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Lindsay aspettò fino a quando Gomez non se ne fu andato. Poi non ce la fece più a trattenersi. Pensò che non avrebbe mai più smesso di ridere.

10

Cartello Dembowska
21-2-’01

Malgrado il ruolo avuto nella sua fondazione, Kitsune non aveva mai visitato Czarina-Kluster. Come Wellspring, Kitsune aveva detenuto un grande potere nei giorni pionieristici di Czarina-Kluster; ma a differenza di Wellspring, Kitsune non aveva abbandonato il posto con grazia. Kitsune aveva sfidato apertamente i consiglieri della Regina.

Negli anni durante i quali Lindsay recuperava se stesso, lei aveva avuto un certo successo. Aveva annunciato l’intenzione di trasferirsi a Czarina-Kluster, ma a mano a mano che gli anni passavano, si era rifiutata di sconvolgere le proprie abitudini, e il suo potere si era deteriorato. Ciò aveva portato ad una rottura, e i destini di Czarina-Kluster e Dembowska erano radicalmente cambiati.

Storie inquietanti sulle sue trasformazioni erano arrivate alle orecchie di Lindsay. Stando alle voci correnti, aveva abbracciato nuove tecnologie, sfruttando il lassismo che aveva accompagnato la distensione. Dembowska era ancora un membro dell’Unione dei Cartelli Mechanist, ma era costantemente sull’orlo dell’espulsione, tollerata soltanto come camera di compensazione per i disertori del Consiglio dell’Anello.

Perfino il Consiglio dell’Anello era rimasto sgomento davanti all’emergente tecnologia della carne di Dembowska. Nelle mani degli zen serotonisti il Consiglio dell’Anello lottava per raggiungere la stabilità. Come risultato, era rimasto indietro. Il vantaggio nel campo della tecnologia genetica era passato ai chirurghi neri dagli occhi spiritati dei cometari e degli anelli di Urano, dove spuntavano come funghi clade post-umane quali la Metropolarità, i Bagnanti del Sangue, e gli Endosimbiotici. Questi avevano rifiutato l’umanità come se fosse un amnio. Microfazioni in disgregazione circondavano la Matrice Disaggregata come una nebbia di plasma surriscaldato.

La marcia della scienza era diventata una disordinata e precipitosa fuga in avanti. I Mechanist e i Plasmatori erano diventati come due eserciti contrapposti, le cui truppe, sparpagliandosi in mezzo alle paludi e agli alberi, ignorassero gli ordini dei loro ormai vetusti generali. Le emergenti filosofie di quell’epoca, il postumanismo, la Zen Serotonina, il Galatticismo, erano come falò accesi a mo’ di segnale per attirare gli sbandati. Filosofie per i disertori.

Il fuoco di Lindsay ardeva vivido e molti si lasciavano attirare dal suo bagliore. La Congrega dei Vitalateralisti, così veniva chiamato il gruppo di Lindsay.

Le congreghe di Czarina-Kluster detenevano di diritto il potere delle fazioni minori. A Czarina-Kluster, le congreghe formavano un governo ombra, un parallelo morale al distratto governo ufficiale dei consiglieri della Regina. Le élites delle congreghe si muovevano dietro le quinte, imitando il loro modello, Wellspring, in deliberate, fitte trame di dissimulazione autointessuta. Le forme del potere e le sue realtà erano state delicatamente districate. Gli arbitri sociali della Congrega del Policarbonio, di quella dei Vitalateralisti o della Camarilla Verde potevano far meraviglie con una semplice allusione o il sollevarsi di un sopracciglio.

Allora, ne conseguì che i gruppi che prendevano in considerazione la possibilità di disertare, cercando rifugio su Czarina-Kluster, consultavano le congreghe cicada prima di chiedere asilo. Di solito, questo era un lavoro che toccava a Wellspring.

In quest’ultimissimo caso, però, Wellspring era assente, impegnato in uno dei suoi molti viaggi di reclutamento. Lindsay, conoscendo la natura del caso, aveva acconsentito ad incontrare i rappresentanti dei gruppi dissidenti a Dembowska, su un terreno neutrale.

Il suo seguito consisteva nel suo vice, Gomez, in tre dei suoi studenti che stavano facendo il postdottorato, più un osservatore diplomatico in rappresentanza dei consiglieri della Regina.

Dembowska era cambiata. Quando sbarcarono alla dogana fra gli scarsi passeggeri del transpaziale, Lindsay rimase colpito dal calore. L’aria aveva la temperatura del sangue ed era impregnata dal sottile odore della pelle di Kitsune. Insieme all’odore, altri ricordi filtrarono nella sua mente. Il sorriso di Lindsay era malinconico. I ricordi erano vecchi di ottantacinque anni, sottili come un foglio di carta. Parevano essere i ricordi di qualcun altro.

I vitalateralisti di Lindsay controllarono i loro bagagli. Due degli studenti laureati, il tipo dei mechanist, mormorarono le prime impressioni nei loro microfoni da labbra. Altri passeggeri erano in attesa alle cabine del controllo a raggi.

Due agenti di Dembowska si avvicinarono al loro gruppo. Lindsay si fece avanti nella debole gravità. — Polizia dell’Harem? — chiese.

— Murofigli — rispose il primo dei due, un maschio. Indossava un leggero kimono senza maniche; le sue braccia nude erano coperte di tatuaggi che indicavano la sua autorità. Il suo volto pareva familiare, Lindsay riconobbe i genetici di Michael Carnassus. Si girò verso l’altro agente, una donna, e vide Kitsune, più giovane, i capelli tagliati, le braccia scure stampate d’inchiostro bianco.

— Sono il colonnello Martin Dembowska, e questa è la mia murosorella, capitano Murasaki Dembowska.

— Io sono il cancelliere Lindsay, questi sono i congrega-membri Abelard Gomez, Jane Murray, Glen Szilard, Colin Szilard, Emma Meyer e il sottosegretario Fidel Nakamura, il nostro osservatore diplomatico. — A turno, i cicada rivolsero un inchino all’uno e all’altro agente.

— Mi auguro che non vi abbia causato troppa scomodità il cambiamento batterico a bordo della nave — disse Murasaki. Aveva la voce di Kitsune.

— Un inconveniente di poco conto.

— Siamo costretti a fare molta attenzione ai batteri epidermici della Muromadre — spiegò il colonnello. — La superficie in gioco è considerevole. Sono certo che capirete.

— Saprebbe dirci le cifre esatte? — chiese uno dei fratelli Szilard, rivelando un’avida bramosia mechanist per i dati nudi e crudi. — I rapporti su questo argomento a Czarina-Kluster sono nebulosi.

— Stando all’ultimo rapporto, la Muromadre ammontava a quattrocentomilaottocentododici tonnellate. — Il colonnello era orgoglioso. — Avete niente da dichiarare? No? Allora seguitemi.

Seguirono il dembowskiano in un ufficio privato di compensazione, dove lasciarono le proprie valige, e vennero dati loro dei kimono sterilizzati per ospiti. Fluttuarono a piedi nudi nell’aria calda nella principale arteria di Dembowska.

Pavimento, soffitto e pareti della cavernosa area del duty-free shop erano fatti di carne. I cicada camminavano con riluttanza, sfiorando appena con le dita dei piedi la pelle elastica. Guardavano con malcelato desiderio i negozi, le isole-salvagente di pietra e metallo. Lindsay li aveva istruiti perché mostrassero il massimo tatto ed era orgoglioso del modo in cui nascondevano le proprie reazioni istintive.

Perfino Lindsay avvertì una certa titubanza quando entrarono nella prima, lunga galleria; la sua struttura rotonda, simile a un esofago, risvegliava inquietudini sepolte in un pozzo profondo.

Il gruppo salì su un trasporto a slitta aperto, mosso dalle contrazioni peristaltiche dei tendini disposti a binario sotto di esso.

La liscia parete era costellata a intervalli da tappi sfinterici per la pasta nutriente predigerita. La luce s’irradiava, morbida, da vesciche translucide, gonfie d’una bianca fosforescenza.

Gomez, al fianco di Lindsay, studiava l’architettura con un’intensità assai simile a uno stato di trance. La sua attenzione era ancora più acuita da una droga conosciuta nei circoli cicada come “Delirio Verde”.