Quel tale Bre’en si alzò in piedi, con il petto nudo scintillante sotto i raggi del sole. — Bene, siete svegli. — Sulla sua faccia comparve lo stesso sorriso accattivante di cui aveva fatto bella mostra nel Palazzo d’Estate. — Ionina, Adgao, mi scuso di aver usato uno stratagemma per portarvi qui al polo. Non c’è nessuna tempesta che minaccia la Strada Insulare. Non dovete comunque biasimare i vostri uomini per non aver sengato l’inganno, la strada è davvero bloccata dal ghiaccio. Abbiamo solo dato ai nostri operai qualche ora di vacanza, e il freddo invernale ha fatto il resto.
“In tutta franchezza, le nostre bugie sono state dettate dalla disperazione. Eravate sorvegliati troppo bene e informati troppo male perché potessimo avvicinarci a voi direttamente. Tuttavia, per dimostrare le nostre buone intenzioni, avrete l’onore di essere interrogati dal nostro re in persona e dai ministri di più alto grado.” Bre’en si inchinò in direzione dell’Azhiri più grasso e più basso, seduto a capotavola. Il degno personaggio alzò il mento rotondo di una frazione di grado,, per confermare la presentazione. Le guardie alle spalle dei cinque fissarono la scena senza battere ciglio.
Ajao interruppe il rappresentante del Popolo delle Nevi prima che potesse continuare. — Come avete fatto a…
— Ad addormentarvi? Be’, anche noi dei poli abbiamo le nostre magie, caro Adgao, anche se non possiamo paragonarle a quelle che abbiamo visto mettere in pratica dà voi. In certi posti del Nord, durante l’inverno, fa così freddo che sul ghiaccio si depositano sottili strati di neve magica, una specie di dono offerto dalla natura al nostro Regno. Questa neve incantata si scioglie con il calore, e se viene riscaldata in uno spazio chiuso, chiunque si trovi all’interno cade addormentato.
Balle! pensò Leg-Wot sfrondando il discorso da tutti gli arzigogoli superstiziosi. Era chiaro che quell’uomo parlava di CO, congelata. Su Giri esistevano senz’altro dei luoghi abbastanza freddi da permetterne la formazione.
— A tempo debito faremo resuscitare anche il vostro equipaggio. — Bre’en fece un cenno verso la polla di transito alle sue spalle. Il vascello di Pelio galleggiava sul bordo più lontano, con lo scafo inclinato in un angolo innaturale contro la parete. I boccaporti erano tutti chiusi. — Per il momento è meglio che li lasciamo dormire ancora.
Pelio scattò in piedi. — Sei un (parola sconosciuta) bugiardo! Hai ucciso i miei uomini! — La sua ira si puntò direttamente contro il Re delle Nevi. — Come osi permettere un simile tradimento, Tru’ud? Possibile che i trattati signfichino così poco, per te?
Il Re Tru’ud abbozzò un sorriso beffardo, poi si controllò e si limitò a non degnare il principe della minima considerazione. Bre’en, con la sua risposta, si dimostrò molto meno benevolo. — Sei un impertinente, Principe Pelio. Nessuno è stato ucciso. Abbiamo cercato di limitare la violenza al minimo, e questo solo quando abbiamo capito che il Regno d’Estate non intendeva mettere le conoscenze dei nostri visitatori a disposizione di tutti. Se avessimo eliminato i tuoi uomini, perché avremmo dovuto risparmiare te? Senza le tue insinuazioni sarebbe forse stato più facile convincere i tuoi amici a passare dalla nostra parte?
L’argomento lasciò Pelio del tutto indifferente. — Non so perché non mi avete fatto fuori con tutti gli altri. Ma so di sicuro che non potete liberarci. La vostra unica speranza di evitare una guerra con il Regno d’Estate è quella di raccontare alla mia famiglia che “un grave incidente” ha distrutto il mio vascello con tutti i suoi occupanti.
Bre’en si strinse nelle spalle e tornò a rivolgersi ai Novamerikani, con un sorriso di scusa. — In ogni caso, speriamo di riuscire a dimostrarvi che diciamo la verità. Alla Festa dell’Estate avete annunciato l’intenzione di viaggiare, in qualche modo, attraverso il Grande Oceano. Non abbiamo capito se era solo un modo per guadagnare tempo, tuttavia sappiamo che il Re Shozheru vi ha concesso solo pochi giorni per preparare l’impresa e che aveva in serbo un piano per tradirvi nel caso foste arrivati troppo vicini al successo. Scoprirete che il mio Re è molto più benevolo. È pronto a offrirvi protezione, tempo e comodità personali… se dividerete con noi le vostre conoscenze magiche.
“Sappiamo che queste magie sono potenti, forse anche più di quelle della Corporazione. C’erano dei nostri uomini sulle colline a nord di Bogdaru, al momento della vostra cattura. Uno di loro ha visto il mostro volante venire in vostro aiuto e altri l’hanno visto scendere bruciando dal cielo, molte miglia più a nord di dove vi trovavate. Quella creatura aveva una velocità superiore a quella delle nostre barche migliori, anche alle nostre latitudini. Crediamo che se non aveste completamente ignorato il Talento e le sue facoltà, avreste avuto buone probabilità di respingere le truppe che il Prefetto Moragha vi aveva mandato contro.
“Da allora, alcuni dei vostri talismani sono entrati in nostro possesso, e non hanno fatto che confermare la vostra forza.” Indicò con un gesto il maser e gli altri pezzi di attrezzatura rubati dal Palazzo d’Estate.
— Già! È proprio questo che volevo sapere — si intromise di nuovo Pelio. — Come avete fatto a trafugare quegli oggetti dal Torrione?
— È un nostro segreto, naturalmente — replicò il rappresentante del Popolo delle Nevi. Poi l’abitudine a ritenersi superiore a tutto prese il sopravvento. — Ma ti posso assicurare che quando è successo tu e Ionina eravate presenti — dichiarò, rivolgendo a Pelio un sorriso canzonatorio.
Com’era possibile? Lei ricordava benissimo di aver visto Bre’en e i suoi uomini nel Torrione, ma a mani vuote. Il maser e le armi non erano voluminosi, dato che non misuravano più di venti centimetri per ottanta, ma non si poteva di certo nasconderle nei gambali… Oppure sì? All’improvviso, Leg-Wot ricordò l’andatura strana e rigida dei servi di Bre’en, e un pensiero orribile le attraversò la mente. E se quegli uomini avessero avuto una gamba amputata? Ciascun oggetto rubato poteva prendere facilmente il posto della parte inferiore di un arto. Quei poveri diavoli sarebbero rimasti storpi per tutta la vita, dato che la civiltà locale non era di certo in possesso di una tecnica per il trapianto degli arti, ma era evidente che il Re delle Nevi non si preoccupava di simili particolari. Giocava duro, a quanto sembrava.
— Come dicevo — riprese Bre’en — questi attrezzi non fanno che aumentare la nostra considerazione per voi. Abbiamo perso due ottimi elementi prima di imparare che queste — indicò una delle mitragliatrici — possono rengare minuscoli frammenti di metallo a una velocità che nessuno dei nostri soldati può neanche lontanamente uguagliare. Con un’arma come questa, una recluta che non abbia ancora compiuto viaggi diventa pericolosa come un soldato che ha trascorso anni e anni della sua vita in pellegrinaggio. — Ah, le armate che potresti mettere insieme… non è vero, Bre’en?, pensò Leg-Wot.