Выбрать главу

Lo straniero, che nel frattempo era riuscito ad afferrarsi alla rete e aveva ripreso le forze, si era lanciato come una furia contro il fisico. Berryman sollevò in tempo la sua racchetta: lo straniero vi finì violentemente addosso, ma non si fermò. La parte posteriore dell’arma venne spinta contro la parete, ma la creatura non rallentò ancora lo slancio. Il disco metallico destinato a impedire alla punta di penetrare nel corpo più di mezzo centimetro scivolò indietro, lungo l’asta; la creatura, trascinata dallo slancio fu trapassata da parte a parte.

Lo straniero agitò i tentacoli e colpì l’asta; con violenza, in un primo momento, e poi sempre più lentamente. All’improvviso, i tentacoli si attorcigliarono e rimasero immobili.

McCullough, rendendosi conto che non c’era più pericolo, si lanciò verso lo straniero, sollevò un tentacolo e sfilò delicatamente l’asta.

Non era una semplice ferita. Si trattava di qualcosa di molto, molto peggio.

Per qualche minuto, nessuno parlò. McCullough guardò i quattro compagni cercando disperatamente di non pensare. Le tute di Morrison, Drew e Berryman erano lacere, o, comunque fuori uso. Il colonnello e Drew erano feriti, e forse seriamente: per di più, le loro ferite potevano essere infette da microrganismi stranieri; a una infezione di quel genere, i loro corpi non avrebbero potuto reagire. I due uomini dovevano venire allontanati da quel luogo al più presto. Ma c’erano soltanto due tute intatte; quella del fisico e quella di McCullough. La prima poteva servire soltanto allo stesso Hollis. E quella di McCullough poteva andar bene solo a Drew. Il dottore ebbe paura di considerare le conseguenze di quella constatazione… Erano troppo terribili. Ma soprattutto non voleva pensare al corpo contorto dello straniero che stringeva ancora tra le mani, e a tutte le cose spaventose che avrebbero fatto seguito alla morte di quella creatura.

— Dottore — disse il colonnello con voce arrochita dal dolore — voi dovreste pensare agli esseri umani. Lasciate perdere quello straniero. Ormai, è morto.

McCullough fu felice di rivolgere tutte le sue attenzioni ai feriti; ma, per qualche strana ragione, il cadavere dello straniero gli capitava sempre sotto lo sguardo tutte le volte che sollevava gli occhi da un paziente. Gli divenne quindi sempre più difficile non pensarci. Il sangue delle due specie era dello stesso colore: la cosa non lo avrebbe dovuto sorprendere, date le quasi identiche condizioni di atmosfera. Gocce rosse rimanevano sospese nell’aria, come scura pioggia di ghiaccio scarlatto. L’assenza di gravità, oltre a rendere difficile il controllo della perdita di sangue, ostacolava anche la possibilità di curare rapidamente la più semplice ferita.

Benché i pazienti collaborassero attaccandosi con le mani o con i piedi alla rete, e benché Hollis facesse del suo meglio per impedire a McCullough di volteggiare nell’aria, gli ci volle molto tempo.

Morrison era in pessime condizioni. Uno straniero aveva tentato di colpirlo alla testa e al petto, ma il colonnello era riuscito a proteggersi in tempo, sollevando il gomito. Fortunatamente il suo avambraccio era leggermente più lungo del corno dello straniero; così, per quanto il suo elmetto fosse stato ridotto a una massa di metallo ammaccato e le spalle e la parte superiore del braccio fossero completamente ricoperte di piccole ferite, Morrison era riuscito a salvarsi la vita. Drew, a quanto sembrava, aveva preferito i piedi alla racchetta, e una gamba ne aveva sopportato tutte le conseguenze; le ferite, però, erano molto meno gravi di quelle del colonnello. Berryman aveva un brutto taglio sulla faccia, causato dal colpo contro il vetro del visore.

Erano comunque le tute ad avere sofferto i maggiori danni. Prima, per l’attacco degli stranieri, e poi per opera di McCullough stesso.

Il tagliare e allargare gli squarci nella tela delle tute, il piegare i rinforzi di plastica e i tubi di metallo del sistema di aria condizionata stancarono il dottore più dell’esaminare e medicare le ferite. Ammesso che non fossero ormai fatalmente infette, quelle ferite si sarebbero rimarginate con una certa facilità. La rapidità con cui il corpo umano guarisce le proprie lente è sorprendente. Ma l’aumentare i danni a delle tute che non si potevano riparare, era come infliggere delle ferite di natura molto più grave. Nello spazio, la tuta era molto più di una pelle protettiva. Walters, ammaestrato dall’esperienza diretta, aveva detto che erano analoghe all’utero e alla placenta, e che il perderle prematuramente rappresentava uno spaventoso dramma.

Il pensiero di trovarsi in quel luogo senza tuta, era già sufficiente a spingere McCullough sull’orlo del panico; e il dottore non voleva immaginare cosa avrebbero provato gli altri, una volta superato lo shock delle ferite, nel rendersi perfettamente conto di cos’era loro capitato.

Quando ebbe finito di medicare i suoi compagni, il suo pensiero aveva preso una piega freudiana e decisamente macabra. Guardò quelli del P-Due, e si domandò se sarebbero mai riusciti a rivedere la loro casa.

Improvvisamente, il colonnello parlò. Aveva una voce quasi impercettibile. O non stava usando la radio, o il microfono si era rotto. Disse: — Voi dovrete riferire la nostra… critica situazione, dottore. E dite a Walters di trasmettere anche tutto il materiale tecnico e le fotografie. Hollis vi aiuterà… È l’unico in grado di capire ciò che ha visto nella cupola e di riferirlo con esattezza. Una volta fatto questo, rimarrete in continuo contatto radio con noi, fino a quando non avremo studiato qualcosa.

“Per farvi uscire, noi ci dovremo trasferire nel corridoio. Quindi fate presto” concluse il colonnello, spostandosi lentamente verso il portello interno.

— Sarebbe meglio che io restassi — obiettò McCullough, piuttosto a disagio. — Nessuno di voi è in perfette condizioni, e se vi dovessero attaccare mentre siete nel corridoio…

— Non posso rischiare di perdere un’altra tuta — replicò il colonnello, controllando con braccia e gambe il suo lento volo attraverso la camera stagna. — Drew organizzerà la nostra difesa. Ci sa fare, in questo genere di cose.

— La prima cosa che faremo — disse Drew con rabbia — è quella di togliere la racchetta dai nostri bastoni. Chiunque ci vorrà saltare ancora addosso, si prenderà venti centimetri di tubo nel ventre, anziché ricevere soltanto una piccola puntura. Il freddo dell’acciaio ha sempre avuto sugli esseri umani un effetto paralizzante… Ecco perché le cariche alla baionetta sono sempre rimaste in uso nei secoli. Forse…

— No — ribatté McCullough — abbiamo già ucciso uno di loro. Involontariamente, certo… e non possiamo minimamente immaginare i guai che ne possono derivare. Ma se cominciamo a uccìderli deliberatamente… Dobbiamo pensarci molto bene, prima di un’altra mossa che può venire fraintesa.

— Io, invece, credo che abbiamo già pensato troppo! — disse Drew, con voce furente. — Se una persona agisce come un animale selvaggio, allora noi la dobbiamo trattare di conseguenza. Per il momento, penso che ci convenga liberarci di quella… carcassa. Mi fa venire il voltastomaco.

— Mentre ve ne state a litigare — intervenne Berryman, nel tentativo di ristabilire la pace — io sto pensando seriamente proprio a questo problema. Mi sembra che siano possibili soltanto tre soluzioni. La prima è di restituire il corpo agli stranieri, mettendolo nel corridoio… cosa che li potrebbe infuriare maggiormente. La stessa cosa può succedere se teniamo il corpo in questa camera, dove lo possono vedere guardando attraverso lo sportello trasparente. Infine, possiamo nascondere il cadavere in un posto in cui gli stranieri hanno poche probabilità di ritrovarlo. Cioè facendolo portare via da Hollis e dal dottore.

“Io sono a favore di quest’ultima soluzione. Perché, per quanto gli stranieri possano pensare che il loro compagno sia morto, non ne avranno mai la certezza… In questo modo possono anche presumere, o sperare, che sia prigioniero. Nel dubbio, se non vedono il corpo, può essere che si comportino verso di noi con maggiore cautela.”