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— In quanto a Lum… — le fece eco una voce alle sue spalle, — cos’hai da dire di Lum? Qualcosa di piacevole, spero.

Era Lum in persona, e aveva con sé Kallen, il vincitore del secondo posto.

— Bene. È comodo trovarvi tutti e due insieme — proseguì. Sollevò una coscia e una natica gigantesche per appollaiarsi su un angolo del loro tavolo, minacciando di rovesciare tutto. — Ve la sentite di affrontare un’altra intervista, stasera? Gli organizzatori del Planetfest vorrebbero incontrare i primi cinque.

— Facciamo le cose con ordine, Lum — disse Elissa. — Peron, devi incontrare l’uomo del mistero. Questi è Mario Kallen.

— Ciao. — Peron si alzò in piedi per stringere la mano del vincitore del secondo posto, e si trovò ad annaspare nel vuoto. Kallen era arrossito e aveva rivolto il suo sguardo altrove.

— Piacere d’incontrarti. — La sua voce era un bisbiglio nel profondo della gola. Peron guardò di nuovo Kallen e notò per la prima volta le linee rosse del tessuto cicatrizzato sul suo pomo d’Adamo.

— Sediamoci — disse Lum, con voce allegra. — Ci resta ancora un’ora prima dell’intervista, e voglio raccontarvi quello che mi ha detto Kallen sul Planetfest.

— Non dovresti andare a cercare anche Sy? — chiese Elissa.

— L’ho già fatto. Mi ha detto di andare all’inferno. Mi ha detto che non voleva nessuna intervista imbecille. — Lum tirò fuori la panca, in modo che anche lui e Kallen potessero sedersi. — È un caso interessante, il vecchio Sy. Non so come abbia potuto cavarsela così bene con quel braccio danneggiato, ma certamente non ha ottenuto nessun punteggio extra dai giudici per tatto e diplomazia.

Elissa strizzò l’occhio a Peron. E neanche Lum, diceva il suo sorriso. Tornò a voltarsi con fare innocente verso gli altri due.

— Per due anni io non ho fatto altro che pensare ai Planetfest. Ma mi farebbe piacere sentire qualcosa di nuovo.

— E lo sentirai — dichiarò Lum, torvo. — Procedi pure, Kallen.

Kallen rimase seduto per un momento, sfregandosi le mani. Arrossì di nuovo per l’imbarazzo. — Anch’io ho pensato soltanto al Planetfest — disse alla fine con la sua voce rauca e sofferta. Poi esitò e, disorientato, fece passare lo sguardo dall’uno all’altro dei suoi compagni. Quello che gli era riuscito difficile dire a una sola persona gli riusciva impossibile raccontarlo a tre.

— E se lo raccontassi io, mentre tu mi dici quando sbaglio? — si affrettò ad aggiungere Lum. — In questo modo avrò modo di controllare se ho capito bene.

Kallen annuì grato. Sorrise con fare imbarazzato ad Elissa, e poi puntò lo sguardo verso un angolo vuoto della stanza.

— Sospetto che abbiamo fatto tutti la stessa cosa, quando abbiamo cominciato le prove — disse Lum. — Una volta saputo che avrei partecipato, mi sono dato da fare per scoprire tutto quello che potevo sui giochi del Planetfest: quando sono cominciati, com’erano organizzati, e così via. Avevo sentito tutte le vaghe leggende sui Gossamer e gli Immortali, e Pipistrello e Skydown, e gli Oggetti Kermel. E l’S-Spazio e l’N-Spazio. Volevo sapere cos’erano, o quanto meno attingere alla miglior voce possibile.

Peron ed Elissa annuirono. Era proprio quello che avevano fatto loro stessi.

— Ma il caso di Kallen è stato un po’ diverso. Era legalmente abbastanza vecchio, appena appena, per i giochi precedenti. È nato proprio il giorno preciso della demarcazione, proprio a mezzanotte. E allora ha fatto tutti i turni preliminari. E ha dominato in tutte le gare.

Kallen arrossi ancora di più. — Io non ho mai detto questo — bisbigliò.

— Lo so. Ma è la verità. Comunque è stato allora che gli è capitato il suo incidente. La ruota di un trasporto si è spezzata, passando davanti a lui, e la scheggia d’un raggio gli ha trafitto la gola. Questo gli è costato le corde vocali e l’ha tolto dalla circolazione per quasi un anno. E, naturalmente, sono andate in fumo tutte le sue speranze di partecipare alle prove. Pareva proprio la fine, soltanto che Kallen è nato in un paese di confine tra due fusi orari diversi. Ha scoperto che la sua nascita era stata registrata due volte, nei due diversi fusi. Stando a uno dei due fusi, era di un’ora più giovane. Ancora abbastanza giovane per tentare di nuovo, in questa prova. Così, ha fatto di nuovo domanda, ed eccolo qua.

«Ma questa volta prima dell’inizio delle prove era molto curioso di conoscere i risultati della gara precedente. Ricordava le persone che vi avevano partecipato, ed era certo, sulla base delle proprie esperienze, di chi dovevano essere stati i vincitori. Ha controllato e, infatti, aveva ragione. Fra i primi venticinque c’erano sette persone che ricordava. E nei test fuori del pianeta tre di queste erano finite tra i primi dieci. Avevano fatto i turni preliminari insieme a Kallen ed erano diventati molto amici.

Peron ed Elissa ascoltavano ma cominciavano ad essere un po’ perplessi. Non pareva proprio che la storia di Kallen potesse riservare qualche sorpresa.

Ma Lum colse l’occhiata che si erano scambiati. — Aspettate ancora un po’ prima di cominciare a sbadigliare — disse. — Fra meno di un minuto troverete qualcosa che vi terrà svegli. È successo a me.

«Kallen ha cercato di mettersi in contatto con loro, ma nessuno di questi aveva fatto ritorno alle sue regioni d’origine. Stando alle loro famiglie, avevano tutti incarichi importanti per conto del governo, e tutti mandavano messaggi e fotografie a casa. Kallen ha visto i video, ed erano proprio le stesse tre persone che ricordava. E i messaggi rispondevano ai messaggi delle loro famiglie, perciò non poteva trattarsi di vecchi video immagazzinati e utilizzati più tardi. Ma in quattro anni non erano mai tornati a casa di persona. Erano rimasti fuori del pianeta. Erano là fuori, da qualche parte sui Cinquanta Mondi.

Kallen sollevò la mano. — Non supporlo — bisbigliò. — Io non lo suppongo.

— Proprio così. Limitiamoci a dire che potrebbero essere da qualche parte nel sistema di Cass. Oppure potrebbero essere anche più lontani. Comunque, a questo punto Kallen è diventato un autentico ficcanaso. È andato a controllare il Planetfest precedente, quello svoltosi prima che lui stesso fosse coinvolto. Con più d’un miliardo d’individui su Pentecoste le probabilità di conoscere un finalista di persona sono piuttosto scarse. Ma conoscete il vecchio detto, noi siamo soltanto a tre persone di distanza da chiunque. Voi conoscete sempre qualcuno che conosce qualcun altro che conosce la persona alla quale volete arrivare. Kallen ha cominciato a cercare, è ostinato, l’ho scoperto alla maniera dura nella settima prova quando eravamo entrambi smarriti nel labirinto. E alla fine ha trovato qualcuno che era stato eliminato durante le prove preliminari del Planetfest precedente, ma che era amico del vincitore. E quel vincitore non era mai tornato a casa dall’epoca delle prove fuori del pianeta.

Lum fece una pausa e fissò Peron, il quale stava annuendo con vigore. — Non mi sembri molto sorpreso. Mi stai forse dicendo che sapevi tutto questo?

— No. Ma ho avuto un’esperienza simile. Ho cercato di raggiungere un vincitore di un Test precedente appartenente alla nostra regione, e ho soltanto fatto inutili anticamere. Mi hanno detto che doveva trovarsi fuori del pianeta, e che non era possibile incontrarla, ma che sarebbe stata felice di rispondere alle domande scritte. E alla fine l’ha fatto, e insieme mi ha mandato anche un video. Kallen, stai forse suggerendo che nessuno dei vincitori delle prove fuori del pianeta torna a Pentecoste? Non mi sembra molto sensato. Perché dovrebbero voler restare lontani?