Выбрать главу

Quello spiegava la sua aria felina e soddisfatta. Una donna a cui piacevano gli affari che faceva. E il gruppo dei Violenza erano a meno di una settimana di cammino da lì… Axxter guardò nei suoi occhi socchiusi e ricevette una conferma.

Era stata con loro il giorno prima; poteva quasi sentire l’odore di quei giovani su di lei, no, non l’odore… ma l’eco della loro adrenalina che si sprigionava sotto le sue abili mani. Un desiderio gli attraversò le spalle mentre caricava la Norton e tracciava la posizione della tribù. Forse si trovavano solo a qualche ora da lì; era possibile.

Poi gli venne un altro impulso, di diverso tipo. — Ehi Guyer, vuoi vedere qualcosa di carino?

La donna scese dalla moto e si diresse verso di lui con la tipica grazia di un libero professionista vissuto e nato sul livello verticale: Axxter fu colto da una nausea sconcertante mentre la guardava camminare perpendicolarmente al muro, con gli stivali che si agganciavano e sganciavano dalla superficie metallica. Sotto la pelle della donna si vedeva lo sforzo dei muscoli tesi per permetterle di restare ritta e rigida come una bandiera al vento.

Prese la telecamera dal sidecar e richiamò il nastro che aveva registrato in mattinata. La osservò mentre, inginocchiata sopra lui, guardava nel mirino della telecamera e i suoi capelli gli sfioravano le guance; al centro dell’immagine le due figure si muovevano attraversando due piccoli cieli.

— Carino — disse lei allontanandosi e sorridendogli. Axxter giocherellò con la telecamera mentre i potenti led lampeggiavano. Non sapeva perché avesse voluto mostrare a Guyer il film degli angeli che facevano l’amore. Forse sperava in qualcosa. La solita cosa. Una ripetizione del suo primo incontro con la donna, quando stava facendo i primi e lenti progressi sulla superficie del Cilindro, a qualche chilometro di distanza dall’apertura da cui era uscito. Tutti sapevano che Guyer aveva già risparmiato una notevole fortuna che le avrebbe permesso di vivere piacevolmente di rendita; ora faceva solo quello che le piaceva, incluse simili iniziazioni non commerciali. Un benvenuto sul livello verticale. Quel ricordo svanì quando Axxter guardò la telecamera spenta. L’immagine degli angeli, riflessa negli occhi della donna, inibì il suo desiderio così ordinario. Distolse lo sguardo da lei e rimise la telecamera nel sidecar.

Guyer poté leggere nei tendini della sua nuca le tensioni che provava ed egli avvertì la simpatia della donna ancor prima che questa gli sfiorasse il collo. Non avrebbe potuto diventare tanto famosa nel suo campo senza quelle sue dolcissime qualità. Quanti guerrieri erano stati tra le sue braccia, ascoltando il sangue scorrere nel suo piccolo seno e guardando le stelle girare lentamente intorno all’edificio? Senza dubbio molti più di quanto potesse immaginare, pensò Axxter. — Indovina dove sono stata? — Disse lei distraendolo. — Alla Fiera.

— Davvero? Quale? — Non che fosse molto importante; i pettegolezzi che poteva offrire una delle Fiere dell’Equatore, i fiumi gemelli del commercio e delle chiacchiere che correvano lungo i fianchi dell’edificio, erano già abbastanza allettanti. I mercanti della Fiera, seduti sulle linee di demarcazione tra il mondo conosciuto e la misteriosa parte oscura, sentivano ogni cosa.

Con un lieve cenno del capo, Guyer disse — Quella di Sinistra — il suo gesto terminò verso destra, data la sua posizione capovolta. — Ho sentito un sacco di cose interessanti.

— Per esempio? — In quel momento Axxter scordò del tutto gli angeli. Lei si chinò in avanti, più vicina a lui. — I Folla Devastante — la sua voce era un sussurro, per il puro piacere della complicità, visto che erano del tutto soli su quel settore di muro. — Stanno organizzando una campagna di reclutamento. Per la grande alleanza che stanno costituendo. Stanno arruolando ogni tipo di piccola tribù, anche quelle formate da due soli uomini, battaglioni, qualunque cosa. Stanno tentando di concludere affari ovunque per arruolare nuova gente. Chiedilo ai Devastazione quando finalmente li troverai: scommetto che avranno contattato anche loro. — Si spostò indietro, con le gambe sempre bloccate dalla ragnatela di fili metallici attaccata ai suoi stivali. — I Folla… — e socchiuse leggermente gli occhi mentre assaporava quel nome. — Stanno facendo la loro mossa. Finalmente.

L’improvviso fervore nella voce della donna lo innervosì. Cosa gliene fregava? Tutto quel casino per controllare il Cilindro ad Axxter sembrava lontanissimo. Come il passaggio del sole sull’apice dell’edificio che gettava nell’oscurità della notte profonda la parte del giorno, mentre la barriera di nuvole di quella della sera ingoiava la luce. Non c’era molto che si potesse fare… si viveva nella costrizione della luce e del buio come chiunque altro si trovasse sul settore verticale. Se la tribù dei Folla Devastante voleva sfidare l’Atroce Amalgama, che governava il Cilindro da molto tempo prima che Axxter o Guyer nascessero… be’ erano affari loro. Axxter era abbastanza cinico da credere che per lui non avrebbe fatto alcuna differenza; eppure la vista di Guyer con gli occhi chiusi, che sognava un futuro dorato lo fece riflettere.

— Bene… — Scrollò le spalle. — Auguro loro buona fortuna.

La donna gli rivolse uno sguardo di disapprovazione. — Dovresti curarti molto più di queste cose, Ny. Sono davvero importanti.

Quel tono materno lo irritò. — Quello che è importante per me è accaparrarmi qualche buon affare, procurarmi qualche azionista che mi porti guadagni. Giusto? E rimarrò qui fuori, sul muro, a darmi da fare, senza curarmi di quello che succederà al vertice tra la Folla Devastante e l’Atroce Amalgama. Non rappresentano un cazzo per me, dolcezza.

Guyer gli rispose qualcosa che egli non sentì, preso com’era dai suoi pensieri. Importante per me. Soldi, sempre soldi. La Folla Devastante ne aveva a fiumi, visto che era la tribù militare più crudele e potente; ed erano anche ottimi politici in grado di stringere alleanze e trattati con le altre tribù. Una forza collettiva che stava accerchiando l’Amalgama, ormai ben lontana dall’essere la tribù militare che era stata un tempo. Ora faceva soldi a palate con le tariffe che richiedeva per concedere le licenze alle grandi agenzie come il Sindacato delle Comunicazioni, la Chiedi Ricevi o il Consorzio della Piccola Luna. Circolavano un mucchio di soldi. Una fiumana di soldi per pagare le legioni di mercenari, i diplomatici e la macchina necessaria a mantenere l’enorme e patologica corte dell’Amalgama. Quel pensiero, un mucchio di soldi, continuava a ronzargli in testa. Se solo potessi avere le briciole di quei soldi, allora sì che sarei felice. Cristo, non li voglio tutti. Non ne voglio neanche molti. Solo abbastanza. E le briciole erano sempre briciole, indipendentemente da chi si mangiava tutto il resto. La voce di Guyer interruppe i suoi pensieri. — Ecco perché l’ho fatto.

— Fatto cosa?

La donna osservò la sua espressione interrogativa e sospirò.

— Vendere tutte le mie azioni dell’Amalgama, sia quelle preferenziali che le opzioni, e acquistare quelle della Folla.

— Accidenti! — L’aveva sentito due volte e ancora non ci credeva. Eppure lei doveva esserne convinta. Al di là della fiducia — si trattava di denaro adesso. Un conto, per lei, era sognare un’Età Migliore, in cui i forti guerrieri avrebbero cacciato i logori e viscidi politici, mentre lei, teneramente folle, come lo era sempre stata, avrebbe continuato a viaggiare e a condurre i propri affari in quei maledetti settori di muro. Ma vendere tutte le sue azioni e puntare tutto su quella prospettiva… Axxter scosse il capo, trattenendo un fischio a denti stretti. Aveva creduto che Guyer fosse più acuta. Non si conosce mai abbastanza la gente.

— Devo andare. Ci vediamo.