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Fuzzball: ogni creatura vivente, ogni pianta o animale che viveva sotto o sopra la superficie, o nei mari salati di Fuzzball, fungeva da ospite per una singola specie di vegetazione fungoide; l’adattamento evolutivo appariva completo, in modo che il fungo non faceva danni, ma i suoi viticci bianchi e sottili come capelli spuntavano da ogni singolo pollice di epidermide, e gli orecchi e le narici di ogni animale avevano la loro messe di fronde delicate che le creature si trascinavano dietro; la prospettiva era parsa eccessiva ai contendenti, anche se Gilby aveva loro assicurato che il fungo poteva venir completamente rimosso una volta che avessero lasciato il pianeta. Fuzzball aveva ottenuto zero voti.

Goneagain: era parso tollerabile; ma quel piccolo mondo era stato escluso dalla semplice geometria. La sua orbita era disordinatamente eccentrica, portandolo fino a dieci miliardi di chilometri da Cassay e Cassby. Non sarebbe tornato nel Sistema Interno prima di altri tremila anni.

E poi c’era Whirlygig. Peron sbirciò davanti a sé attraverso la visiera della tuta. Ancora tre ore, e poi sarebbe atterrato laggiù, senza una nave. Più tardi (se tutto fosse andato secondo i piani) sarebbe ripartito allo stesso modo. Nel frattempo non c’era niente che potesse fare fino a quando non fosse stato raggiunto il momento dell’impatto radente. Peron, non per la prima volta, s’interrogò sui calcoli che aveva fatto per stabilire la sua velocità. Li aveva controllati dieci volte, ma se fossero stati sbagliati di qualche metro al secondo…

Risolutamente, rivolse la propria mente ai loro viaggi precedenti, lottando per espellere Whirlygig dai suoi pensieri per le prossime tre ore.

C’era un mucchio di altre cose a cui pensare. Per tutti loro, durante le prime tre settimane di viaggio lontano da Pentecoste, la privacy era stata una cosa impossibile. Il vascello-navetta era di dimensioni imponenti, ma con trenta persone spremute dentro uno spazio concepito per tre uomini d’equipaggio e il carico, i concorrenti si erano trovati spalla a spalla. Non avevano avuto spazio a disposizione fino al trasbordo sulla grande nave inter-sistema, dopo una breve visita su Piccola Luna. E, finalmente, Peron era stato in grado di confrontare le sue osservazioni con quelle degli altri.

Con accurati controlli incrociati che li avevano impegnati per parecchi giorni, Lum e Kallen avevano passato al vaglio tutti i candidati. Wilmer era l’unico concorrente fasullo. Avevano anche confermato la prima impressione di Peron: nessuno si era mai trovato con Wilmer in nessuna prova, e lui si era mostrato fresco e riposato, in maniera molto sospetta, dopo ogni prova. Ma qual era la ragione della sua presenza fra loro? Nessuno ne aveva la minima idea. E per aumentare il mistero, Wilmer si era sicuramente trovato con loro durante tutte le attività svolte da quando erano decollati da Pentecoste, il che era stato talvolta pericoloso, oltre che spiacevole.

L’innocente richiesta di Wilmer a Gilby perché fosse loro concesso di visitare La Nave, insieme alla risposta di Gilby, erano state registrate sia da Peron che da Elissa. Qualcuno voleva che i vincitori sapessero che La Nave era off limits. Ma ancora una volta, che cosa significava? Come si collegava al fatto che alcuni visitatori dei precedenti Planetfest non avevano fatto ritorno su Pentecoste?

Peron aveva rimbalzato la domanda su Sy, non appena avevano avuto qualche minuto di privacy nella nave inter-sistema. Sy era rimasto immobile, lo sguardo gelido.

— Non so perché La Nave sia off limits — aveva risposto Sy alla fine. — Ma sono d’accordo con te sul fatto che Gilby è stato sollecitato a dircelo. Lascia che ti parli d’un mistero ancora più grande. Dopo le prove fuori del pianeta, dovrebbero fare la loro comparsa gli Immortali. Ci dicono che verranno dalle stelle, dopo un viaggio di pochi giorni soltanto. Ci credi?

— Non lo so. — La domanda di Sy esprimeva una delle preoccupazioni di Peron. — Se è possibile viaggiare più veloci della luce, le nostre teorie sulla natura dell’universo devono essere sbagliate.

— Questo è possibile — aveva lentamente annuito Sy, con un tono di voce che esprimeva con chiarezza come fosse del tutto impossibile. — Ma non capisci il problema? Se gli Immortali hanno superato la velocità della luce, devono aver migliorato le nostre teorie. E se sono così amichevoli nei nostri confronti, perché mai ci tengono nascosta quella loro particolare teoria, la migliore di tutte?

Peron aveva scosso la testa. Qualunque cosa sugli Immortali rimaneva un mistero.

— È mia personale convinzione che niente possa superare la velocità della luce — aveva concluso Sy. — Diffiderò di chiunque, governo o Immortale, uomo o donna, umano o alieno, che cerchi di dirmi il contrario senza fornirmi una prova convincente.

E si era allontanato in silenzio lasciando Peron più perplesso che mai. Le conversazioni con Sy lasciavano spesso quella sensazione di disagio. Lum l’aveva spiegato nella sua maniera estemporanea: Sy era molto più scaltro della maggior parte di loro. E Elissa aveva aggiunto una propria valutazione: Sy non era più scaltro, no, se con questo s’intendeva più memoria o rapidità di pensiero; ma in qualche modo era capace di vedere i problemi da un angolo diverso rispetto a quello di tutti gli altri, come se lui fosse situato in un punto diverso dello spazio. La sua prospettiva era diversa, perciò le sue risposte erano sempre sorprendenti.

E se non fosse così strano, aveva aggiunto Elissa, senza un preciso filo logico, parlando con Peron, sarebbe davvero attraente; il che, com’era naturale, aveva irritato moltissimo Peron.

Com’era inevitabile, i suoi pensieri ritornano a Elissa e alla loro ultima notte su Pentecoste. Mentre Lum e Kallen avevano lavorato con molta coscienziosità per passare al vaglio i contendenti, Peron era stato sottoposto ad un piacevole ma intenso controinterrogatorio. Lui ed Elissa avevano trovato un posto tranquillo nel giardini del Planetfest. Si erano distesi sul morbido rivestimento del terreno mettendosi a fissare le stelle, ed Elissa doveva avergli fatto mille domande. Aveva fratelli e sorelle? Com’era la sua famiglia? Erano ricchi? (Peron aveva riso all’idea che la sua famiglia potesse mai essere ricca.) Quali erano i suoi hobby? I suoi piatti favoriti? Aveva qualche animale in casa? Era mai stato a bordo di una nave, attraverso uno dei mari salati di Pentecoste? Qual era la data del suo compleanno? Hai una ragazza a Turcanta?

No, aveva risposto prontamente Peron. Ma poi la sua coscienza lo aveva turbato e aveva detto a Elissa la verità. Lui e Sabrina erano stati molto intimi per due anni, fino a quando non aveva dovuto dedicare tutto il suo tempo ai preparativi per le prove. Poi, Sabrina aveva trovato qualcun altro.

Elissa non si era preoccupata di nascondere la sua soddisfazione. Con calma si era avvinghiata a Peron e aveva cominciato a far l’amore con lui.

— Te l’avevo detto che ero intraprendente — gli aveva detto. — E tu ti sei sempre comportato come se non l’avessi mai fatto in vita tua. Su, a meno che tu non voglia? Volevo farlo, specialmente questo, fin da quando ti ho incontrato durante la prova nella foresta, laggiù a Villasylvia.

Avevano fatto insieme cose che Peron non avrebbe mai immaginato, e sì che aveva pensato che lui e Sabrina le avessero provate tutte. L’amore con Elissa gli aveva aperto una dimensione del tutto nuova. Erano rimasti insieme tutta la notte, mentre i fuochi d’artificio dei festeggiamenti per il Planetfest sfavillavano come tante fontane esplodendo sopra di loro. E quando arrivò il mattino parevano infinitamente vicini, come due persone che fossero stati amanti per molti mesi.