«Che ne dici, Peter?» disse appendendo il bidone al gancio sovrastante il fuoco di carbone di mare. «Ti sei mai fermato a pensare che noi, quest'acqua, ce la mangiamo? Perché la vendiamo e compriamo i viveri, ecco perché.»
Peter, accoccolato sulle natiche, guardava fissamente fuori dalla porta e non faceva attenzione alle parole di Bill, che infine si mise a gridare ripetendo quanto aveva già detto. Peter scosse il capo scontento.
«“Coloro che fanno del loro ventre un dio, e la cui gloria è la loro vergogna… “» recitò. «Te l'ho già spiegato, Billy, che presto verrà la fine di tutte le cose materiali. Se tu concupisci le cose materiali sei perduto…»
«E tu? Non sei perduto? Indossi gli abiti comperati con quest'acqua, e mangi questa pappa… Che significato hanno dunque le tue parole?»
«Io mangio solamente per poter vivere sino al giorno del Giudizio,» rispose con solennità. «Siamo ormai così vicini: ancora poche settimane, sembra incredibile. Fra poco mancheranno solamente alcuni giorni. È stupendo che ciò accada durante la nostra esistenza.» Si alzò e uscì. Billy udì che scendeva a terra.
«La fine del mondo,» borbottò Billy a se stesso, mentre rimescolava i granuli di Ener-Gi-A nell'acqua. Che pazzo!
Non era la prima volta che lo pensava, ma non lo diceva mai. Le parole di quell'uomo parevano tutte folli. Ma poteva anche esser vero. Peter poteva dimostrarlo con l'aiuto della Bibbia e altri libri. Ora i libri non li aveva sottomano, ma li aveva letti così spesso che ne recitava a memoria lunghi brani. E perché non sarebbe stato così? Per quale altra ragione il mondo era come era? Non era sempre stato in quel modo. Lo dimostravano i vecchi film passati in TV. Tutto era cambiato, in fretta. Ci doveva essere una ragione. Forse, come diceva Peter, il mondo stava proprio per finire, e il primo dell'anno sarebbe stato il giorno del Giudizio Universale.
«Idea balorda,» disse ad alta voce, ma nello stesso tempo rabbrividì e allungò le mani sul fuoco.
Le cose non andavano poi tanto male. In fin dei conti lui indossava due golf e una vecchia giacca con le toppe di tubo di gomma di bicicletta ai gomiti; era l'indumento più caldo che avesse mai avuto. E poi, mangiavano bene. Aspirò rumorosamente con il cucchiaio da minestra il suo brodo di Ener-Gi-A. L'acquisto di tessere della Previdenza gli era costato un mucchio di dollari, ma ne valeva la pena, ne valeva proprio la pena. Ora avevano le razioni di cibo e anche delle razioni d'acqua, così potevano risparmiare la loro acqua per venderla. E Billy si era pagato il lusso di fiutare L. S. D. almeno una volta alla settimana. Ci voleva ancora del tempo prima che finisse il mondo.
Al diavolo quell'argomento. Il mondo andava benissimo, fino a quando egli teneva gli occhi aperti e badava a se stesso.
Un tintinnio metallico risuonò all'esterno, era prodotto da un rottame di metallo arrugginito che pendeva dalle costole spoglie della nave. Chiunque avesse tentato di arrampicarsi in quella cabina avrebbe dovuto respingere quegli ostacoli appesi, annunciando così la propria presenza. Da quando avevano scoperto l'acqua piovana, dovevano diffidare di chiunque avesse l'intenzione di installarsi nella nave come occupante. Billy impugnò il lungo ferro e andò fino alla porta.
«Ho fatto un po' di cucina per noi, Peter,» disse chinandosi oltre la ringhiera.
Una strana faccia dalla barba grigia alzò gli occhi a guardarlo.
«Scendi da lì!» urlò Billy. L'uomo brontolò qualcosa d'incomprensibile dato che teneva in bocca una lama proveniente dalla balestra di un'automobile, poi si appese con una mano e impugnò l'arma con l'altra.
«Bettyjo!» gridò con una voce rauca, e Billy fece un salto indietro mentre qualcosa fischiava ai suoi orecchi e si schiantava sulla paratia metallica alle sue spalle.
Una donna grassa, con una immensa criniera di capelli biondi, era in piedi, giù in basso, fra le costole della nave, e Billy si scansò quando lei scagliò un altro rottame di cemento nella sua direzione.
«Avanti, Donald!» urlò. «Va su, va su!»
Un secondo personaggio, capelluto e sporco, che pareva il gemello del primo, scavalcò le sagome di metallo arrugginito e cominciò ad arrampicarsi dall'altra parte della nave. Billy capì subito il tranello. Poteva rompere la testa a chiunque tentasse di arrivare sino a quella striscia di coperta di fronte alla porta, ma a uno solo per volta. Non avrebbe potuto guardarsi dai due lati nello stesso tempo. Mentre si batteva con uno dei suoi assalitori, l'altro si sarebbe arrampicato dietro di lui.
«Peter!» invocò più forte che poté. «Peter!»
Un altro pezzo di cemento volò in polvere dietro di lui. Corse sull'orlo della coperta e cercò di colpire con la sua sbarra di ferro il primo attaccante che si chinò bassissimo e lasciò che l'arma colpisse il metallo al disopra del suo capo. Il rumore diede a Billy un'idea e fece un balzo indietro, battendo con la sua sbarra sulla paratia metallica del ponte di comando, finché il rombo martellante echeggiò in tutto il cantiere. «Peter!» gridò una volta ancora, disperatamente, poi saltò dall'altra parte, sull'altro assalitore che si era già aggrappato con un braccio sull'orlo della coperta. L'uomo indietreggiò in fretta, mettendosi fuori portata della sua arma e ingiuriandolo.
Tornato al posto di prima, Billy vide che l'uomo dalla barba grigia aveva passato le due braccia sulla coperta e si stava tirando su. Urlando, più impaurito che rabbioso, Billy gli corse vicino brandendo il suo ferro. Sfiorò la testa dell'uomo e si abbatté sulla sua spalla facendogli saltare di bocca la lama di balestra. L'uomo urlò per la rabbia, ma non cadde. Billy fece oscillare l'arma per vibrargli un secondo colpo, ma si trovò improvvisamente acchiappato di dietro dall'altro compare. Non poteva più muoversi, appena respirare, mentre l'uomo davanti a lui stava sputando pezzi di denti. Ansava, il sangue gli scorreva per la barba, ma ciò non gl'impediva di spingersi e sollevarsi per salire sulla coperta. Appena in piedi cominciò a picchiare Billy con dei pugni duri come il granito. Billy urlò dal dolore, scalciò disperatamente per liberarsi, ma non vi era alcuna via d'uscita. I due uomini ora se la ridevano, lo spinsero oltre l'orlo della coperta, picchiandogli le mani che si aggrappavano, cercando di farlo cadere sui relitti di metallo, sette metri più in basso.
Era sempre aggrappato mentre gli calpestavano le dita per fargli mollare la presa, quando a un tratto fecero un balzo indietro. Fu in quel momento che Billy si accorse che Peter era tornato e si era arrampicato dietro di lui, minacciandoli con uno spezzone di tubo. Fu un momento di respiro durante il quale Billy cambiò mano, afferrandosi all'ossatura laterale e alleviando il peso doloroso del suo corpo, per scendere verso il suolo che gli sembrava atrocemente lontano.
Gli invasori erano ora in posizione di vantaggio. Peter scansò un colpo di balestra e raggiunse Billy che si ritirava verso terra. Si udirono delle parole, Billy capì che la donna urlava imprecazioni. Era da un po' che lo faceva.
«Ammazzali tutti e due!» gridava. «Mi ha colpito, mi ha buttato a terra, uccidilo!» Scagliava ancora rottami di cemento, ma era tanta la sua rabbia che sbagliava la mira e non li sfiorava nemmeno. Quando Peter e Billy raggiunsero il suolo, lei se la filò prontamente, bestemmiando da sopra la spalla, con la massa dei suoi capelli biondi che le ondeggiava sul capo. Erano riusciti nel loro intento, erano padroni della nave.
«Noi ce ne andiamo,» disse Peter, mettendo un braccio intorno alla spalla di Billy per aiutarlo a camminare, e adoperando lo spezzone di tubo come appoggio. «Sono più forti. Hanno in mano la nave. E anche l'acqua. E sono furbi abbastanza per fare buona guardia o almeno quella prostituta di Bettyjo lo è. La conosco, è una donna di malaffare, che dà il suo corpo a quei due, e così loro fanno tutto ciò che lei vuole. Sì, questo è proprio un presagio. È una prostituta di Babilonia che ci spinge fuori…»