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Robert Silverberg

La sposa n. 91

Era un normale contratto matrimoniale di sei mesi. Io firmai, e Landy firmò, e per il momento fummo marito e moglie. Il registratore ticchettò, ronzò, e vomitò la nostra licenza. I miei amici risero, mi diedero manate sulla schiena, e urlarono le congratulazioni. Cinque sorelle di Landy sorrisero, canticchiarono, e divennero di tutti i colori dello spettro. Eravamo tutti molto felici.

«Bacia la sposa!» gridarono i miei amici e le sue sorelle.

Landy scivolò tra le mie braccia. Mi piaceva stringerla. Era sottile e pieghevole, e la sommersi nell’abbraccio. I petali della sua apertura d’ingestione vibrarono graziosamente quando li toccai con le labbra. Restammo in quella posa circa mezzo minuto. Datele tutto il credito che si merita, lei non si volle sottrarre. Sul mondo di Landy non si baciano, non con la bocca, almeno, e dubito che gioisse di quella nuova esperienza. Ma secondo i termini del nostro contratto matrimoniale noi dovevamo seguire gli usi della Terra. Una cosa che nei matrimoni interplanetari si doveva stabilire in anticipo. Noi, qui, baciamo la sposa, così baciai la sposa. Il mio amico Jim Owens si lasciò trasportare dall’euforia, prese una delle sorelle di Landy, e la baciò. Lei gli diede uno spintone e lo fece ruzzolare in mezzo alla cappella. Non era mica lei, la sposa.

La cerimonia finì. Si. tagliò la torta, e vennero distribuiti gli allucinogeni. Poi, verso mezzanotte qualcuno disse:

«Dovremmo concedere agli sposi una certa intimità.»

Cominciarono a sgombrare, e io e Landy ci preparammo alla prima notte.

Aspettammo che tutti fossero andati. Poi uscimmo dalla porta posteriore della cappella e prendemmo una capsula da trasporto per due, molto comoda. La dolce fragranza di melassa emanata da Landy mi penetrava nelle narici, e i suoi arti flessibili si strinsero ai miei.

Diedi un colpo di gomito a un bottone e scendemmo l’Harrimal Channel a circa trecento chilometri all’ora. Le correnti non erano forti, e si fece un piacevole viaggio. Landy tornò a baciarmi. Imparava i nostri usi con rapidità. In quindici minuti arrivammo a destinazione, la capsula fece una piccola svolta a sinistra e si attaccò al derma raggrinzito del nostro hotel. Il naso della capsula produsse il necessario grado di irritazione, il derma si aprì, e noi balzammo nell’edificio. Spalancai la capsula e aiutai Landy a uscire, nella nostra stanza. I suoi dolci occhi dorati, brillavano di gioia e di allegria. Feci scattare il segregamento sulle pareti filtro.

«Ti amo» disse lei in un inglese più o meno corretto.

«Ti amo» le dissi nella sua lingua.

Mi fece il broncio.

«Questo è un matrimonio terrestre, ricordi?»

«Proprio così. Certo. Champagne e caviale?»

«Naturalmente.»

Programmai l’ordinazione, e lo spuntino uscì dall’apposito scomparto, ghiacciato e invitante. Feci saltare il tappo, schiacciai il limone sul caviale, e mangiammo. Uova di pesce e succo d’uva stramatura, nient’altro, pensai.

Dopo ci portammo al tubo periscopico e guardammo oltre i cento piani dell’albergo, verso le stelle. C’era la luna piena nel cielo di quella notte, e uno dei carri stendeva la sua fila di gioielli lucenti su un arco di circa venti gradi. Ci stringemmo le mani e restammo a guardare.

Alla fine ci togliemmo gli abiti di nozze.

E alla fine consumammo il nostro matrimonio.

Non penserete che io vi voglia raccontare anche questo, vero? Certe cose sono sempre sacre, anche oggi. Se volete sapere come si fa l’amore con una suvornese, fate come me e sposatene una. Però vi voglio dare qualche piccolo accenno. Anatomicamente, per quanto riguarda i relativi ruoli del maschio e della femmina, è omologo al processo abituale della Terra. Infatti, in sostanza, l’uomo dà e la donna riceve. Ma ci sono delle differenze, è ovvio. Perché altrimenti sposare una straniera?

Confesso che ero nervoso, anche se quella era la mia novantunesima prima notte. Non avevo mai sposato una suvornese prima di allora, e quindi non ero mai stato a letto con una di loro, data la rigidità dei principi morali di quel popolo. Avevo studiato il manuale di matrimonio suvornese, è vero, ma, come ogni adolescente di qualsiasi mondo sa benissimo, tridimensionare le parole in azione è molto più difficile di quanto non possa sembrare a tutta prima.

Comunque Landy mi fu di molto aiuto. Naturalmente lei non ne sapeva di maschi terrestri più di quanto ne sapessi io sulle femmine suvornesi. Ma era avida d’imparare e preoccupata che io facessi tutte le cose giuste. Così ce la cavammo egregiamente. Ci vuole una certa abilità naturalmente, e alcuni uomini quest’abilità l’hanno, altri no. Io ce l’ho.

Il mattino seguente facemmo colazione al sole, su una terrazza che guardava su uno stagno turchese di ameboidi danzanti. Più tardi, nella giornata, lasciammo l’albergo e raggiungemmo in capsula lo spazioporto per cominciare il nostro viaggio di nozze.

«Felice?» domandai a mia moglie.

«Molto» rispose. «Sei già il mio marito preferito.»

«C’è stato qualche altro terrestre?»

«No, sai bene di no.»

Sorrisi. A un marito piace molto sapere di essere il primo.

Allo spazioporto Landy firmò come signora Paul Clay, cosa che mi fece molto piacere, e io misi la mia firma accanto alla sua. Gli inservienti ci scrutarono e ci fecero salire sull’astronave. Il personale di bordo ci sorrise amabilmente. Una ragazza dalla pelle color indaco ci accompagnò alla nostra cabina e ci augurò buon viaggio con tanta grazia che volli darle una mancia: le presi il registratore di crediti e spostai la leva di uno scatto verso l’alto. La ragazza si mostrò imbarazzata, e riportò la leva al suo posto.

«È proibito dare mance, signore!»

«Scusi. Mi sono lasciato trasportare dall’impulso.»

«Sua moglie è deliziosa. È una honirangi?»

«Suvornese.»

«Vi auguro ogni felicità.»

Fummo nuovamente soli, e strinsi Landy tra le braccia. Oggi i matrimoni interplanetari sono una mania. Io però non ho sposato Landy per essere alla moda. Ero veramente innamorato di lei, e lei di me. In tutta la galassia la gente contrae i più folli matrimoni soltanto per poter raccontare di aver avuto una strana esperienza… sposano sthenics, gruulers, e anche Hhinamor. Accoppiamenti del tutto grotteschi. Non dico che il principale scopo del matrimonio sia il sesso, né che si debba necessariamente sposare il membro di una specie con cui sia facile mantenere la relazione fisica. Ma ci dovrebbe essere un certo calore nei matrimoni. Come si può provare un vero amore per una moglie Hhinamor, che è sette rettili azzurro pallido permanentemente rinchiusi in un’atmosfera di argon? Se non altro Landy era mammifero e umanoide. Un matrimonio suvornese-terrestre non poteva naturalmente essere fertile, ma io sono quel tipo di persona convenzionale che cerca di non commettere abominazioni. Sono anche fermamente deciso di lasciare la continuazione delle specie a quelli che hanno l’incarico della riproduzione, e potete essere certi che se anche i nostri cromosomi fossero reciprocamente adatti non avrei mai proposto a Landy una cosa tanto disgustosa. Matrimonio è matrimonio, riproduzione è riproduzione. Due cose che non c’entrano niente una con l’altra.

Durante le sei settimane soggettive della nostra permanenza a bordo ci divertimmo in diversi modi. Naturalmente facemmo l’amore una quantità di volte. Praticammo del nuoto-gravità e giocammo a cricket nel salone mirastelle. Si fece conoscenza con altre coppie di sposi novelli e con una super-coppia, consistente di tre banamons e di un paio di ghinoi.

E infine Landy per farmi una speciale sorpresa, si fece trapiantare i denti.

I suvornesi hanno i denti, ma non sono uguali a quelli terrestri. Perché dovrebbero esserlo? Sono delle eleganti sottili spine, montati su basi rotanti, che i suvornesi usano per tenere fermo il cibo mentre la lingua lo raspa dal di dentro. Nei termini delle necessità suvornesi sono molto funzionali, e in confronto a quelli della specie i denti di Landy sono notevolmente belli, io trovo, almeno. Non volevo che li cambiasse. Ma lei doveva aver avuto la sensazione che io trovassi i suoi denti anti-erotici, o qualcosa del genere. Forse stavo irradiando una inconscia avversione per quella dentatura tanto diversa, anche se mi dicevo al livello del ragionamento, che quei denti erano molto belli. Così lei andò dal dentista dell’astronave e si fece mettere una serie completa di denti terrestri.