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«Ogni uomo ha la sua opinione» disse Sol placidamente, strofinando il contenuto di una vecchia scatola di grasso su un paio di stivaletti militari ancora più vecchio.

«Opinione un corno,» disse Andy. «Tu vai soltanto in cerca di guai. Ci vediamo questa sera, Shirl. Se c'è in giro la stessa calma di ieri non verrò a casa tardi.» Chiuse la porta e lei fece girare la chiave.

«Ma di che cosa stavate parlando?» chiese Shirl, scaldandosi le mani sulla mattonella di carbone di mare che si scioglieva sulla stufa. Fuori faceva umido e freddo, e il vento scuoteva la finestra nel suo riquadro.

«Andy parla delle proteste,» disse Sol, ammirando la punta nera e lucida della sua scarpa. «O meglio, parla contro le proteste. Hai sentito della Legge di Emergenza? L'hanno strillata in TV tutta la settimana scorsa.»

«È quella che chiamano la legge uccidi-bambini?»

«Che cosa?» gridò Sol spazzolando rabbiosamente la scarpa. «Chi la chiama così? Un branco di cretini, ecco che cosa sono. Gente con la testa ancora nel medioevo, e i piedi fossilizzati. In altre parole, i fessi.»

«Ma Sol, non potete obbligare la gente a praticare una cosa nella quale non crede. Molti sono ancora persuasi che questa legge abbia ancora a che fare con l'uccisione di bambini.»

«E si sbagliano. È colpa mia se il mondo è pieno di tonti? Sai benissimo che il controllo delle nascite non ha niente in comune con l'uccisione di neonati. Li salva, invece. Qual è secondo te il maggiore dei due delitti, far morire i bambini di fame e di malattia, o fare in modo che, prima di tutto, i bambini non desiderati non vengano al mondo?»

«È un ragionamento troppo semplice, Sol. Le cose non sono mai così chiare come il bianco sul nero.»

«E sì che lo sono. Nessuno vuole ammetterlo, è tutto qui. Senti, noi viviamo oggi in un mondo lurido, e i nostri guai hanno una sola origine: troppa benedetta gente al mondo. Dimmi perché durante il novantanove per cento del tempo già trascorso dalla vita umana su questa terra, non vi è mai stato un problema di sovrappopolazione?»

«Non lo so, non ci ho mai pensato. Che cos'è cambiato?»

«Te lo dico io che cos'è cambiato.» Scosse la scarpa sotto il suo naso. «È arrivata la medicina moderna. Ogni malattia ha trovato la sua cura. La malaria è stata spazzata via, così come altre epidemie che decimavano la gente in giovane età e mantenevano basso il livello della popolazione. È arrivato il controllo della morte. I vecchi hanno vissuto più a lungo. Un maggior numero di bambini sono sopravvissuti anziché morire, e ora diventano dei vecchi che vivono più a lungo ancora. La gente viene al mondo con lo stesso ritmo di prima, solo che non muore più con lo stesso ritmo. Nascono tre persone per ogni due che muoiono. E la popolazione raddoppia, e raddoppia ancora, e continua a raddoppiare. Sempre più velocemente. La gente è un'epidemia, un flagello che infesta il mondo. Abbiamo più gente che vive più a lungo. Dovremo farne nascere meno, questa è la risposta al problema. Abbiamo conquistato il controllo della morte, ora dobbiamo farlo collimare con il controllo della vita, delle nascite.»

«Se la mettete così, naturalmente, capisco. Ma, visto che la cosa è tanto semplice, perché non si è fatto nulla prima d'oggi?»

Sol emise un lungo e tremulo sospiro, e tristemente riprese la scarpa per finire di lucidarla.

«È che non si dicono agli uomini le cose come sono. Nascono come bestie, e muoiono come bestie. Sempre in troppi. Io do la colpa a quei porcaccioni di uomini politici e ai cosiddetti leaders dei popoli, che hanno sempre evitato l'argomento, l'hanno sempre taciuto perché era troppo scottante. E così, porca miseria, passeranno degli anni prima di venire al dunque, e io invece, i miei anni me li voglio godere ora. L'umanità si è pappata in un secolo tutte le risorse della terra, risorse che avevano richiesto millenni di lavoro per arrivare al punto in cui erano arrivate. E nessuno di quelli che comandano vi ha pensato neppure un attimo, o ha dato retta alle voci di coloro che tentavano di avvisarli. Ci hanno tranquillamente lasciato superprodurre e superconsumare, fino a che il petrolio è sparito, il suolo si è impoverito o è scomparso, gli alberi sono stati tagliati, gli animali si sono estinti, la terra avvelenata, e in cambio, a giustificazione di questo saccheggio, abbiamo unicamente sette miliardi di persone che si contendono degli avanzi di cibo, che vivono un'esistenza precaria e miserabile, che continuano a riprodursi senza controllo. E sai che cosa ti dico? “È venuto il momento di alzarci in piedi e contarci… ” come dice la Bibbia.»

Sol si infilò le scarpe, se le allacciò, e fece un nodo. Poi infilò un maglione pesante, e prese dall'armadio una giacca militare tutta mangiata dalle tarme. Una fila di nastrini spiccava, con la sua linea multicolore, sul petto verde oliva della giacca. Sotto i nastrini vi era una medaglia di tiratore scelto e un distintivo della scuola tecnica. «Si dev'essere ristretta,» disse Sol che tentava invano di abbottonarla sulla pancia. Poi si annodò una sciarpa intorno al collo e mise il suo pastrano tutto logoro.

«Dove andate?» gli chiese Shirl, stupita.

«Vado a dimostrare. A cercar guai, come dice il nostro amico Andy. Ho settantasette anni e ho raggiunto questa venerabile età perché sono rimasto fuori, perché ho sempre evitato i guai, perché ho tenuto la bocca chiusa e non mi sono mai fatto avanti. Me l'aveva insegnato la vita nell'esercito. Forse vi sono state troppe persone come me al mondo, non lo so. Forse avrei dovuto protestare molto prima, ma non ho mai trovato nulla che meritasse la mia protesta. Ora sì, però. Le forze delle tenebre e le forze della luce oggi s'incontreranno. Io voglio unirmi alle forze della luce.» Si calcò fino agli orecchi un vecchio berretto di lana e si avviò alla porta.

«Sol, che cosa state dicendo? Vi prego, spiegatemi,» implorò Shirl non sapendo se ridere o piangere.

«C'è un raduno. Quei cretini della lega “Salvate i nostri bambini” hanno indetto una marcia di protesta davanti al palazzo del comune, per tentare di bloccare la legge di emergenza. C'è poi un altro raduno, in favore della legge. Più forte sarà il trambusto e meglio sarà. Se molta gente va a gridare il suo parere, forse riuscirà a farsi sentire, e potrebbe darsi che la legge sia finalmente approvata dal Senato. Potrebbe darsi…»

«Sol!» gridò per trattenerlo, ma la porta si era già chiusa dietro di lui.

Andy lo ricondusse a casa, quella sera, molto tardi, aiutato da due uomini dell'ambulanza che portavano la barella su per le scale. Sol era legato alla barella, il viso sbiancato, inconscio, con un respiro rantolante.

«C'è stato un tafferuglio per la strada,» disse Andy, «quasi una sommossa, quando i dimostranti hanno cominciato la marcia. Sol era in mezzo, è stato rovesciato, buttato a terra. Si è fratturato l'anca.» La guardò senza sorridere, stanco, mentre portavano dentro la barella.

«Può essere una cosa molto grave per un vecchio,» le disse.

CAPITOLO QUINTO

Sull'acqua si era formata una leggera crosta di ghiaccio. Si incrinò e si ruppe quando Billy vi spinse il secchio. Mentre risaliva le scale per tornare indietro, si accorse che un altro gradino metallico emergeva, all'asciutto. Avevano preso molta acqua da quella specie di pozzo, ma pareva ancora pieno a metà.

«C'è un po' di ghiaccio sulla superficie dell'acqua ma non credo che possa congelarsi tutta fino in fondo,» disse a Peter mentre chiudeva e sprangava la porta. «C'è ancora una quantità di acqua, una quantità.»

La misurava attentamente ogni giorno e serrava la porta come se fosse stata una cassaforte in banca piena di denaro. E perché no? Valeva quanto il denaro. Finché continuava la scarsità d'acqua in città, si poteva vendere a buon prezzo, e guadagnare tutti i D necessari a mangiar bene e a scaldarsi.