"Il Popolo sa anche che è solo questione di tempo prima che gli umani scoprano quali siano le regole di guerra hwarhath, e poi qualche pazzo tra gli umani… un gruppo di pazzi furbi… dirà: ’Abbiamo il nemico. Sappiamo come distruggerlo’. E penso che quando questo accadrà, gli umani decideranno di scatenare la guerra. Ho detto tutto questo al generale e gli ho detto anche che penso che il Popolo abbia un anno, due al massimo. Abbiamo trovato l’informazione nei file che abbiamo preso sul vostro pianeta, Reed…"
— 1935-C — precisò Anna.
Lui annuì. — Alcuni di voi sono molto vicini a scoprire le regole hwarhath su quando è giusto uccidere. Ma ci sono altre cose sul Popolo che tra non molto si verranno a sapere, e l’umanità sarà pronta per la guerra ancora prima che noi cominciamo a capire… Vorrei qualcosa da bere, Anna. E non caffè.
Lei andò in cucina e tornò con una bottiglia di Rose d’Anjou e due bicchieri, li riempì e ne porse uno a Nick. Lui lo posò.
— I hwarhath dicono che per essere una persona si deve essere in grado di giudicare e di fare distinzioni. Si deve essere in grado di giudicare e di fare distinzioni soprattutto nell’area della moralità. Non credono che l’aspetto c’entri molto col fatto di essere una persona. Prima di tutto, hanno parenti vicini ancora viventi: i Red Folk. Sono l’equivalente di… oh, non lo so. Dell’homo habilis? Qualcosa del genere. Sono riusciti a sopravvivere su una manciata di isole, come gli orangutan sulla Terra, fino a non so quando.
— Un secolo fa — lo informò Anna, provando un che del familiare dolore: un’altra specie estinta.
— Il Popolo sa che i Red Folk sono parenti prossimi ma che non sono persone. Non hanno un sistema morale che il Popolo riesca a riconoscere come tale. E anche certi hwarhath non sono vere persone. Secondo il Popolo, non è omicidio uccidere qualcuno che è in coma o con un cervello che non funziona più, per qualsiasi motivo. Un incidente. Una malattia. Un difetto di nascita. Quando si elimina qualcuno del genere, si libera un animale dalla sua miseria. Ci considerano pazzi per il fatto che pensiamo che una persona sia umana semplicemente perché ha un aspetto umano. Anna cominciava a sentirsi male.
— Lo stesso vale per i criminali. Nel Popolo ce ne sono, anche se non quanti tra di noi, almeno per quello che sono stato in grado di determinare. Ma loro sanno che ci sono membri della loro specie che sono normali quanto a intelligenza ma che non hanno alcun senso morale. Preferiscono che queste persone si suicidino. Così, offrono loro l’opzione e un po’ di tempo. Se i criminali restano vivi, possono finire con l’ucciderli. Dipende dal crimine. Non lo si fa mai per punizione. I hwarhath non sono particolarmente vendicativi, e non hanno la nostra idea di giustizia. Per loro, uccidere un criminale è come uccidere un animale pericoloso.
Nick prese il bicchiere del vino e lo rigirò tra le mani, guardando il liquido rosso chiaro che si muoveva, ma senza berlo. Eva evidente che aveva voluto qualcosa con cui giocherellare.
— Alcuni hwarhath… non so quanti… affermano che gli umani sono simili ai Red Folk o ai membri della loro specie che non sanno prendere decisioni ragionevoli sull’umanità. Assomigliamo a persone ma non lo siamo. Siamo, invece, una strana sorta di animali intelligenti, in grado di fare una buona imitazione di… cosa posso dire? Di giusto comportamento. L’osservatore disattento viene ingannato, ma quello attento…
"Anna, il Popolo non fa negoziati con animali. Sono cauti nel trattare con altre forme di vita, soprattutto sul loro pianeta originario, ma non hanno niente in comune con la religione Gaia. Se un animale è pericoloso, ci si libera del pericolo, e le regole della guerra non vengono applicate. Non credo probabile che si fermino davanti alla soluzione finale."
— Merda — fece Anna.
Lui sorrise. — È esattamente ciò che penso io. Quello è il primo punto. Il secondo è… i hwarhath hanno un problema molto serio. Non fanno una guerra da oltre un secolo.
— E questo è un problema? Potessimo dire altrettanto noi. Nick posò il bicchiere e si appoggiò allo schienale. Anna
aveva l’impressione che si stesse sforzando di rilassarsi. — Il Popolo crede che gli uomini siano per natura violenti e per natura… qual è la parola? Gerarchici. Sono ossessionati dal davanti e dal di dietro, dal vincere e dal perdere. Lasciati a se stessi, cercheranno di dominare ogni situazione. Faranno danni fisici. Secondo me è una fisima; ma è fuor di dubbio che i hwarhath maschi sono stati educati per essere intensamente competitivi e per pensare che la violenza non sia un grande problema. In ogni caso… — Fece una pausa. — Il Popolo cerca, per quanto è possibile, di tenere gli uomini lontano da casa. Non vogliono che i bambini o le donne si spaventino. Non credono che la paura continua sia salutare, anche se si tratta di paura continua a un basso livello… per esempio, non saper mai quando qualcuno della famiglia, lo zio o il fratello maggiore o chiunque sia, salterà per aria o morirà. Mio padre ha un carattere mite. Un uomo molto civile, ma ricordo d’aver avuto paura di lui, da bambino. Non spesso. Qualche volta. I maschi hwarhath vengono mandati ai limiti della società, dove la violenza è utile e dove uccideranno soltanto altri uomini adulti.
— Da tutto questo emerge una cultura molto spiacevole — commentò Anna.
Nick scrollò le spalle. — Sotto molti aspetti, sono più gentili degli umani. Sotto alcuni, credo che siano più brutali; o forse sono più sinceri e onesti riguardo alla brutalità. A me piacciono. — Fece un breve sorriso. — Come avrà forse notato, li sto tradendo. Quelle che le racconto sono informazioni protette.
— Perché lo fa?
— Le cose non possono andare avanti così, e io non trovo nient’altro da fare. Mi lasci finire, vuole?
Anna annuì.
— Le ho detto che la loro storia è lunga e sanguinosa. Ha portato alla creazione del Weaving, che è diventato un governo del mondo. Ci sono ovvi benefici col mondo in pace, e loro non desiderano veramente rinunciarci. Ma non sanno cosa fare dei loro uomini. Pensano, e hanno quasi sicuramente ragione, di non poter mantenere la loro società così com’è senza un nemico. Cosa accadrà quando i giovani smetteranno di credere nella guerra? Cosa accadrà se gli uomini cominceranno a dire: "È inutile addestrarsi alla battaglia ed è inutile vivere sul perimetro"? Gesù Cristo, potrebbero desiderare di tornare a casa e non soltanto per una visita. Un’idea spaventosa. Un’idea che certamente spaventa i hwarhath.
"Una cosa è andata loro dritta. Hanno scoperto l’Ftl. Questo li ha messi in grado di mandare degli uomini… molti uomini, comunque… nello spazio a esplorare e stabilire colonie e a cercare un nemico…" Nick le lanciò un’occhiata e sorrise. "Volevano una guerra che fosse abbastanza grossa da tenere gli uomini occupati e lontani dal pelo delle donne. E abbastanza lontana perché il pianeta natio non fosse minacciato, ma ragionevolmente raggiungibile. Un nemico che potessero battere, ma non facilmente. Non penso che avessero veramente stabilito cosa fare delle donne e dei bambini quando se la fossero sbrigata con gli uomini.
"Hanno trovato l’umanità e, come umanità, rappresentavamo esattamente ciò che volevano, solo che non stiamo al gioco. Non conosciamo le regole della guerra."
Aveva preso in mano il bicchiere una seconda volta. Lo roteò e il liquido mandò un bagliore. Come cosa?, si domandò Anna. Sangue misto ad acqua?
— C’è un’altra cosa che dovrebbe sapere sul Popolo. Ero su una nave umana sotto attacco… la Free Market Explorer, quando il Popolo mi catturò; e mi sono trovato su un paio di navi hwarhath in analoga situazione.