senza fondi. Dembowska accoglie molti profughi. Posso trovarle una stanza.

— Lei è molto gentile. — Il volto di Morrissey si era irrigidito. — Ho lavorato come biologo, ai guai ecologici della nazione. Il dottor Constantine mi ha addestrato. Ma temo di essere parecchio indietro rispetto ai tempi.

— A questo si può rimediare.

— Ho portato un articolo per il suo Giornale.

— Ah. È interessato agli investitori, dottor Morrissey?

— Sì. Spero che il mio articolo sia all’altezza dei vostri standard.

Lindsay si costrinse a sorridere. — Ci lavoreremo sopra insieme.

7

Consiglio di Stato
della Skimmers Union
13-5-’75

Lo sentiva arrivare, sentiva che gli strisciava sulla nuca in una zona di tremolante tensione subepidermica. Una condizione simile a una fuga di Bach. La scena davanti a lui tremò leggermente. La folla sotto il palco privato divenne un fregio confuso di teste compatte sullo sfondo degli addobbi scuri, il palcoscenico incurvato con gli attori in costume, rosso scuro, vivido, un gesto. Rallentò… s’immobilizzò.

Paura… no, neppure quella, esattamente… una certa tristezza, adesso che il dado era stato lanciato. L’inferno era l’attesa… Aveva aspettato sessant’anni per riprendere i suoi vecchi contatti. I vecchi radicali testa-di-cavo della Repubblica… Adesso capi dei testa-di-cavo come lui, si erano fatti strada fino al potere nei mondi esterni. Sessant’anni non erano niente per una mente sui cavi… il tempo non significava niente… stati di fuga… Lo ricordavano ancora molto bene, il loro amico, Philip Khouri Constantine…

Era stato lui a scatenarli, epurando gli aristocratici di mezza età per finanziare la diserzione dei testa-di-cavo… I ricordi risalirono al passato; erano dati, questo era tutto, da qualche parte, altrettanto freschi sulle bobine quanto lo era il nemico. Margaret Juliano sul suo letto di ghiaccio cataclista… Perfino nel mezzo della fuga l’impeto della soddisfazione era abbastanza veloce e acuto da penetrargli nella coscienza dal cervello posteriore… Quella sensazione di calore assolutamente unica che proveniva soltanto dalla caduta di un rivale…