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Ad Alice, invece, la Sauley School non piaceva affatto. Voleva andare a scuola con lo stesso pulmino giallo della figlia di Cook. Alla Sauley School piangeva e buttava tutti i disegni sul pavimento. Poi la Mamma era uscita dalla sua camera… Leisha non l’aveva vista per qualche settimana, anche se sapeva che invece Alice era stata con lei… e aveva gettato a terra alcuni candelieri che si trovavano sulla cappa del caminetto. I candelieri, che erano di porcellana, si erano rotti. Leisha era corsa a raccogliere i pezzi mentre la Mamma e Papà avevano continuato a gridarsi contro a vicenda, nell’atrio presso la grande scalinata.

— È anche mia figlia! E io dico che può andare!

— Non hai il diritto di dire proprio niente in proposito! Piagnucolosa ubriacona, il più marcio dei modelli possibili per entrambe. E io che pensavo di essermi preso un’elegante aristocratica inglese!

— Hai quello per cui hai pagato! Nulla! Non che tu abbia mai avuto bisogno di niente né da me né da nessun altro!

— Smettetela! — gridò Leisha. — Smettetela! — Ci fu silenzio nell’atrio. Leisha si tagliò le dita con i frammenti di porcellana: il sangue cominciò a colare sul tappeto. Papà le corse incontro e la prese in braccio. — Smettetela! — singhiozzò Leisha e non comprese quando suo padre le disse tranquillamente: — Tu devi smetterla, Leisha. Nulla di ciò che fanno loro dovrebbe toccarti. Devi essere almeno così forte.

Leisha nascose il volto sulla spalla del padre. Alice venne trasferita alla scuola elementare Carl Sandburg e prese a recarvisi con lo stesso pulmino giallo della figlia dei Cook.

Una settimana dopo, Papà disse loro che la Mamma si sarebbe dovuta ricoverare in un ospedale per smetterla di bere così tanto. Quando la Mamma fosse uscita, disse lui, sarebbe andata a vivere da un’altra parte per qualche tempo. Lei e Papà non erano felici. Leisha e Alice sarebbero rimaste con Papà e avrebbero visitato la Mamma ogni tanto. Comunicò loro queste cose con grande attenzione, cercando le parole più adatte alla verità. La verità era molto importante, Leisha lo sapeva già. Verità significava essere fedeli a se stessi, al proprio essere speciali. Alla propria individualità. Un individuo rispettava i fatti e quindi diceva sempre la verità.

La Mamma, Papà non lo disse ma Leisha lo sapeva lo stesso, non rispettava i fatti.

— Non voglio che la Mamma vada via — disse Alice. Cominciò quindi a piangere. Leisha pensò che Papà avrebbe preso in braccio Alice, ma lui non lo fece. Rimase semplicemente in piedi, guardandole tutt’e due.

Leisha abbracciò Alice. — Va tutto bene, Alice. Va tutto bene! Noi faremo in modo che vada tutto bene! Giocherò con te per tutto il tempo che non saremo a scuola e così non sentirai tanto la mancanza della Mamma!

Alice strinse forte Leisha. Leisha voltò la testa per non essere costretta a vedere il volto del padre.

3

Kenzo Yagai doveva arrivare negli Stati Uniti per una conferenza. L’argomento del discorso, che avrebbe tenuto a New York, Los Angeles e Chicago, con una replica a Washington in qualità di intervento speciale al Congresso, era "ulteriori implicazioni politiche dell’energia a basso costo". Leisha Camden, che aveva undici anni, gli sarebbe stata presentata personalmente dopo la conferenza di Chicago, come aveva organizzato suo padre.

La piccola aveva studiato la teoria della fusione a freddo a scuola, e il suo insegnante di studi generali aveva evidenziato i cambiamenti avvenuti nel mondo a causa delle applicazioni a basso costo del brevetto di Yagai su ciò che, fino alla sua scoperta, era stata una teoria irrealizzabile: la crescente prosperità del Terzo Mondo; gli spasimi mortali dei vecchi sistemi comunisti; il declino degli stati petroliferi; il rinnovato potere economico degli Stati Uniti. Il gruppo di studi di Leisha aveva preparato un servizio giornalistico, e lo aveva filmato con l’equipaggiamento professionale della scuola, su come viveva una famiglia americana del 1985 con l’energia ad alto costo e la fiducia nell’assistenzialismo dovuto alle tasse e su come viveva, invece, una famiglia del 2019 con l’energia a basso costo e la fiducia nel contratto come base di civiltà. Leisha era rimasta sconcertata da alcune parti della sua ricerca.

— Il Giappone considera Kenzo Yagai un traditore del paese — disse a suo padre durante la cena.

— No — rispose Camden — "alcuni" giapponesi lo pensano. Diffida sempre delle generalizzazioni, Leisha. Yagai ha brevettato e patentato l’energia-Y negli Stati Uniti perché qui esistevano, quanto meno, le braci morenti dell’iniziativa individuale. Grazie alla sua invenzione, il nostro intero paese è lentamente tornato verso la meritocrazia individuale e il Giappone è stato lentamente costretto a seguirlo.

— Tuo padre ha sempre creduto in questo — fece Susan. — Leisha, mangia i piselli. — Leisha mangiò i piselli. Susan e Papà erano sposati da meno di un anno: le faceva ancora un’impressione un po’ strana averla lì, ma era gradevole. Papà diceva che Susan rappresentava un valido apporto all’unità familiare: intelligente, motivata e allegra. Proprio come Leisha.

— Ricorda, Leisha — disse Camden — un uomo valido per la società e per se stesso non si basa su quello che pensa che altre persone dovrebbero fare, essere o sentire, ma su se stesso. Su quello che sa effettivamente fare e fare bene. La gente si scambia ciò che sa fare bene e tutti ne traggono beneficio. Lo strumento basilare della civiltà è il contratto. I contratti sono volontari e portano a un mutuo beneficio, al contrario della coercizione, che è sbagliata.

— Il forte non ha alcun diritto di prendere una qualsiasi cosa al debole usando la forza — disse Susan. — Alice, mangia anche tu i piselli, tesoro.

— Né il debole di prendere qualsiasi cosa con forza a chi è forte — proseguì Camden. — Ecco la base di quello che sentirai dire da Kenzo Yagai questa sera, Leisha.

Alice interruppe: — A me non piacciono i piselli.

Camden ribatté: — Al tuo corpo sì. Ti fanno bene.

Alice sorrise. Leisha si sentì alleggerire il cuore: Alice non sorrideva più frequentemente a tavola. — Il mio corpo non ha un contratto con i piselli.

Camden disse, con una certa impazienza: — Sì che ce l’ha. Il tuo corpo trae beneficio dai piselli. Adesso mangia.

Il sorriso di Alice svanì. Leisha abbassò lo sguardo sul proprio piatto. All’improvviso vide una via di fuga. — No, Papà, ascolta: il corpo di Alice trae beneficio, ma i piselli no! Non lo si può considerare un mutuo beneficio e quindi non è un contratto! Alice ha ragione!

Camden eruppe in una breve risata. Disse quindi a Susan: — Undici anni… undici. - Perfino Alice sorrise, e Leisha agitò il cucchiaio con espressione trionfante, mentre la luce scintillava sulla cavità danzando in un argenteo luccichio sulla parete opposta.

Nonostante tutto, Alice non ne volle sapere di andare a sentire Kenzo Yagai. Sarebbe andata a dormire a casa della sua amica Julie: si sarebbero messe i bigodini a vicenda. Cosa ancora più sorprendente, nemmeno Susan sarebbe andata. Lei e Papà si guardarono in modo un po’ strano sulla porta di casa, pensò Leisha, ma era troppo eccitata per degnare la cosa di eccessiva attenzione. Doveva andare a sentire Kenzo Yagai.