Fissai le spalle muscolose del primo, quello che si era ribellato. Come sempre in quei momenti immaginai di sentire la gola ruvida e mal rasata quando le mie labbra l’avrebbero toccata, e i miei denti sarebbero affondati nella pelle, non la pelle gelida della dea ma quella umana, calda e salata.
Sì, amor mio. Prendilo. È la vittima che meriti. Ora sei un dio. Prendilo. Sai quanti ti aspettano?
Sembrava che le donne sapessero cosa fare. Lo sollevarono mentre mi avvicinavo. Ci fu un’altra lotta, ma non fu niente più di una contrazione dei muscoli quando lo presi fra le braccia. La mia mano si chiuse troppo forte sulla sua testa. Non conoscevo la mia nuova forza e sentii le ossa spezzarsi mentre affondavo i denti. Ma la morte fu quasi istantanea, tanto grande fu la prima sorsata di sangue. Bruciavo di sete; e l’intera porzione, completa in un istante, non era stata sufficiente. No, non era stata sufficiente.
Subito presi la seconda vittima, cercando di procedere lentamente per poter precipitare nella tenebra come avevo fatto tante volte, con l’anima sola che mi parlava. Sì, mi rivelava i suoi segreti mentre il sangue mi fiottava nella bocca, e io lasciavo che la riempisse prima d’inghiottirlo. Sì, fratello. Mi dispiace, fratello. E poi, barcollando, calpestai il cadavere davanti a me e lo stritolai.
«Datemi l’ultimo.»
Non ci fu resistenza. Mi fissava in un silenzio assoluto, come se in lui fosse spuntata una luce, come se avesse trovato la salvezza nella teoria o nella fede. L’attirai a me, dolcemente… quella era la vera fonte che desideravo, la morte lenta e potente cui aspiravo, il cuore che pompava come se non volesse mai smettere, il sospiro che gli sfuggiva dalle labbra, i miei occhi ancora annebbiati mentre lo lasciavo andare, con le immagini svanite della sua breve vita ignorata, concentrate all’improvviso in un raro secondo ricco di significato.
Lo lasciai cadere. Ora il significato non c’era più.
C’era soltanto la luce davanti a me, e l’estasi delle donne finalmente redente dai miracoli.
Nella sala era sceso il silenzio: nulla si muoveva, e il suono del mare era un rombo lontano.
Poi la voce di Akasha: I peccati degli uomini ora sono stati espiati; e coloro che sono rimasti dovranno essere ben curati e amati. Ma non date mai la libertà a coloro che rimangono, coloro che vi hanno oppresse.
Poi, silenziosamente, senza parole distinte, venne l’insegnamento.
La brama avida cui avevano appena assistito, le morti che avevano visto compiersi per mia opera dovevano essere l’eterno memento della ferocia che viveva in tutti i maschi e che non doveva più essere tollerata. I maschi erano stati sacrificati alla incarnazione della loro violenza.
Insomma, le donne avevano assistito a un nuovo rituale trascendente, un nuovo sacrificio della Messa. L’avrebbero veduto ancora; e dovevano ricordarlo per sempre.
La testa mi girava per quel paradosso. E i miei propositi di poco tempo prima erano lì a tormentarmi. Avevo voluto che il mondo dei mortali sapesse di me. Avevo voluto essere l’immagine del male nel teatro del mondo e in questo modo compiere chissà come il bene.
E adesso ero veramente quell’immagine, ne ero l’incarnazione letterale che passava attraverso quelle anime semplici e giungeva al mito, come Akasha aveva promesso. E c’era una voce che mi sussurrava all’orecchio e martellava il vecchio adagio: «Stai attento a ciò che desideri perché il tuo desiderio potrebbe realizzarsi».
Sì, quello era il punto centrale. Tutto ciò che avevo desiderato si stava avverando. Nel sacrario l’avevo baciata, avevo agognato di destarla e avevo sognato il suo potere. Adesso eravamo insieme, lei e io, e intorno a noi si levavano gli inni. Osanna. Grida di gioia.
Le porte del palazzo si spalancarono.
E noi prendemmo congedo; ascendemmo nello splendore e nella magia, varcammo le porte, sorvolammo il tetto della vecchia villa e avanzammo sopra le acque scintillanti, nella calma distesa di stelle.
Non avevo più paura di cadere. Non avevo più paura di una cosa tanto insignificante. Perché la mia anima, per quanto fosse meschina com’era sempre stata, conosceva paure che non avevo mai immaginato.
6. LA STORIA DELLE GEMELLE
[parte seconda]
Sognava di uccidere. Era in una grande città buia come Londra o Roma, e l’attraversava in fretta, in una missione di morte, per abbattere la prima dolce vittima umana che doveva essere sua. E poco prima di aprire gli occhi, aveva compiuto la transizione dalle cose in cui aveva creduto per tutta la vita a quel semplice atto amorale… uccidere. Aveva fatto ciò che fa il rettile quando solleva nella bocca coriacea il topolino che squittisce e che schiaccerà lentamente senza neppure udire quel canto sommesso e straziante.
Era sveglia nel buio e la casa era viva sopra di lei. I vecchi dicevano Vieni. Un televisore che parlava chissà dove. La Beata Vergine Maria era apparsa in un’isola del Mediterraneo.
Non aveva fame. Il sangue di Maharet era troppo forte. L’idea ingigantiva, la chiamava come una vecchia megera in un vicolo buio. Uccidere.
Si alzò dalla stretta cassa in cui giaceva, avanzò in punta di piedi nell’oscurità fino a che toccò con le mani la porta metallica. Passò nel corridoio e guardò l’interminabile scala di ferro che s’incrociava su se stessa come uno scheletro, e vide il cielo attraverso il vetro, come un fumo. Mael era a metà della salita, accanto alla porta della casa vera e propria, e la guardava dall’alto.
Si sentì vacillare… io sono una di voi, e siamo insieme. Il contatto della ringhiera di ferro sotto la mano, e un’angoscia improvvisa e fuggevole per tutto ciò che era stata prima che quella bellezza ardente l’afferrasse per i capelli.
Mael discese, come per aiutarla, perché quella sensazione la trasportava.
Capivano, vero, che adesso la terra respirava per lei e la foresta cantava, e le radici si protendevano nel buio attraverso le pareti di terra.
Guardò Mael. Un vago odore di pelle scamosciata e di polvere. Come aveva potuto pensare che quegli esseri fossero umani? Gli occhi che brillavano in quel modo. Eppure sarebbe venuto il momento in cui si sarebbe aggirata di nuovo tra gli esseri umani e avrebbe visto i loro occhi indugiare e poi distogliersi all’improvviso. Avrebbe camminato in fretta in una città buia come Londra o Roma. Mentre guardava negli occhi di Mael, rivide la vecchia megera nel vicolo; ma non era stata un’immagine precisa. No, vedeva il vicolo, vedeva l’uccisione, semplicemente. E in silenzio distolsero lo sguardo nello stesso istante; ma non in fretta, piuttosto rispettosamente. Mael le prese la mano e guardò il braccialetto che le aveva donato. All’improvviso la baciò sulla guancia. Poi la guidò su per le scale, verso la stanza in vetta alla montagna.
La voce della televisione divenne ancora più forte. Parlava d’isteria collettiva nello Sri Lanka. Le donne uccidevano gli uomini, assassinavano persino i neonati maschi. Sull’isola di Lynkonos c’erano state allucinazioni di massa e un’epidemia di morti inspiegate.
Solo a poco a poco comprese cosa stava ascoltando. Non era la Beata Vergine Maria; quando ne aveva sentito parlare per la prima volta, aveva pensato che era molto bello, il fatto che potessero credere una cosa simile. Si girò verso Mael, ma lui guardava davanti a sé. Conosceva già quelle notizie. Da un’ora la televisione continuava a trasmetterle.
Vide lo strano barlume azzurro quando entrò nella stanza in cima alla montagna. E lo strano spettacolo dei suoi nuovi confratelli dell’Ordine-segreto-dei-non-morti, sparsi come tante statue nella luce azzurra e con gli occhi fìssi sullo schermo.
«… casi simili in passato causati da sostanze contaminanti nel cibo o nell’acqua, tuttavia non è stata trovata una spiegazione per la similarità delle notizie pervenute da luoghi lontani, che includono diversi villaggi isolati tra i monti del Nepal. Le donne catturate sostengono di aver visto una donna bellissima, la Beata Vergine o la Regina del Paradiso, chiamate semplicemente la dea, che ha domandato loro di massacrare i maschi del villaggio, risparmiando solo pochi prescelti. Alcuni rapporti parlano anche di un’apparizione maschile, una divinità bionda che non parla e per ora non ha un titolo né un nome…»