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“Ora, io credo che tutti noi conosciamo qual è la mancanza che i cervelli sentono più acutamente: la mancanza della facoltà di manipolazione. Ecco perché quando si arrabbiano, chiamano ‘scimmie’ gli esseri umani. È una indicazione di profondissima invidia. Le scimmie che afferrano gli oggetti, li voltano e li rivoltano, li torcono, li frugano, li tirano, li palpano…”.

— Zane! — La signorina Bishop agitò eccitata una mano in direzione del robot. — Capisco a cosa volete arrivare, ma è impossibile! Non si può penetrare nelle uova e collegare delle macchine ai moncherini dei loro nervi cinestetici e dei muscoli volontari. — Protestò, eccitata. — Anch’io vi ho pensato qualche volta, ma nessuno, eccetto Zukertort, avrebbe potuto farlo. Nessun altro ha o ha mai avuto la capacità di penetrare nei loro gusci. È per questo che non comprendo ancora che cosa avete fatto, sia pure con la mia tardiva benedizione. Come fa Mezza Pinta a controllare il campo antigravità e gli artigli?

— Non ho parlato di penetrare nei loro gusci, — rispose Zane. — Non sto parlando di qualcosa che sia difficile sia pure nella misura di un decimo, in rapporto a una cosa simile. Le fonoscriventi… ecco l’indizio! Se le uova possono comandare le fonoscriventi, mi sono detto dieci giorni or sono, allora con strumenti regolati per reagire a determinati suoni, potrebbero usare le loro voci per azionare mani artificiali e apparecchi volanti,” pur conservandole anche per parlare. Naturalmente attivare tre sistemi di segnali su un solo canale ha richiesto qualche elaborazione elettronica e tre lingue straniere (una per ogni controllo principale) ma non è stato troppo difficile.

“E, cosa ancora più importante, le uova potranno alla fine usare le loro voci per far funzionare strumenti e congegni di ogni tipo… non solo piccoli artigli e comandi di volo, ma martelli, seghe, gru, astronavi, bulldozer, bisturi, coltelli, microscopi, penne, pennelli…”.

— Ehi! — gridò Flaxman, coprendo il microfono con una mano. — Non rubatemi i miei scrittori! Devono rimanere nella Nursery e sfornare romanzi, invece di andarsene a zonzo per il Sistema Solare a dipingere quadri orribili e a scavare buche sulla luna, o a dedicarsi alla scultura su legno.

— Ricordate il rapimento di Mezza Pinta! — obiettò Zane Gort. — Le nuove esperienze sono ciò che ci darà le migliori opere delle uova.

— D’accordo, d’accordo… purché mi consultiate, prima. — L’edjtore tornò a tuffarsi nella sua telefonata.

— È la verità assoluta, tutto ciò che ha detto Zane, — intervenne Mezza Pinta. — Sono tornato dagli Inferi dopo cento anni, sono uscito volando dalla mia tomba di latta, e adesso so.

A questa dichiarazione una esplosione di muggiti, sibili, fischi e miagolii eruppe dallo schermo televisivo, da cui le altre ventinove uova stavano osservando, deliziate.

La signorina Bishop strinse la mano di Gaspard.

— La Nursery diventerà un vero manicomio, — disse allegramente, a voce alta, perché tutti udissero. — Ripenseremo ai bei giorni tranquilli in cui i marmocchi si limitavano a strillare e a cantare. Verranno in visita collaboratori di ogni genere… dovremo buttar giù i muri. Occorreranno banchi da lavoro, tavoli da ping-pong, aule…

— Scommetto — disse Gaspard — che a me toccherà il compito di adattare i congegni antigravità e manipolazione alle altre ventotto uova, dopo che Zane mi avrà mostrato su Numero Due come si fa.

— Non è affatto difficile come immagini, Gaspard — gli assicurò Zane. — E dopo le prime volte, gli stessi cervelli saranno in grado di aiutarti. Ho in mente, per loro, una meravigliosa officina elettrica e una serie di strumenti, attivati a voce, che si avvicinino alle chele dei robot in versatilità, forza e delicatezza. Il solo pensiero di tutta la meravigliosa attività che ci attende mi fa sentire come se fossi appena stato costruito… in realtà mi accorgo di avere una nuova ed eccitante prospettiva per tutta la mia vita futura. — Il robot si interruppe e il suo unico occhio ruotò lentamente, e si fermò. — Signorina Blushes — disse alla robicchia rosea — ho una domanda da rivolgervi, una proposta da farvi. Volete…

— Ascoltatemi tutti! — ordinò Flaxman, sollevandosi con uno scatto dal telefono. — Mentre voi vi scambiavate reciprocamente pacche sulle spalle, io sono stato informato di quello che hanno intenzione di fare gli altri editori… o che stanno già facendo! Le notizie si sono sparse tutte insieme, e lasciatemi dire che l’Editrice Razzi farà bene a tirar fuori qualche altro miracolo o a ritirarsi. Gli scienziati della Harper hanno scoperto il modo di convertire in mulini-a-parole i calcolatori anadigitali più moderni! La Houghton Mifflin ha fatto lo stesso con una macchina logistica! La Doubleday ha esaminato diecimila Scribi potenziali e ne ha selezionato sette che sono autentiche promesse! La Random House ha condotto una ricerca in tutto il Sistema e ha scoperto tre dotatissimi robot trovatelli che hanno trascorso tutta la vita fra gli umani, senza compagnia metallica, e che di conseguenza pensano, sentono e scrivono esattamente come umani! L’Editoriale Protone ha già in edicola un romanzo umano tutto sesso, scritto da una robicchia francese di due anni costruita illegalmente per il sindacato del vizio. La Dutton ha pronti due romanzi scritti da direttori editoriali. La Van Nostrand sta sbandierando una collana di casi romanzati, forniti da robot psicanalisti. La Gibbet House sostiene di avere il merito di avere scoperto il sistema per tradurre i classici in piccanti versioni romanzate. La Oxford Press ha scoperto su Venere una colonia di artisti che hanno vissuto per due generazioni in completo isolamento, senza musica dei mulini-a-tono, senza pittura astratta dei calcolatori e senza narrativa dei mulini-a-parole… e il cinquanta per cento dei componenti della colonia sono scrittori! A meno che non ci svegliamo e non lavoriamo per sessanta (ogni uovo deve lavorare per due) finiremo in mezzo alla strada! E parlo anche alle grosse uova umane e robotiche! Gort, dov’è il prossimo romanzo del dottor Tungsteno? So che avete avuto da fare con questi salvataggi e con questi lavori di antigravità, ma avreste dovuto consegnare il manoscritto due settimane fa!

— Un momento — disse imperturbabile il robot d’acciaio azzurro. E parlò alla sua rosea compagna. — Signorina Blushes, volete entrare in accordo di compagnia e sollazzo con me, accordo eterno ed esclusivo?

— Oh, sì! — gridò lei, lanciandosi contro la piastra pettorale del robot con un risonante bong. — Io sono tua, Zane, per sempre e interamente. Non un solo circuito ti sarà negato. I miei sportelli e le mie prese ti saranno sempre aperti, carissimo, nei giorni ardenti e nelle lunghe veglie della notte!

Mezza Pinta si staccò dalla spalla di Zane e volò accanto a Flaxman, che non rabbrividì neppure ma si limitò a dire, in tono meravigliato: — Sapete, è sbalorditivo il sollievo che prova un uomo quando gli incubi della sua infanzia diventano realtà.

Heloise Ibsen agitò un bicchiere pieno di whisky.

— Cully, pupo — gridò con voce penetrante. — Credo che sia ora di dire a tutti che i tuoi tormenti sono stati regolarizzati.

— Giusto! Compagni dell’Editrice Razzi, Heloise e io ci siamo uniti in legittimo matrimonio undici ore fa. Ora lei è padrona di metà del mio pacchetto azionario e di tutta la mia libidine.

Gaspard si voltò verso la signorina Bishop.

— Io non ho pacchetti azionari e non sono un genio di latta — disse. — Sono anche troppo grosso per volare. Ma io penso che tu sia icchia… la ragazza più icchia che io abbia mai conosciuto.

— E io trovo che tu sei veramente bruncio — gli disse lei, correndogli fra le braccia. — Bruncio quasi quanto Zane Gort.