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Al che Thorstern scomparve all’interno dell’elicottero. Si comportava come una persona sicura di sé, ma internamente era scosso dal desiderio di allontanarsi il più presto possibile.

Qualcuno non si era lasciato ingannare dall’opinione diffusa che fosse Wollencott il capo del movimento, anche se poi aveva finito col trovarsi di fronte a Greatorex. Qualcuno aveva faticosamente seguito i fili nascosti e aveva trovato che portavano a Thorstern. Qualcuno aveva molto più potere di lui e una crudeltà quasi identica. Qualcuno aveva deciso di rovesciarlo dalla posizione che si era tortuosamente costruito e, nonostante il primo insuccesso, aveva dimostrato di poterlo fare con estrema facilità.

— Andiamo — borbottò al pilota, e si lasciò cadere nella sua poltroncina.

Le eliche girarono, l’apparecchio ebbe un lieve sobbalzo, si inclinò leggermente e cominciò a sollevarsi. Raven e il compagno raggiunsero di corsa l’apparecchio e si misero a sedere sui pattini di atterraggio. Fino a un attimo prima, erano rimasti nascosti dietro la grossa mole dell’elicottero, ma ora diventarono perfettamente visibili. Un gruppo di facce sorprese si levò a guardarli per due o tre secondi, fino a quando l’apparecchio non scomparve nella nebbia. Poi ci fu una reazione rabbiosa e confusa.

“Dammi il fucile, presto!”

“Sei pazzo? Vuoi sparare alla cieca? Ormai non puoi più vederli!”

“Calma, Meaghan, potresti colpire il capo.”

“O il pilota. Vuoi farci cadere addosso l’apparecchio?”

“Ma dobbiamo fare qualcosa. Maledetti paranormali! Dipendesse da me, li ucciderei non appena nascono. Avremmo una vita tranquilla.”

“Telefoniamo in città. Li uccideranno non appena l’apparecchio tocca terra.”

“Sarebbero utili due levitanti bene armati. Perché non…”

“Sta’ zitto, Dillworth. Forse il pilota si è accorto di qualcosa e sta tornando verso il castello.” Tese l’orecchio, ma il rumore delle eliche si stava allontanando. “No, continua verso la città. Io vado.”

“Dove?”

“Dentro. Voglio mettermi in contatto radio con il capo e avvisarlo.”

“Ottima idea. Una scarica di proiettili attraverso il pavimento della cabina li farà cadere dal loro trespolo.”

L’apparecchio emerse dal banco di nebbia e proseguì il viaggio sotto un cielo di stelle lucenti. All’orizzonte, le Sawtooths si stagliavano contro lo sfondo dei punti luminosi. Più vicino, ovattato dalla nebbia, il bagliore delle luci di Plain City con il raggio arancione di un faro che puntava verso il cielo. Lontano, verso sud, si poteva distinguere il leggerissimo bagliore delle luci di Big Mines. Il pilota puntò verso il faro di Plain City e si mantenne una trentina di metri sopra il banco di nebbia. Non era necessario salire a una altezza maggiore per un viaggio tanto breve. Era piegato sui comandi, gli occhi fissi sulla luce del faro. Nel subconscio sentiva che l’apparecchio era più pesante, più lento, di un’ora prima, ma non se ne preoccupò. Durante la notte il contenuto di ossigeno dell’atmosfera variava da un’ora all’altra, e i motori sembravano subirne l’influenza.

Quando l’apparecchio fu quasi sopra la città, la spia della radio si accese, e il pilota allungò il braccio per premere l’interruttore. Nello stesso istante la porta della cabina si aprì a Raven avanzò all’interno.

— Buona sera — disse rivolgendosi a Thorstern.

Con la mano sospesa a mezz’aria, il pilota diede una rapida occhiata fuori dal finestrino per accertarsi che stavano ancora volando, poi sbottò: — Ma come diavolo…

— Clandestino a rapporto, signore — disse Raven sogghignando. — E ce n’è un altro appollaiato sul pattino, più grosso di me. — Rivolse la sua attenzione a Thorstern e vide che stava guardando con insistenza un piccolo scomparto. — Non lo farei se fossi in voi — lo ammonì Raven con un tono di voce tanto normale da risultare estremamente minaccioso.

Il pilota decise che poteva rispondere alla radio e premette il pulsante. — Qui Corry.

Dal piccolo altoparlante uscì una voce squillante. — Dite al signor Thorstern di prendere la pistola e sparare attraverso il pavimento. I due che cerchiamo sono attaccati ai pattini di atterraggio.

— Lo sa — rispose il pilota.

— Lo sa?

— Proprio così!

— Mio Dio! — La voce parve rivolgersi a delle persone che gli stavano accanto. — Dice che il capo lo sa. — Tornò a parlare al microfono. — Cos’ha intenzione di fare?

— Niente — rispose il pilota.

— Niente? Com’è possibile?

— Non chiedetelo a me. Io sono il pilota.

— Non vorrete… — La voce si interruppe all’improvviso, poi si sentì lo scatto della radio che veniva spenta.

— È giunto a una conclusione — disse Raven. — Ha pensato che voi e il signor Corry foste legati saldamente… che fossi io alla radio.

— Voi, chi siete? — chiese Corry con il tono di chi considera vagabondi tutti quelli che saltano a bordo di velivoli in moto.

Thorstern fece finalmente udire la sua voce. — Lasciate perdere… non potete fare niente.

Il suo cervello preoccupato espose un interessante esempio di come i pensieri incongruenti aumentino a volte nei momenti di crisi. Thorstern era assolutamente sconvolto. Giudicando da quanto era successo al castello, lui si trovava in una posizione pericolosa, aveva ottimi motivi per credere che la sua vita fosse in pericolo e che quanto prima avrebbe raggiunto il povero Greatorex. A tutto questo doveva aggiungere una specie di senso di colpa per essere andato a cercare i guai e per non potersi quindi lamentare, di averli trovati.

In quel momento, invece, Thorstern pensava ad altre cose.

“Un taxi antigravitazionale può portare un carico massimo di duecentocinquanta chili. Un elicottero, invece, può trasportare una tonnellata. Se avessi preso un taxi non mi troverei in questa situazione: non si sarebbe potuto sollevare con due persone a bordo e due appese all’esterno. Questa è l’ultima volta che prendo un elicottero… a meno che non venga accompagnato da una scorta.”

— Ma voi avete una scorta… Avete me e il mio amico — disse Raven. Poi aprì lo sportello. — Venite. Dobbiamo scendere.

Thorstern si alzò lentamente.

— Mi romperò il collo.

— Andrà tutto bene. Ci siamo noi a sostenervi.

— Potreste cambiare idea e lasciarmi precipitare, no?

— No.

Il pilota intervenne nella discussione. — Se siete dei levitanti vi devo avvisare che è contro la legge saltare da un apparecchio in volo sopra una città.

Raven non gli fece caso e continuò a parlare con Thorstern.

— Comunque, avete altre alternative. Potete tentare di prendere la pistola che c’è nel cassetto e vedere cosa succede. Oppure potete tentare la fuga balzando dall’apparecchio in volo e scoprire a che altezza sapete rimbalzare. O far precipitare l’elicottero e trasformarlo in un rogo. Se invece scendete con noi, toccherete terra incolume.

“Mi può ipnotizzare e costringere a fare quello che vuole, anche a morire, come ha fatto con Greatorex. Sarebbe meglio agire di testa mia. Ma conviene guadagnare tempo. Ora vincono loro… poi verrà anche il mio turno. In circostanze diverse anche le mie opportunità saranno diverse.”

— Questo si chiama usare il buonsenso — disse Raven. — Restate con noi fino a quando non faremo un passo falso. Poi ci potrete sbranare.