Выбрать главу

«‘Ora bruciatele!’ ordinò il re.

«‘No, è troppo presto’, disse la regina. ‘Lascia che soffrano ancora.’

«Ci portarono via e ci gettarono sul pavimento della piccola cella.

«Per ore gli spiriti infuriarono nel palazzo, ma il re e la regina confortarono i sudditi e li rassicurarono. L’indomani a mezzogiorno il male sarebbe stato scacciato dal regno; fino a quel momento gli spiriti potevano fare ciò che volevano.

«Finalmente ritornò il silenzio. Sembrava che nessuno si muovesse nel palazzo, tranne il re e la regina. Persino le nostre guardie dormivano.

«Sono le ultime ore della mia vita, pensai. E domattina la sofferenza di mia sorella sarà più grande della mia perché mi vedrà bruciare mentre io non potrò vederla, e non potrà neppure gridare. Tenni abbracciata Mekare che mi appoggiò la testa sul cuore. E così trascorsero i minuti.

«Alla fine, quando dovevano mancare circa tre ore al mattino, udii un rumore fuori dalla cella. Stava accadendo qualcosa di violento; la guardia gettò un grido e cadde. Era stata uccisa, Mekare si scosse. Sentii la serratura aprirsi, i cardini scricchiolare. Poi mi parve di udire un gemito di Mekare.

«Qualcuno era entrato nella cella e l’istinto mi diceva che era Khayman. Quando tagliò le corde che ci legavano, gli afferrai la mano. Istintivamente pensai: questo non è Khayman! E poi compresi: ‘Hanno compiuto la loro opera su di te!’

«‘Sì’, rispose, con voce colma di collera e di amarezza. Un suono nuovo vi si era insinuato, un suono inumano. ‘Sono stati loro! L’hanno fatto per avere la prova, per accertare se avevate detto la verità. Hanno trasfuso il male anche in me.’ Mi sembrava che singhiozzasse dal profondo del petto. Tuttavia sentivo la forza immensa delle sue dita; mi faceva male alla mano, sebbene non volesse.

«‘Oh, Khayman’, dissi piangendo. ‘Un simile tradimento da parte di coloro che avevi servito così bene!’

«‘Ascoltatemi, streghe’, disse Khayman con voce gutturale e pieno di rabbia. ‘Volete morire domani tra il fumo e le fiamme davanti a una popolazione ignorante, oppure volete lottare contro questo male? Volete essere le loro nemiche su questa terra? Che cosa ferma la forza dei potenti, se non una forza eguale? Chi arresta un guerriero se non un altro egualmente poderoso? Streghe, se loro hanno fatto questo a me, non posso farlo io a voi?’

«Indietreggiai, ma Khayman non mi lasciò, non sapevo se era possibile. Ma sapevo che non volevo.

«‘Maharet’, disse Khayman, ‘il re e la regina creeranno una razza di accoliti devoti a meno che vengano sconfitti; e chi può sconfiggerli se non altri potenti quanto loro?’

«‘No, preferirei morire’, disse. Tuttavia pensai alle fiamme che mi attendevano. Ma no, era imperdonabile. Domani avrei raggiunto mia madre; avrei lasciato per sempre il mondo e nulla avrebbe potuto indurrai a rimanere.

«‘E tu, Mekare?’ lo sentii dire. ‘Vuoi realizzare la tua maledizione, oppure morire e affidarla agli spiriti che ti hanno delusa fin dall’inizio?’

«Il vento si levò di nuovo e ululò intorno al palazzo. Sentii sbattere le porte esterne, sentii la sabbia gettata contro i muri. I servitori correvano nelle stanze lontane, i dormienti si alzavano dal letto. Sentivo i lamenti ultraterreni degli spiriti che più amavo.

«Taci’, gli dissi, ‘non lo farò. Non aprirò la porta a questo male.’

«Ma mentre stavo inginocchiata contro la parete e mi dicevo che dovevo trovare il coraggio di morire, mi resi conto che entro i confini della cella veniva operata di nuovo la magia innominabile. Mentre gli spiriti inveivano, Mekare aveva compiuto la scelta. Tesi la mano e sentii le due forme, maschile e femminile, unite come due amanti; e mentre mi sforzavo di separarli Khayman mi colpì e mi fece cadere svenuta.

«Sicuramente trascorsero pochi minuti. Nell’oscurità, gli spiriti piangevano. Conoscevano già l’esito. I venti svanirono, il silenzio scese nella tenebra, e nel palazzo tornò a regnare la quiete.

«Le mani fredde di mia sorella mi toccarono. Udii un suono strano, come una risata. Possono ridere coloro che non hanno la lingua? Per la verità, non presi una decisione; sapevo che per tutta la vita eravamo state come una sola persona, gemelle e immagini speculari l’una dell’altra, due corpi e un’anima sola. Ero seduta nella tenebra afosa della cella fra le braccia di mia sorella; per la prima volta lei era cambiata e non eravamo più lo stesso essere, e tuttavia lo eravamo. Sentii la sua bocca sulla mia gola, sentii la trafittura; e Khayman prese il coltello e completò l’opera. E incominciò lo svenimento.

«Oh, quei secondi divini, quei momenti in cui rividi nella mente la luce splendida del cielo argenteo, e mia sorella stava davanti a me e sorrideva mentre cadeva la pioggia. Danzavamo insieme sotto la pioggia, e con noi c’era la nostra gente, e i nostri piedi nudi affondavano nell’erba bagnata; e quando rumoreggiava il tuono e il lampo squarciava il cielo, era come se le nostre anime si fossero liberate dalla sofferenza. Fradicie di pioggia ci addentravamo insieme nella grotta, accendevamo una piccola lampada e guardavamo i vecchi dipinti sulle pareti, i dipinti eseguiti da tutte le streghe che ci avevano precedute; abbracciate, nel suono della pioggia lontana, ci perdevamo in quelle immagini di streghe danzanti e della luna che appariva per la prima volta nel cielo notturno.

«Khayman mi nutrì di magia; poi mia sorella, e di nuovo Khayman. Sapete cosa mi accadde vero? Ma sapete cos’è il Dono Tenebroso, per chi è cieco? Minuscole scintille divamparono nell’oscurità gassosa; poi sembrò che una luce cominciasse a definire le forme intorno a me in deboli palpiti, come i bagliori che compaiono quando si chiudono gli occhi dopo aver guardato una forte fonte luminosa.

«Sì, potevo muovermi nell’oscurità. Tesi la mano per accertare ciò che vedevo. La porta, il muro; poi il corridoio davanti a me; per un secondo balenò la mappa indistinta del cammino.

«Eppure la notte non era mai apparsa più silenziosa; nulla d’inumano respirava nell’oscurità. Gli spiriti erano scomparsi.

«Mai, mai più ho veduto o udito gli spiriti. Non avrebbero mai più risposto alle mie richieste e alle mie invocazioni. Gli spettri dei morti, sì, ma gli spiriti erano svaniti per sempre.

«Tuttavia non mi resi conto dell’abbandono in quei primi momenti e neppure nelle prime notti.

«Molte altre cose mi sbalordivano, mi colmavano di sofferenza o di gioia.

«Molto tempo prima del levar del sole eravamo nascosti, come stavano nascosti il re e la regina, nelle profondità di una tomba. Khayman ci portò nella tomba di suo padre, dov’era stata riportata la povera salma profanata. Ormai avevo bevuto sangue mortale. Avevo conosciuto l’estasi che faceva arrossire il re e la regina. Ma non avevo osato rubare gli occhi della mia vittima; non avevo neppure pensato che una cosa simile fosse possibile.

«Cinque notti più tardi feci la scoperta; e per la prima volta vidi come vede veramente un bevitore di sangue.

«Eravamo fuggiti dalla città reale, camminando verso il nord per tutta la notte. E in un luogo dopo l’altro Khayman aveva rivelato la magia a varie persone dicendo che dovevano insorgere contro il re e la regina, poiché volevano far credere d’essere i soli ad avere il potere, e questa era la peggiore delle loro tante menzogne.

«Oh, la rabbia che provava Khayman in quelle prime notti. Dava il potere a chiunque lo volesse, sebbene fosse così indebolito che stentava a camminare al nostro fianco. Aveva giurato che il re e la regina avrebbero avuto avversari degni. Quanti bevitori di sangue furono creati in quelle settimane folli, bevitori di sangue che si sarebbero moltiplicati per le battaglie sognate da Khayman!