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Essendo non molto dopo condotto da Giorgio Morato in Ancona, gli fece per la chiesa di Santo Agostino, in una gran tavola a olio, Cristo battezzato da S. Giovanni, e da un lato S. Paulo con altri Santi, e nella predella buon numero di figure piccole, che sono molto graziose. Al medesimo fece nella chiesa di S. Ciriaco sul monte un bellissimo adornamento di stucco alla tavola dell'altar maggiore e dentro un Cristo tutto tondo di rilievo di braccia cinque, che fu molto lodato; parimente ha fatto nella medesima città un ornamento di stucco grandissimo e bellissimo all'altare maggiore di S. Domenico, et arebbe anco fatto la tavola, ma perché venne in diferenza col padrone di quell'opera, ella fu data a fare a Tiziano Vecello, come si dirà a suo luogo. Ultimamente avendo preso a fare Pellegrino nella medesima città d'Ancona la loggia de' mercanti, che è volta da una parte sopra la marina e dall'altra verso la principale strada della città, ha adornato la volta, che è fabbrica nuova, con molte figure grandi di stucco e pitture. Nella quale opera perché ha posto Pellegrino ogni sua maggior fatica e studio, ell'è riuscita in vero molto bella e graziosa, perciò che oltre che sono tutte le figure belle e ben fatte, vi sono alcuni scorti d'ignudi bellissimi, nei quali si vede che ha imitato l'opere del Buonarruoto, che sono nella cappella di Roma, con molta diligenza. E perché non sono in quelle parti architetti, né ingegni di conto e che più sappiano di lui, ha preso Pellegrino assunto di attendere all'architettura et alla fortificazione de' luoghi di quella provincia; e come quelli che ha conosciuto la pittura più dificile e forse manco utile che l'architettura, lasciato alquanto da un lato il dipignere, ha condotto per la fortificazione d'Ancona molte cose, e per molti altri luoghi dello stato della Chiesa, e massimamente a Ravenna.

Finalmente ha dato principio in Pavia per lo cardinale Bonromeo a un palazzo per la Sapienza, et oggi, perché non ha però del tutto abandonata la pittura, lavora in Ferrara nel refettorio di San Giorgio ai monaci di Monte Oliveto una storia a fresco che sarà molto bella, della quale mi ha esso Pellegrino mostrato non ha molto il disegno, che è bellissimo. Ma perché è giovane di trentacinque anni, e va tuttavia maggiormente acquistando e caminando alla perfezzione, questo di lui basti per ora.

Parimente sarò brieve in ragionare d'Orazio Fumaccini, pittore similmente bolognese, il quale ha fatto, come s'è detto, in Roma sopra una delle porte della sala de' re una storia, che è bonissima, et in Bologna molte lodate pitture; perché anch'esso è giovane e si porta in guisa, che non sarà inferiore ai suoi maggiori, de' quali avemo in queste nostre vite fatto menzione.

I Romagnuoli anch'essi, mossi dall'esempio de' Bolognesi loro vicini, hanno nelle nostre arti molte cose nobilmente operato, perciò che, oltre a Iacopone da Faenza, il quale, come s'è detto, dipinse in Ravenna a la tribuna di San Vitale, vi sono stati e sono molti altri dopo lui che sono eccellenti. Maestro Luca de' Longhi ravignano, uomo di natura buono, quieto e studioso, ha fatto nella sua patria Ravenna e per di fuori molte tavole a olio e ritratti di naturale bellissimi, e fra l'altre sono assai leggiadre due tavolette che gli fece fare non ha molto nella chiesa de' monaci Classi il reverendo don Antonio da Pisa, allora abate di quel monasterio, per non dir nulla d'un infinito numero d'altre opere che ha fatto questo pittore. E per vero dire se maestro Luca fusse uscito di Ravenna, dove si è stato sempre e sta con la sua famiglia, essendo assiduo e molto diligente e di bel giudizio, sarebbe riuscito rarissimo, perché ha fatto e fa le sue cose con pacienza e studio, et io ne posso far fede, che so quanto gli acquistasse quando dimorai due mesi in Ravenna, in praticando e ragionando delle cose dell'arte; né tacerò che una sua figliuola ancora piccola fanciulletta chiamata Barbera disegna molto bene, et ha cominciato a colorire alcuna cosa con assai buona grazia e maniera.

Fu concorrente un tempo di Luca, Livio Agresti da Furlì, il quale, fatto che ebbe per l'abate de' Grassi nella chiesa dello Spirito Santo alcune storie a fresco et alcun'altre opere, si partì di Ravenna et andossene a Roma, dove attendendo con molto studio al disegno, si fece buon pratico, come si può veder in alcune facciate et altri lavori a fresco, che fece in quel tempo; e le sue prime opere, che sono in Narni, hanno assai del buono. Nella chiesa di Santo Spirito di Roma ha dipinto a fresco in una cappella istorie e figure assai, che sono condotte con molto studio e fatica: onde sono da ognuno meritamente lodate. La quale opera fu cagione, come s'è detto, che gli fusse allogata una delle storie minori, che sono sopra le porte, nella sala de' re nel palazzo di Vaticano, nella quale si portò in modo bene, ch'ella può stare a paragone dell'altre.

Ha fatto il medesimo per lo cardinale d'Augusta sette pezzi di storie dipinte sopra tela d'argento, che sono stati tenuti bellissimi in Ispagna, dove sono stati dal detto Cardinale mandati a donare al re Filippo per paramento d'una stanza. Un'altra tela d'argento simile ha dipinto nella medesima maniera, la quale si vede oggi nella chiesa de' Chietini in Furlì; finalmente essendosi fatto buono e fiero disegnatore, pratico coloritore, copioso ne' componimenti delle storie e di maniera universale, è stato condotto con buona provisione dal sopra detto Cardinale in Augusta, dove va facendo continuamente opere degne di molta lode. Ma è rarissimo in alcune cose, fra gl'altri di Romagna, Marco da Faenza (che così, e non altrimenti è chiamato) per ciò che è pratico oltre modo nelle cose a fresco, fiero, risoluto e terribile, e massimamente nella pratica e maniera di far grottesche, non avendo in ciò oggi pari né chi alla sua perfezzione aggiunga. Delle costui opere si vede per tutta Roma; et in Fiorenza è di suo mano la maggior parte degl'ornamenti di venti diverse stanze che sono nel palazzo ducale, e le fregiature del palco della sala maggiore di detto palazzo, stato dipinto da Giorgio Vasari, come si dirà a suo luogo pienamente, senzaché gl'ornamenti del principale cortile di detto palazzo fatti per la venuta della reina Giovanna in poco tempo, furono in gran parte condotti dal medesimo. E questo basti di Marco, essendo ancor vivo et in sul più bello d'acquistare et operare.

In Parma è oggi appresso al signor duca Ottavio Farnese un pittore detto Miruolo, credo di nazione romagnuolo, il quale, oltre ad alcun'opere fatte in Roma, ha dipinto a fresco molte storie in un palazzetto, che ha fatto fare il detto signor Duca nel castello di Parma, dove sono alcune fontane state condotte con bella grazia da Giovanni Boscoli, scultore da Monte Pulciano; il quale avendo molti anni lavorato di stucchi appresso al Vasari nel palazzo del detto signor duca Cosimo di Fiorenza, si è finalmente condotto a' servizii del detto signor Duca di Parma con buona provisione, et ha fatto e va facendo continuamente opere degne del suo raro e bellissimo ingegno.

Sono parimente nelle medesime città e provincie molti altri eccellenti e nobili artefici, ma perché sono anco giovani, si serberà a più comodo tempo a fare di loro quella onorata menzione, che le loro opere e virtù averanno meritato. E questo è il fine dell'opere dell'abate Primaticcio.