Выбрать главу

Il guerriero tirò su col naso quando Axxter lo scosse. La faccia da bambino invecchiato fece delle smorfie per l’intrusione del mondo esterno nei suoi deliziosi ricordi. — Ehi, forza. Svegliati. — Rendersi conto di quanto fosse stanco aveva reso Axxter snervato. La vecchia barba non gli faceva più paura; voleva solo portare a termine il suo lavoro.

Le dita del guerriero avevano sparso le poche gocce di sangue sulla corazza all’altezza delle costole. Si era lamentato nervosamente, proprio come un bambino, che il nuovo biofoglio “gli faceva il solletico”. Axxter sapeva bene che qualunque terminazione nervosa del vecchio era sepolta così in profondità sotto l’armatura e i tessuti coperti di cicatrici, che questi non poteva avvertire assolutamente nulla.

Devo innestarlo di nuovo. E poi coprirlo con delle bende in modo che il vecchio scemo non possa continuare a stuzzicarlo. Andò a prendere la sua cassetta da lavoro in un angolo della tenda. Fino a quando il suo soggetto era relativamente tranquillo perché addormentato…

Appena Axxter si piegò per cominciare il suo lavoro, il guerriero aprì i suoi occhi giallo-rossi: la barba gli coprì il petto quando sollevò la testa per vedere cosa stesse accadendo.

— Questo è proprio quello che è successo. — Il guerriero annuì. — Esattamente così. Io ero là, l’ho visto, puoi credermi.

— Puoi scommetterci. — Guardò la punta del saldatore che seguiva il contorno del biofoglio. Grandioso; uno stupido aneddoto in meno da dover ascoltare. Il vecchio doveva aver sognato e parlato tra sé, convinto di avergli raccontato ogni cosa. — È stato davvero grandioso.

Axxter continuò a lavorare, mentre il guerriero chiuse gli occhi e sorrise.

Quando chiamò il Consorzio della Piccola Luna e chiese accesso prima ai SERVIZI GRAFICI e poi a INFORMAZIONI (NUOVE e PROSEGUIMENTI), Axxter parlò con la sua impiegata preferita. Da qualche parte ai livelli più alti, dove il Consorzio aveva i suoi uffici sempre in competizione con i loro antagonisti del Sindacato delle Comunicazioni, da qualche parte lassù un corpo ospitava quella voce allegra e un po’ roca. Axxter lo considerò un segno della sua fortuna.

— Ny… come stai? — Nelle sue orecchie risuonò la voce della donna. — Sono secoli che non ti sento. Almeno da… uhm… — Stava controllando i suoi dati, lui lo sapeva bene. — Gesù, saranno almeno un paio di mesi!

— Ho avuto un periodaccio — disse scuotendo le spalle, anche se lei non avrebbe potuto vederlo. — Sai come vanno le cose.

— Povero scemo — la solita solfa che lo uccideva — dovresti piantarla con questa merda e cominciare a fare qualcosa che ti procuri davvero del denaro.

Ogni libero professionista sul muro, fosse uomo o donna, aveva un debole per lei, o meglio, per la sua voce.

Non sapeva nemmeno come si chiamasse, malgrado ritenesse, su basi storico-culturali, che Lauren le sarebbe stato a pennello. — Non preoccuparti per me. Mi aspettano grandi guadagni.

— Cosa? — La voce della donna era triste e allegra contemporaneamente. Aveva già sentito quella frase, da tutti loro. — Spero sinceramente che sia vero. Saresti in grado di farne buon uso.

Ci vollero un paio di minuti per caricare il codice d’animazione. — Accidenti — disse la ragazza quand’ebbe finito — questo è qualcosa di grosso.

Lui non poté trattenersi dal ridere: la donna conosceva tutte le vecchie linee. — Tutti i miei lavori sono grandi, dolcezza. Rispecchiano la mia personalità.

Rise anche lei. — Sii serio, hai davvero un grosso lavoro per le mani?

— Te l’ho detto. — Nelle ultime ventiquattr’ore era rimasto sveglio solo per mettere a punto il codice. E avrebbe potuto dormire solo quattro ore prima di dover incidere gli schemi sull’armatura del vecchio guerriero e sul biofoglio. Tutto questo, dopo ore e ore in cui aveva ascoltato storie di guerra per creare i progetti finali per quel vecchio “pezzo” di storia. Aveva gli occhi pieni di sabbia e ai margini, appena visibili, vedeva danzare strane e confuse figure. L’ultima volta che gli era successo, aveva imparato che, sfregandosi gli occhi, li avrebbe fatti sanguinare. — Questa è una vera svolta per me.

— Mhmm… ci credo. — Il tono della voce della donna si abbassò di un’ottava. — Per chi stai lavorando?

Axxter, malgrado la stanchezza, sentì un campanello d’allarme. — Oh… una nuova tribù emergente. Hanno avuto forti finanziamenti. Capitali dalle alte sfere. — Era meglio essere molto prudenti. Non pensava che lei l’avrebbe fregato — gli avrebbe spezzato il cuore — eppure… Le cose facevano in frettissima a complicarsi se non si stava sempre all’erta.

L’anticipo del Generale Cripplemaker aveva aumentato il suo conto corrente al massimo livello che avesse mai toccato nel corso della sua storia. Guardava i numeri che scorrevano all’indietro ai margini del suo schermo mentre ne trasferiva una cospicua quota al Consorzio. Sufficiente per i costi organizzativi del codice e per la sua trasmissione protetta per il successivo periodo di sei mesi.

— Vuoi che cominci immediatamente?

Axxter scosse il capo. — No, c’è un momento preciso in cui dovrà partire — Cripplemaker aveva già discusso con lui i dettagli del banchetto, fino alla cerimonia di presentazione in cui avrebbero mostrato il vecchio guerriero. La scusa era quella di assegnare al veterano qualche altra medaglia — per l’ottima condotta, per lo scarso assenteismo e per qualcos’altro ancora — ma in realtà volevano rivelare il suo nuovo ruolo. Il megassassino sarebbe stato colpito da un fascio di luce poco prima che l’animazione prendesse vita: un coro di stupite esclamazioni si sarebbe alzato da ogni tavolo. Sapeva bene che con le tribù militari una perfetta messa in scena era fondamentale. Axxter estrasse un pezzo di carta dalla tasca della giacca e glielo lesse. — Proprio in questo preciso istante.

— Sarai servito — La voce della donna si abbassò, divenne un sussurro, quasi un bacio. — Ehi… buona fortuna.

— Già, grazie. — Lei era già sparita, sostituita dal costo della chiamata. Una parte da pagare al Sindacato delle Comunicazioni che aveva allacciato il collegamento all’inizio, il resto al Consorzio che era subentrato una volta che aveva superato l’edificio e aveva raggiunto l’angolazione adatta per poter trasmettere.

Dovresti dormire un po’. Lo sapeva; mancavano più o meno sei ore al banchetto. Stavano già preparando le tende da cerimonia, quando Axxter scivolò fuori dall’accampamento e si allontanò a bordo della sua Norton per poter stare un po’ da solo. Cripplemaker voleva che lui fosse là come ospite d’onore. Ovviamente, con qualche limite: senza uccidere qualcuno non si poteva mai avanzare molto agli occhi delle tribù. Le alte sfere, comunque, avevano un certo rispetto per gli artigiani.

Distrattamente, si sfregò gli occhi, ma vide con sollievo che le sue dita non erano macchiate di sangue. Desiderò non aver fatto un lavoro di precisione così accurato, terminando il codice e trasmettendolo. Aveva dedicato gran parte delle ultime ore a rifinire e perfezionare della dannata merda che non si sarebbe potuta vedere senza un sofisticato microscopio. Ben distante dal livello di percezione di un pubblico grezzo come quello. Lascia perdere, e vedi di non farteli scappare. Il grande colpo, la svolta.

Dormire. Non gli restava che accovacciarsi nel suo sidecar e programmare il suo nervo ottico perché lo svegliasse dopo circa cinque ore. Aveva un sacco di tempo.

Ma sapeva che non sarebbe mai riuscito ad addormentarsi. Era troppo agitato. E l’eccitazione era più forte della stanchezza.

Avrebbe potuto uscire dal proprio corpo… aveva il denaro necessario. Valutò l’idea di fare una breve visita alla sua fidanzata, ma decise che non era il caso. Non voleva che il suo umore venisse minato dalle sue solite menate.