Sy parve compiaciuto. — Vi ho detto che ho lavorato duro. Se vogliamo compiere un viaggio nell’S-Spazio fino al Punto di Convergenza, ho identificato i problemi più importanti che dobbiamo risolvere. Come risolverli adesso, subito, questo è un altro paio di maniche, e ho bisogno di aiuto.
Richiamò una lista numerata sulla proiezione. — Per prima cosa dobbiamo scoprire l’ora e il luogo di partenza della prossima nave spaziale diretta al Punto di Convergenza. Secondo, dobbiamo trovare il modo di salire a bordo di quella nave stellare in partenza, preferibilmente senza che nessun altro se ne accorga. Terzo, dovremo spiegare la nostra assenza, in modo che nessuno si chieda dove siamo andati. Quarto, dovremo far qualcosa con l’equipaggio della nave. Quinto, prima di arrivare laggiù, ci servirà un piano d’azione relativo a ciò che faremo una volta che avremo raggiunto il Punto di Convergenza. Da dove volete cominciare?
— Non possiamo mettere l’equipaggio in sonno freddo e portarli con noi? — chiese Elissa.
— È quello che penso anch’io. Non gli farà alcun male ed è assai meglio che abbandonarli in qualche punto del sistema di Sol. Ho fiducia che si sia in grado di districarci con la meccanica della nave: in effetti, i robot di servizio fanno quasi ogni cosa, e il resto lo abbiamo imparato durante il nostro viaggio da Cassay. Gli altri problemi non sono così facili. Vorrei sentire i vostri pensieri.
— Il terzo, spiegare la nostra assenza — intervenne Elissa. — Tutto quello che ci serve è tempo sufficiente per essere già bene avanti verso la nostra vera destinazione. Una volta che ce ne saremo andati, non ci prenderanno mai.
— È vero. Ma non vogliamo che sappiano dove stiamo andando. Se dovessero scoprirlo, manderebbero un segnale radio per avvertire il Quartier Generale del nostro arrivo.
— Perché dovrebbero voler sapere dove siamo diretti? Jan de Vries ci ha già fatto capire che per lui siamo più un fastidio che altro. Se potremmo dimostrare che siamo partiti per un luogo plausibile, non credo che s’interesserà molto della cosa. Pentecoste sarebbe una destinazione naturale, era la nostra casa. Il massimo che mi aspetto da lui è che avverta Pentecoste che si tenga pronto ad accoglierci. Sapresti immettere una falsa registrazione nella banca dati che indichi che siamo partiti per Pentecoste?
Sy scrollò le spalle. — Posso provare. Questo sistema d’informazioni ha una bella caratteristica, non si aspetta il tipo di cambiamenti che faremo. La sua logica è protetta dai soliti pasticci e da eventuali intrusioni nei programmi, ma non contro il sabotaggio sistematico. Lo farò. Ho imparato il software molto bene durante le ultime settimane.
— Abbastanza da rispondere alla tua prima domanda? — chiese Peron. — Lo hai detto, Sy: le informazioni sulla partenza della nave stellare devono trovarsi da qualche parte nelle banche dati. È soltanto questione di scovarle. Ma se c’è qualcuno che può estrarle, quello sei tu.
Sy fece una smorfia. — Non senza una lunga e orrenda sgobbata.
— Lo sarebbe per me o Elissa, ma tu salterai fuori con un approccio intelligente alla cosa.
— Taglia con le lusinghe.
— Parlo seriamente. E se tu sei in grado di farlo, scopri quando e dove… Da parte mia, credo di avere la soluzione al problema di salire a bordo della nave stellare.
Sy corrugò la fronte. — Davvero? Cos’è che ho saltato?
— Ti manca un pezzo d’informazione. Elissa ed io l’abbiamo imparato alla maniera dura, e possiamo garantirlo: per nessuna ragione l’equipaggio rimarrà nell’S-Spazio durante la fase di accelerazione del loro viaggio. È troppo maledettamente disagevole. Verranno immersi nel sonno freddo all’inizio del viaggio. Capisci cosa vuol dire? — Tirò a sé il blocco d’immissione del terminale. — Lascia che abbozzi un approccio, poi potremo dare un’occhiata ai tempi.
— T MENO QUATTRO MINUTI, CONTO ALLA ROVESCIA IN CORSO — disse una voce disincarnata.
— … CONTROLLO DELLA MASSA DEL CARBURANTE IN CORSO.
— … PROTOCOLLO DI LANCIO COMPLETO.
— … CONTROLLO DEL CARICO IN CORSO.
— … TRAIETTORIA VERSO L’ESTERNO CONFERMATE ED APPROVATA.
Le voci meccaniche risuonarono una dopo l’altra. Ward Lunga, il pilota della nave, giaceva silenzioso nel serbatoio dell’animazione sospesa. Stava sorvegliando le proiezioni, chiacchierando con il co-pilota Celia Deveny e ascoltando con mezzo orecchio l’elenco robotizzato. Una completa attenzione era inutile. Le anomalie sarebbero state segnalate singolarmente e riferite a loro.
— T MENO 180 SECONDI, CONTO ALLA ROVESCIA IN CORSO — disse la voce.
— … CONTROLLO DEL SISTEMA MECCANICO COMPLETATO.
La nave stellare Manta galleggiava in orbita stabile intorno a Sol, sospesa in un Punto Troiano Saturniano. Il conto alla rovescia finale per la partenza era stato quasi completato. Le proiezioni navigazionali mostravano il tracciato della spinta che avrebbe portato la Manta dalla parte mediana del Sistema Solare direttamente fino a Gulf City, a ventotto anni luce di distanza. La nave fluttuava ancora in caduta libera, ma nel giro di tre S-minuti questa sarebbe cambiata diventando una traiettoria accelerata verso l’esterno.
— CONTROLLO DEI SISTEMI ELETTRICI ED ELETTRONICI COMPLETATO.
— … CONTROLLO DELLA MASSA DEL COMBUSTIBILE COMPLETATO.
Le ultime poche centinaia di milioni di tonnellate di combustibile adesso erano state trasferite; il serbatoio mobile stava sfrecciando via verso Sol sotto controllo robotico.
— ANOMALIA! ANOMALIA AL BOCCAPORTO DELLA STIVA — disse una voce voce all’improvviso. — BOCCAPORTO SETTE DELLA STIVA APERTO.
Lunga grugnì per la sorpresa. — Maledizione, a quest’ora tutto quel carico avrebbe potuto essere già dentro e assicurato. Ordine: proietta il Boccaporto Sette.
Due vedute del Boccaporto Sette della stiva comparvero sulla proiezione. Lunga le studiò con attenzione. — A me quel maledetto affare pare chiuso. Qualunque altra cosa risulta normale, ci vedi niente di strano, Celia?
— Proprio niente. — La donna attivò un paio d’interruttori. — Ordine: ripetere il controllo della situazione, Boccaporto Sette della stiva.
— CONDIZIONE DEL BOCCAPORTO SETTE DELLA STIVA: CHIUSO E NORMALE. TUTTE LE CAPSULE PER IL TRASPORTO DEL CARICO ADESSO SI STANNO PORTANDO A DISTANZA DI SICUREZZA. TUTTO IL CARICO È SICURO E BILANCIATO.
— … T MENO 120 SECONDI. IL CONTO ALLA ROVESCIA PROCEDE.
— … LA TRANSIZIONE AL SONNO FREDDO COMINCIA FRA TRENTA SECONDI A MENO CHE UN SEGNALE ALTERNATIVO NON VENGA TRASMESSO AL CONTROLLO CENTRALE.
Il dito di Ward Lunga rimase sospeso sopra il pulsante. Esitò. A meno che non avesse agito nel prossimo mezzo minuto, il sistema avrebbe iniziato a calare l’equipaggio dall’S-Spazio al sonno freddo. — Ordine: ripetere tutti i controlli e riferire qualunque anomalia delle condizioni.
Passò una frazione di secondo. — TUTTI I CONTROLLI RIPETUTI. NESSUNA ANOMALIA OSSERVATA, TUTTI I SISTEMI SONO PRONTI PER L’INIZIO DEL VOLO.
— … T MENO 100 SECONDI, CONTO ALLA ROVESCIA IN CORSO.
Lunga tolse la mano dal pulsante dell’aborto. Lanciò un’ultima occhiata alle proiezioni, poi si abbandonò lungo disteso nella camera dell’animazione sospesa. Fece poi per rizzarsi un’altra volta, poi cambiò idea e lasciò che il suo corpo si rilassasse nel serbatorio. Il lieve sibilo dei vapori che avrebbero dato inizio alla prima fase del sonno freddo stava già cominciando. Era giunto il momento di lasciare che i computer e i robot prendessero il controllo, per risvegliarsi di nuovo a Gulf City.