— Ha deciso di riceverla da sola. — la informò con una voce che non era del tutto matura.
Hans Gibbs scrollò le spalle, fissò il giovane, poi Judith. — Ti aspetterò qui. Buona fortuna, e ricordati: hai in mano una carta che lui vuole a tutti i costi.
Judith riuscì ad esibire un sorriso forzato. — E quello che vuole, lo ottiene, giusto? Grazie, comunque. Ci vediamo più tardi.
Seguì il ragazzino attraverso l’ingresso coperto da una tenda. In quella gravità ridotta la sua andatura aggiungeva un’elegante fluttuazione ai suoi fianchi.
L’accentuava forse in modo intenzionale? Era probabile che Jan de Vries avesse ragione sui gusti personali di Salter Wherry, era proprio il genere di particolare che lui avrebbe saputo. Judith cercò di rendere i propri movimenti quanto più economici e funzionali mentre lo seguiva lungo il pavimento curvo della camera fino a un’altra grande stanza, questa senza nessun oblò. Il ragazzo davanti a lei si fermò. A quanto pareva, erano arrivati. Judith si guardò intorno sorpresa.
L’opulenza sarebbe stata comprensibile. Questi erano gli alloggi privati di un uomo la cui fortuna eccedeva quella della maggior parte delle nazioni della Terra, forse di tutte. Ma questo?
La stanza nella quale erano entrati era spoglia e brutta. Invece degli arazzi e delle pitture murali delle stanze esterne, stava guardando delle pareti scure e un pavimento e un soffitto rivestiti di semplice plastica. La mobilia era costituita da sedie dallo schienale dritto e duro, un unico, angusto divano, e una vecchia scrivania di legno. E c’era qualcos’altro, ancora più strano…
Judith dovette riflettere alcuni secondi per riuscire a identificarlo. Mancava qualcosa. Nella stanza non c’era la minima traccia di terminali di banche-dati o di schermi visualizzatori. E neppure riusciva a vedere un telefono o l’uscita di un televisore.
Ma Salter Wherry aveva influenza e interessi che abbracciavano tutto il Sistema Solare. Una parola pronunciata da lui poteva mandare in fallimento intere nazioni. Per lui i sistemi di comunicazione più moderni ed elaborati dovevano essere assolutamente essenziali… Judith si avvicinò alla scrivania, ignorando il giovane che l’aveva accompagnata fin là. Non c’era niente. Nessun terminale, nessun collegamento dati, nessun modem; neppure contenitori di cubodati. Stava guardando una scrivania piatta con sopra due classificatori rivestiti di cuoio, e un libro nero posto in primo piano, fra i due. Una bibbia.
— Dove tiene tutto… — cominciò a dire Judith.
— I video? I libri? Le attrezzature elettroniche? — Era una voce diversa, alle sue spalle. — Ho tutto quello che reputo necessario.
Salter Wherry era entrato in silenzio da una porta scorrevole alla sua sinistra. Le fotografie che aveva visto di lui mostravano un uomo vigoroso, di mezza età, concreto e dalla corporatura robusta, con un volto carnoso e sensuale e un naso sporgente. Ma erano state prese trent’anni prima, quando ancora Salter Wherry non era diventato un solitario. Adesso l’uomo in piedi davanti a Judith Niles era d’una fragilità spaventosa, con un volto sottile e rugoso. Judith lo fissò con attenzione mentre tendeva le mani per stringere entrambe le sue. Del giovane Salter Wherry non sopravviveva altro che il naso aquilino. Judith trovava la nuova versione assai più solenne. Tutta la morbidezza era stata bruciata via dall’uomo in piedi davanti a lei, e quello che rimaneva era stato temprato nella stessa fornace interiore. Gli occhi dominavano la sua espressione ardendo d’un vivido azzurro nelle occhiaie profonde.
— Va bene, Edouard. Adesso puoi lasciarci soli — disse Wherry dopo qualche istante. La sua voce era burbera e sorprendentemente profonda, per nulla il timbro esile della voce di un vecchio.
Il ragazzo annuì deferente, ma quando si voltò per andarsene, rivolse a Judith un’occhiata condiscendente, sporgendo le labbra, e le sue spalle ebbero un ondeggiamento arrogante. Salter Wherry le indicò con un gesto l’angusto divano.
— Se la cosa non la farà sentire a disagio, rimarrò in piedi. Molto tempo fa ho imparato che in questo modo riesco a pensare meglio.
Judith sentì i muscoli del suo stomaco che involontariamente si contraevano mentre si sedeva sul divano. La percezione intuitiva che Wherry aveva delle motivazioni degli altri era leggendaria. Poteva essere arduo nascondere un qualsivoglia segreto al penetrante intelletto dietro quegli occhi fermi.
Judith si schiarì la gola. — Apprezzo la sua disponibilità ad incontrarmi.
Salter Wherry annuì con misurata lentezza. — Suppongo che il suo desiderio non fosse meramente mondano. E voglio assicurarle che il problema che il suo istituto affronterà è di primaria importanza per me. Siamo stati costretti a introdurre tante nuove precauzioni nelle costruzioni spaziali che la velocità con cui i lavori procedono alle nuove arcologie è diventata patetica.
Rimase immobile davanti a lei, aspettando in silenzio.
— Non è certamente mondano. — Judith si schiarì di nuovo la gola. — Il mio staff mi fa certe domande. Voglio conoscere le risposte tanto quanto loro. Per esempio, avete un problema con la narcolessia. Noi siamo ben qualificati per affrontarlo.
E se ho ragione, pensò, potrei averlo già risolto. Vacci cauta, adesso, non è questo il punto principale della questione.
— Ma perché non impiegarci semplicemente come consulenti? — disse lei. — Perché darsi la pena e affrontare la spesa di arruolare un intero Istituto, e di grande costo…
— Un costo trascurabile, a confronto con le centinaia di altre imprese che ho in cantiere quassù. Mi troverà generoso con il denaro e le altre risorse. «Non mettere la museruola al bove, quando calpesta il grano».
— D’accordo, anche senza considerare il costo. Perché creare un Istituto, dal momento che lei vuole risolvere un singolo problema?
Lui stava annuendo con gentilezza. — Dottoressa Niles, lei è una persona logica. Ma mi permetta di suggerirle che lei vede le cose da una prospettiva sbagliata. Il problema è troppo importante per me perché io possa utilizzare voi come consulenti. Ho bisogno d’una attenzione interamente consacrata al problema. Se voi doveste rimanere sulla Terra, con le vostre attuali responsabilità verso le Nazioni Unite, quanto del vostro tempo verrebbe dedicato al mio problema? Quanto del tempo della dottoressa Bloom, o del dottor de Vries? Il dieci per cento? O il venti per cento? Ma non il cento e venti.
— Allora perché non assumere una squadra per affrontare il problema specifico? I salari che lei offre attirerebbero molti membri del mio staff.
— E lei? — Salter Wherry se ne uscì in uno strano sorrisetto mentre Judith appariva pensosa. — Me l’immaginavo. Eppure mi dicono che, se c’è qualcuno in grado di risolverlo, questo qualcuno sarà Judith Niles.
Judith sentì i peli delle sue braccia e delle sue spalle che la pizzicavano come pelle d’oca. Salter Wherry era disposto a trasferire nello spazio un’operazione di molti milioni di dollari e a impegnarsi a lungo termine soltanto per garantirsi la disponibilità della sua persona. Attenta! disse la sua voce interiore. La lusinga è uno strumento che non fallisce mai.
Salter Wherry sospettava forse che lei sarebbe stata obbligata a trasferire alcuni degli esperimenti nello spazio, se le sue idee sui processi della consapevolezza erano corrette? E se lei sapeva già cosa causava il problema della narcolessia fra le squadre di addetti alle costruzioni spaziali di Salter Wherry, allora dal suo punto di vista il trasferimento dell’Istituto sarebbe stato inutile. Sarebbe stata lei a manipolare il maestro manipolatore.