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Fece ancora Iacopo la fabrica della loggia della piazza di San Marco d'ordine corinto, che è a' piedi del campanile di detto San Marco, con ornamento ricchissimo di colonne e quattro nicchie, nelle quali sono quattro figure grandi quanto il naturale, di bronzo e di somma bellezza. E fa quest'opera quasi una bellissima basa al detto campanile, il quale è largo da piè una delle faccie piedi trentacinque, che tanto incirca è l'ornamento del Sansovino, et alto da terra fino alla cornice dove sono le finestre delle campane piedi centosessanta, dal piano di detta cornice fin all'altra di sopra dove è il corridore sono piedi venticinque, e l'altro dado di sopra è alto piedi ventotto e mezzo; e da questo piano dal corridore fino alla piramide, pigna, o punta che se la chiamino, sono piedi sessanta; in cima della quale punta il quadricello sopra il quale posa l'Angiolo è alto piedi sei; et il detto Angiolo che gira è alto dieci piedi, di maniera che tutta l'altezza viene ad essere piedi duecentonovantadue. Diede ancora il disegno e condusse per la scuola, o vero Fraternita e Compagnia della Misericordia, la fabrica di quel luogo grandissima e di spesa di centocinquantamila scudi. Rifece la chiesa di San Francesco della Vigna, dove stanno i frati de' Zoccoli, opera grandissima e d'importanza. Né per questo, mentre che ha atteso a tante fabriche, ha mai restato che per suo diletto non abbia fatto giornalmente opere grandissime e belle di scultura, di marmo e di bronzo. Sopra la pila dell'acqua santa ne' frati della Ca' Grande è di sua mano una statua fatta di marmo per un San Giovanni Batista, molto bella e lodatissima.

A Padova alla cappella del Santo è una storia grande di marmo, di mano del medesimo, di figure di mezzo rilievo bellissime d'un miracolo di Santo Antonio di Padova, la quale in quel luogo è stimata assai. All'entrare delle scale del palazzo di San Marco fa tuttavia di marmo in forma di due giganti bellissimi, di braccia sette l'uno, un Nettunno et un Marte, mostrando le forze che ha in terra et in mare quella serenissima republica. Fece una bellissima statua d'un Ercole al duca di Ferrara, e nella chiesa di S. Marco fece quattro storie di bronzo di mezzo rilievo, alte un braccio e lunghe uno e mezzo, per mettere a un pergamo, con istorie di quello Evangelista, tenute molto in pregio per la varietà loro. E sopra la porta del medesimo San Marco ha fatto una Nostra Donna di marmo grande quanto il naturale, tenuta cosa bellissima, et alla porta della sagrestia di detto loco è di sua mano la porta di bronzo, divisa in due parti bellissime e con istorie di Gesù Cristo, tutte di mezzo rilievo e lavorate eccellentissimamente; e sopra la porta dello arsenale ha fatto una bellissima Nostra Donna di marmo, che tiene il Figliolo in collo. Le quali tutte opere non solo hanno illustrato et adornato quella republica, ma hanno fatto conoscere giornalmente il Sansovino per eccellentissimo artefice et amare et onorare dalla magnificenza e liberalità di que' signori, e parimente dagl'altri artefici, referendosi a lui tutto quello di scultura et architettura che è stato in quella città al suo tempo operato. E nel vero ha meritato l'eccellenza di Iacopo di essere tenuta nel primo grado in quella città fra gl'artefici del disegno, e che la sua virtù sia stata amata et osservata universalmente dai nobili e dai plebei. Perciò che oltre all'altre cose egli ha, come s'è detto, fatto col suo sapere e giudizio che si è quasi del tutto rinovata quella città et imparato il vero e buon modo di fabricare.

Ma se ella ha ricevuto da lui bellezza et ornamento, egli all'incontro è da lei stato molto benificato. Conciò sia che oltre all'altre cose, egli è vivuto in essa da che prima vi andò insino all'età di settantotto anni sanissimo e gagliardo, e gli ha tanto conferito l'aria e quel cielo, che non ne mostra in un certo modo più che quaranta. E ha veduto e vede d'un suo virtuosissimo figliuolo, uomo di lettere, due nipoti, un maschio et una femmina, sanissimi e belli, con somma sua contentezza. E, che se è più, vive ancora felicissimamente e con tutti que' comodi et agi, che maggiori può avere un par suo. Ha sempre amato gl'artefici, et in particolare è stato amicissimo dell'eccellente e famoso Tiziano, come fu anco, mentre visse, di Messer Pietro Aretino, per le quali cose ho giudicato ben fatto, se bene vive, fare di lui questa onorata memoria, e massimamente che oggimai è per far poco nella scultura.