Cruz e Bethany Oakes erano condottieri capaci d'ispirare, e avrebbero ottenuto il meglio dai coloni, ma Saul non si aspettava affatto che quel lungo viaggio fosse privo di guai.
Mai niente lo è, Saul. L'esilio non equivale alla fuga.
Il capitano Cruz proseguì, con un tono cordiale:
— E adesso ho una sopresa per voi tutti. Parecchi di noi avevano molte speranze di grandi progressi scientifici durante questo viaggio, ma scommetto che nessuno di voi si aspettava che dopo poche settimane dall'arrivo avremmo già scritto un nuovo capitolo negli annali delle scoperte umane. — Saul vide agitarsi gli astanti. La gente si guardava a vicenda, un'ondata di scrollate di spalle e di occhiate confuse mostravano che il segreto aveva tenuto, pur con gli ultimi tre giorni di prove frenetiche, esperimenti e controlli raddoppiati.
Saul tirò fuori il fazzoletto e si soffiò quanto più silenziosamente possibile il naso che i suoi genitori gli avevano dato. Sapeva che quella avrebbe potuto essere la sua ultima possibilità per un bel po'.
Cruz sorrise al suo pubblico, spremendo al massimo la suspence per quello che valeva. Sollevò le mani e la folla si quietò un'altra volta.
— Certo non voglio appropriarmi dello spettacolo o rubare le luci della ribalta a qualcuno…
Oh, no si disse Saul. Aveva chiesto a Cruz di non farlo.
— … così, lasciate che chiami qui l'uomo che ha compiuto questa storica scoperta, il cui nome diverrà, nel giro di una settimana, oggetto di brindisi in tutto il sistema solare. Sali quassù, Saul Lintz, e descrivi quello che hai scoperto!
Sospiro.
Saul si spinse lontano dalla cassa da imballo mentre sparsi applausi si levavano da diversi punti della sala. Dopo che, incespicando una prima volta, si sollevò dal pavimento per qualche secondo, dovette sopportare di venir fatto passare di mano in mano da parte dei più esperti di microgravità.
Lungo il percorso, vide che la maggior parte degli applausi venivano da gruppi specifici: Matsudo e Malenkov, che l'avevano aiutato nelle analisi, gli hawaiani in prima fila, alcuni percell…
Altri invece, nei contingenti africani e latini, avevano distolto lo sguardo da lui, e avevano abbassato le braccia, incapaci, come lui, di dimenticare Gerusalemme.
Una donna gli passò le mani sotto il corpo, e lo spinse con forza: partì in volo, senza un minino accenno di rotazione, descrivendo un arco preciso che lo fece atterrare accanto a Bethany Oakes. Bel lancio pensò, quando la piccola donna lo girò in direzione del pubblico.
— Non preoccuparti, Saul — gli bisbigliò Cruz. — Verranno le gambe dello spaziale anche a te. Il tuo problema è che hai passato troppo tempo in quella dannata ruota.
Saul scrollò le spalle. — Alcuni di noi sono troppo vecchi per cambiare, Mike.
Cruz rise e con un gesto indicò che la parola era sua. Saul mise un piede avanti con cautela. Guardò l'assemblea.
— Uhm, sono sicuro che voi ricorderete…
— Più forte, Saul! — Una voce fortemente accentata gridò dal fondo della sala. — Non devi bisbigliare per dimostrarci che non sei un 'levita linguacciuto!
Dei rantoli si levarono dalla folla e parecchi volti scurì parvero d'un tratto impallidire. Saul riconobbe il grido di Malenkov e l'agitarsi della sua mano in fondo alla sala. Il sorridente orso russo aveva il tatto di un tornado. Ma Saul sorrise.
— Mi spiace. Cercherò di parlare più forte.
«Stavo per dirvi che sono certo che tutti ricorderete il fantastico spiegamento di composti organici trovato dalla spedizione sulla cometa di Encke mentre stavano sperimentando le tecniche necessarie a questa missione. Molti di quei composti erano sconosciuti fino a quel momento, e hanno condotto a cambiamenti rivoluzionari nel campo della chimica industriale.
«In effetti, qui, uno dei nostri obiettivi minori è di appurare se la natura non abbia cucinato per noi qualche altro meraviglioso polimero, o aggregato, destinati a diventare preziosi quanto e più dell'enkon e dei clatrati dello stagno.
Joao Quiverian, proprio sotto al podio, corrugò la fronte. Era stato lui a scoprire quei composti, durante la precedente missione, così, in un certo qual modo, era responsabile di alcune delle motivazioni ad esplorare ed a «sfruttare» le comete.
— Ma una delle più eccitanti scoperte su Encke fu che il nucleo di quell'invecchiata e quasi morta cometa conteneva una grande quantità di sostanze chimiche meglio definite come «prebiotiche»… un accumulo di purine, pirimidine, fosfati e amminoacidi quasi identici al tipo di miscuglio che i moderni biologi ritengono formasse la 'zuppa' primordiale che ha condotto alla vita sulla Terra. La speranza era, quando siamo partiti per questo viaggio, che studiando una cometa più grande e più giovane, avremmo potuto, sì, gettare un po' di luce su come erano le cose sul nostro mondo quattro miliardi di anni fa, quando tutto è cominciato.
Saul si schiarì la gola e sperò che il raschiare della sua voce venisse attribuito ad una raucedine ed eccitazione generali. Dieci file più in là, più o meno, fra i variopinti hawaiani, vide Virginia Herbert che gli sorrideva. L'ammirazione nei suoi occhi era piacevole, anche se un po' sconcertante.
Calma, ragazzo. Non immaginare più di quanto non ci sia. Non c'è dubbio che ti consideri una specie di surrogato del padre.
— Bene — riattaccò, — il dottor Malenkov, il dottor Quiverian ed io abbiamo studiato una delle ultime carote raccolte dal dottor Otis Sergeov…
— Non essere modesto, Saul — tornò a interromperlo Malenkov. — Sei stato tu a farlo: la colpa ricadrà su di te!
Stavolta, almeno, la gente rise e applaudì. Saul sorrise. Grazie, Nicholas. Dentro di sé si chiese se il russo non avesse ragione per davvero… se colpa avrebbe potuto, un giorno, essere la parola giusta. Guarda cos'è successo a Simon Percell, il cui nome avrebbe dovuto accompagnarsi a quelli di Galeno e Schweitzer. La fama era una signora volubile.
— … uh, bene, con l'aiuto di quei signori sono stato in grado di isolare…
Oh, suvvia, Saul rimproverò se stesso. Cosa penserebbe Miriam se fosse vissuta per vederti adesso, qui, in piedi, a balbettare, quando hai la possibilità di fare un annuncio del genere!
Saul drizzò la schiena, perdendo quasi l'equilibrio nel farlo. Guardò il suo pubblico e prese a prestito uno dei gesti di Miguel Cruz, allargando le mani.
— I segni sono netti. I campioni non si prestano ad ambiguità. Nessuna contaminazione può spiegare ciò che abbiamo trovato. Abbiamo lavorato per una settimana, per essere certi che non si trattasse di qualcosa portato dalla Terra.
«Come abbia fatto ad arrivare qui, nessuno riesce ad immaginarlo. Come abbia fatto a sopravvivere o ad evolversi… non abbiamo la più pallida idea. Ma quello che adesso sappiamo è che, a quanto pare, siamo inciampati su quello che l'umanità ha cercato fin da quando i nostri esploratori hanno messo piede su un altro mondo, quasi un secolo fa.
Sorrise. Che pensino quello che vogliono.
— Per la prima volta, signore e signori, per la prima volta abbiamo trovato i segni inequivocabili di vita al di fuori della Terra.
PARTE SECONDA
NEL CALDO ALITO DI QUEI GIORNI