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Berryman e Walters erano già svegli. Quando McCullough si alzò dalla cuccetta, il comandante pilota gli passò la colazione. Stavano ancora succhiando il cibo dai recipienti, quando la radio si fece sentire: — Qui Controllo Prometeo. Buon giorno, signori. Se non avete niente di meglio da fare, e non crediamo che ne abbiate, vorremmo impartirvi le prime istruzioni. Abbiamo deciso di aumentare la frequenza di queste lezioni da due a tre al giorno. Queste sono le prime. Vi potranno essere molto utili quando raggiungerete l’Astronave. Trattano di geometria pluridimensionale.

— Uffa — fece Berryman.

— All’inferno — borbottò Walters.

— No comment — disse McCullough.

— Vi ringraziamo per la vostra collaborazione, signori. Se avete pronta carta e matite…

— Obiezione, obiezione! — esclamò la voce del colonnello Morrison. — P-Uno a Controllo Prometeo e a P-Due. Sono contrario alle note scritte. La quantità di carta disponibile è limitata, e può esserci indispensabile per le comunicazioni o per degli schizzi supplementari alle fotografie dell’Astronave.

— Ottima osservazione, colonnello. Molto bene, prenderete note mentali fino a quando non riterrete opportuno il contrario. Ora, se siete pronti…

Un breve silenzio, rotto da due scariche e da un colpo di tosse. Poi si fece sentire una nuova voce.

— Bene. L’argomento di questa lezione forse necessita di una spiegazione, ed è questa: dalle nostre osservazioni sull’avvicinamento, sulla massa e sull’aspetto generale dello scafo extraterrestre, siamo convinti che esso sfrutti un sistema di propulsione che può spingerlo a una velocità superiore a quella della luce. Dato che la teoria di Einstein afferma l’impossibilità dei viaggi nel continuum di questo spaziotempo a una velocità superiore a quella della luce, dobbiamo ricadere su quelle vaghe teorie che suggeriscono la possibilità di aggirare le leggi fisiche che governano questo continuum, viaggiando ai margini o dentro qualche iperdimensione assolutamente immaginaria. Stando così le cose, con tutta probabilità non sapreste riconoscere una propulsione iperdimensionale nemmeno se vi desse il suo biglietto da visita. E forse nemmeno io.

Un piccolo colpo di tosse, secco e accademico. Poi, la voce riprese a parlare.

— Così, lo scopo di questa lezione, oltre a quello di delineare il pensiero corrente sull’argomento, unitamente alle nostre ipotesi e ai calcoli matematici, è anche quello di darvi una maggiore probabilità di riconoscere un generatore iperdimensionale, nel caso vi capitasse di vederne uno. Ulteriori lezioni più ampie su questo soggetto includeranno…

McCullough cominciò a preoccuparsi di un futuro che si preannunciava noioso. Sperò che quelli di Prometeo sapessero cosa stavano facendo, e che si fossero presi la cura di scegliere i professori adatti. Quando era stata avanzata la proposta delle lezioni, tutti si erano trovati d’accordo nel ritenere che, senza un aiuto visivo o libri di testo, l’imparare soggetti nuovi e difficili sarebbe stato tutt’altro che semplice. Se impartite nel modo dovuto, le lezioni avrebbero però sollecitato lo spirito di competizione tra i membri dell’equipaggio, concorrendo così a scacciare la noia. E sarebbe stata un’ottima trovata, a parte il rischio di far nascere in qualcuno la sensazione di essere meno intelligente degli altri, cosa che avrebbe potuto creare una quantità di conflitti e di turbamenti emotivi. Ma agli astronauti del Prometeo era stato garantito che tutte queste eventualità erano state prese in considerazione, e che si sarebbero evitati quegli effetti che potevano diventare pericolosi.

McCullough pensò che soltanto il tempo avrebbe potuto dare la risposta. Quel professore, se non altro, aveva un certo senso dell’umorismo.

Stava dicendo: — Per darvi un esempio, le nostre nozioni riguardo alla biologia, alla fisiologia e alla sociologia extraterrestre sono nulle. Ma nelle future lezioni vi daremo qualche indicazione su ciò che potrete trovare rifacendovi alle abitudini sessuali di alcune forme sociali isolate, esistenti sul nostro stesso pianeta, e prendendo in considerazione i meccanismi riproduttivi dei nostri più curiosi animali e delle piante terrestri; in tal modo potremo formarci un’idea del tipo di sistema sociale che queste creature potrebbero sviluppare nel caso raggiungessero un livello di intelligenza umana.

“Tutte queste sono semplici indicazioni su quello che i diversi professori vi potranno dire dopo di me.

“Prima di cominciare la mia serie di lezioni, conviene che mi presenti. Sono il dottor Edward Ernest Pugh, professore di matematica all’università di Coleraine…”

3

Passò del tempo.

Mentre le lezioni continuavano, la Terra e l’apparente grandezza del loro veicolo continuarono a diminuire. Quando le paratie cominciarono a stringerli troppo, uscirono a turno, curando l’incipiente claustrofobia con la minacciosa agorafobia. Fu Berryman a dare questa definizione del procedimento. Comunque lui parlava in quel modo, come tutti gli altri, del resto, per nascondere quello che veramente provava. La verità era che all’estremità del lungo cavo di sicurezza, con il loro veicolo fluttuante a cinquecento metri di distanza simile a un giocattolo surrealistico, si trovavano circondati dall’intera Creazione, a fuoco nitido e in perfetto 3-D; e quello non era uno spettacolo di cui si potesse parlare con facilità.

Con l’aumentare delle distanze dalla Terra e dal Controllo Prometeo, aumentarono anche le difficoltà di comunicazione. Non solo le periodiche interferenze solari rendevano appena percettibili le comunicazioni, ma l’intervallo di tempo tra una qualsiasi domanda e la risposta era ormai diventato superiore agli otto minuti. Quando divenne necessario aumentare il volume di ricezione per raccogliere quelle frasi che cercavano di farsi strada in mezzo al fragore delle scariche, l’intervallo di tempo divenne oltremodo irritante. Alla fine, anche il colonnello non riuscì più a sopportarlo.

— Voi forse ci trasmettete dei dati sui metodi di produzione nell’industria aeronautica — disse Morrison con un certo sarcasmo — a noi, comunque, sembra una registrazione da Omaha Beach nel giorno del Giudizio. State combattendo una battaglia persa. Smettete, almeno fino a quando quelle maledette macchie solari non se ne saranno andate a dormire.

Otto minuti dopo, una voce appena percettibile si fece largo in mezzo alle scariche per dire: — … non abbiamo capito bene il vostro messaggio… non abbiamo tattiche di battaglia… Operazione Sovraccarico immediatamente disponibile… non riusciamo a capire la vostra richiesta…

— Controllo Prometeo, avete frainteso il messaggio — disse la voce del colonnello, con maggiore forza ma minore chiarezza di dizione. — Vi ho detto di interrompere le trasmissioni…

— … è prevista una lezione sulla Teoria dei giochi, ma vi dobbiamo avvisare… Il concetto degli stranieri sulle tattiche militari può non coincidere… Eisenhower…

— Non parlate quando parlo io, maledizione!

Per circa cinque minuti, il Controllo lottò senza successo contro le scariche. Alla fine si fece udire ancora una volta la voce del colonnello.

— P-Uno a P-Due. Potete interrompere il contatto con il Controllo, anche senza il loro permesso. Me ne assumo la piena responsabilità.

Tutti rimasero a lungo a godersi la pace e il silenzio. Poi Walters brontolò con rabbia: — Quel frastuono era terribile. Voi, signore, eravate praticamente rannicchiato in voi stesso, e il dottore aveva gli occhi chiusi e la bocca tirata. È un male. Il rumore, qualsiasi rumore forte, non necessario, o fastidioso, specialmente in uno spazio ristretto come questo, mi rende nervoso. Comincio ad avere il terrore delle lezioni che ci impartiscono tre volte al giorno. Qualcuno dovrebbe dire loro qualcosa. Qualcuno che abbia autorità.