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Il segretario annunciò: «Ci sono dei marinai di una nave tedesca. Chiedono di presentarsi a rapporto da lei.»

«Sì,» disse Reiss. Con un balzo raggiunse la porta e uscì nell’anticamera. C’erano tre marinai che indossavano dei pesanti maglioni grigi: capelli biondi e folti, volti decisi, appena un accenno di nervosismo. Reiss sollevò la mano destra. «Heil Hitler.» Rivolse loro un fugace sorriso amichevole.

«Heil Hitler,» farfugliarono i tre, e cominciarono a mostrargli i loro documenti.

Non appena ebbe certificato la loro visita al consolato, si precipitò nel suo ufficio.

Riaprì ancora una volta La cavalletta non si alzerà più.

Gli occhi caddero su una scena che riguardava… Hitler. A questo punto non riuscì a trattenersi; cominciò a leggere quel brano fuori sequenza, con la base del collo che gli bruciava. Il processo a Hitler, si rese conto. Dopo la fine delle ostilità. Hitler nelle mani degli Alleati, buon Dio. Anche Goebbels, Göring e tutti gli altri. A Monaco. Evidentemente Hitler stava rispondendo al pubblico ministero americano.

…nero, fiammeggiante, lo spirito di un tempo sembrò riavvampare per un attimo. Il corpo malfermo e tremante si irrigidì all’improvviso, la testa si sollevò. Dalle labbra che sbavavano in continuazione uscì un gracidio, per metà un latrato, per metà un sussurro. “Deutsche, hier steh’ Ich.” [“Tedeschi, eccomi qui.”] Brividi fra coloro che osservavano e ascoltavano, le cuffie strette sul capo, i volti tesi dei russi, degli americani, degli inglesi e anche dei tedeschi. Si, pensò Karl. Eccolo che si alza di nuovo… ci hanno battuto… e hanno fatto di più. Hanno spogliato questo superuomo, lo hanno mostrato per ciò che è. Solo un…

«Freiherr.»

Reiss si rese conto che il suo segretario era di nuovo entrato in ufficio. «Ho da fare,» disse stizzito, e richiuse il libro di scatto. «Sto cercando di leggere questo libro, per l’amor del cielo!»

Era inutile. Lui lo sapeva.

«È appena arrivato un altro radiogramma in codice da Berlino,» disse Pferdehuf. «L’ho intravisto mentre iniziavano a decodificarlo. Parla della situazione politica.»

«Che dice?» mormorò Reiss, grattandosi la fronte con le dita.

«Il dottor Goebbels ha parlato alla radio, inaspettatamente. Un discorso di rilievo.» Il segretario era piuttosto eccitato. «Dobbiamo trascrivere il testo — lo stanno trasmettendo fuori codice — e accertarci che venga pubblicato dalla stampa locale.»

«Sì, sì,» disse Reiss.

Quando il segretario fu nuovamente uscito, Reiss riaprì il libro. Un’altra occhiata, malgrado la mia decisione… sfogliò il brano precedente.

…in silenzio, Karl contemplò la bara avvolta nella bandiera. Giaceva lì dentro, e adesso non c’era più, per sempre. Neppure le potenze ispirate dal demonio avrebbero potuto farlo risorgere. L’uomo - o forse era stato davvero un Übermensch [Superuomo]? — che Karl aveva seguito ciecamente, adorato… fin quasi alla tomba. Adolf Hitler era passato a miglior vita, ma Karl ci si aggrappava, alla vita. Non lo seguirò, bisbigliava la mente di Karl. Andrò avanti, vivo. E ricostruirò. Tutti ricostruiremo. Dobbiamo farlo.

Quanto lo aveva portato lontano, terribilmente lontano, la magia del Capo. E che cos’era, adesso che era stata scritta la parola fine su quella incredibile carriera, quell’itinerario dall’isolato villaggio di contadini dell’Austria, dalla desolante povertà di Vienna, dall’incubo minaccioso delle trincee, attraverso gli intrighi politici, la fondazione del Partito, fino al Cancellierato, fino a quella che per un istante era sembrata la dominazione del mondo?

Karl lo sapeva. Un bluff. Adolf Hitler aveva mentito, e li aveva guidati con parole vuote.

Non è troppo tardi. Abbiamo scoperto il tuo bluff, Adolf Hitler. E ti conosciamo per ciò che sei, finalmente. E il Partito Nazista, quell’epoca spaventosa di omicidi e di megalomani fantasie, anche quello lo vediamo per ciò che è. Per ciò che è stato.

Karl si voltò e si allontanò dal feretro silenzioso…

Reiss richiuse il libro e rimase per un po’ di tempo seduto. Suo malgrado era sconvolto. Si sarebbe dovuta fare maggior pressione sui giap, si disse, perché quel maledetto libro venisse tolto di mezzo. Anzi, ovviamente lo hanno fatto apposta. Avrebbero potuto arrestare questo… come diavolo si chiama, Abendsen. Hanno un grande potere nel Midwest.

Ciò che più lo aveva sconvolto era la morte di Adolf Hitler, la sconfitta e la distruzione di Adolf Hitler, della Partei e della Germania stessa, come venivano descritte nel libro di Abendsen… era tutto in un certo senso più grandioso, più nello spirito dei vecchi tempi che del mondo attuale. Il mondo dell’egemonia tedesca.

Come può essere? si chiese Reiss. È solo l’abilità di scrittore di quest’uomo?

Conoscono un milione di trucchi, questi romanzieri. Prendiamo il dottor Goebbels; è così che ha cominciato, scrivendo romanzi. Fanno appello ai desideri più inconfessati che si nascondono in ognuno di noi, per quanto in superficie si possa apparire rispettabili. Sì, gli scrittori conoscono gli uomini, sanno quanto siano indegni, governati dai loro testicoli, spinti dalla loro vigliaccheria, pronti a vendersi a qualsiasi causa per ingordigia… tutto quello che devono fare è battere il tamburo, e questa è la loro risposta. E naturalmente, questi romanzieri, se la ridono di nascosto, vedendo l’effetto che ottengono.

Guarda come ha lavorato sui miei sentimenti, rifletté Herr Reiss, e non sul mio intelletto; e naturalmente lo pagheranno per questo… il denaro non manca. È chiaro che qualcuno ha istigato questo Hundsfott [Figlio d’un cane], gli ha detto quello che doveva scrivere. Sono disposti a scrivere qualunque cosa, pur di essere pagati. Racconta pure un mucchio di bugie, e il pubblico prenderà sul serio quell’intruglio puzzolente quando gli verrà servito bello e pronto. Dov’è stato pubblicato? Herr Reiss esaminò la copia del libro. Omaha, Nebraska. L’ultimo avamposto della vecchia editoria plutocratica degli Stati Uniti, che una volta aveva sede a New York e si reggeva con l’appoggio del capitale ebreo e comunista…

Forse questo Abendsen è un ebreo.

Ci sono ancora, e stanno tentando di avvelenarci. Questo jüdisches Buch… [Libro ebreo] richiuse il libro con violenza. Il suo vero nome probabilmente è Abendstein. Di certo l’SD è già sulle sue tracce.

Non c’è dubbio, bisognerebbe mandare qualcuno negli Stati delle Montagne Rocciose per fare una visitina a Herr Abendsen. Chissà se Kreuz vom Meere ha ricevuto istruzioni in tal senso. Probabilmente no, con tutta la confusione che c’è a Berlino. Sono tutti troppo coinvolti dalle faccende di polìtica interna.

Ma questo libro, pensò Reiss, è pericoloso.

Se un bel mattino Abendsen venisse ritrovato appeso al soffitto, sarebbe una notizia confortante per chiunque si fosse fatto influenzare dal suo libro. Saremmo noi ad avere l’ultima parola. A redigere il poscritto.

Naturalmente ci vorrebbe un bianco. Chissà che fa Skorzeny, in questi giorni.

Reiss rifletté, tornando a rileggere la sovraccoperta del libro. Quell’ebreo vive barricato. Lassù nel suo Castello. Non è uno sciocco. Chiunque riuscisse a entrarci per catturarlo non ne uscirebbe vivo.