«Ma erano bei tempi.
Virginia si sentì commuovere dall'intensità dei suoi sentimenti quando li mise a fuoco, ampliando la capacità del canale e la sensibilità del collegamento. Saul era più facile da sondare rispetto a qualunque altro soggetto lei avesse avuto prima di allora. Salvo, forse, i bambini più piccoli.
E, per qualche ragione, stavolta non era spiacevolmente disorientante. Al contrario, era piacevole, anche se faceva un po' paura. Quell'uomo era… sì, forte.
— Continua pure, Saul. La simulazione procede bene. Vorrei sapere di più su quei giorni. Avevi cominciato a raccontare a Carl e a me dei tuoi primi lavori sulla cura delle cellule malate, la sindrome di Lesch-Nyhan e il lupus.
— Cure! — Saul rise, e alla viola da gamba si aggiunse un amaro coro di cimbali. — Già, l'ho fatto. Per fortuna la maggior parte dei nostri sforzi successivi ha funzionato meglio. Alcuni dei primi «successi» erano stati soltanto parziali.
Virginia lo sapeva. Era già penetrata negli archivi della spedizione, cancellando ogni traccia della propria infermità. Naturalmente non avrebbe potuto influenzare in alcun modo il suo lavoro… in effetti era probabile che le autorità avrebbero approvato. Ma aveva grattato via lo stesso i dati. Semplicemente, era una faccenda che non riguardava maledettamente nessun altro.
Virginia spianò le proprie emozioni e si concentrò sulla soluzione dei mistero di quel canale stranamente aperto sul substrato dei sentimenti di Saul. Sto imparando più cose oggi di quanto abbia fatto in un anno sulla Terra pensò.
Sentì la presenza centrale di JonVon portarsi al suo fianco, imitando le sue azioni, imparando, «osservando» come manipolava i canali, regolando le risonanze. Scioltamente, eseguendo i suoi ordini, il suo surrogato-macchina s'intromise per prendere il controllo. Ben presto Virginia fu in grado di ritrarsi per un momento e controllare la simulazione biologica, la ragione apparente per la quale si trovavano là.
Questa continuava a crescere, accumulando complessità su complessità. Adesso l'ingrandimento aveva zumato di nuovo all'indietro comprendendo un intero campo di aperture nel reticolo, ognuna con la propria frangia di enormi molecole biancoazzurre che sporgevano ondeggiando dentro il flusso elettrico, come ciglia intorno a bocche spalancate.
Virginia cercò di portare avanti la conversazione. — Ma non eri con Percell quando…
— Quando lui fece il suo errore fatale? Quelle povere mostruosità? No. Forse avrei dovuto esserci. Avrei potuto fare qualcosa di meglio di quello che ho fatto tornando ad Haifa per unirmi alla lotta. Allora era già troppo tardi, naturalmente. I vecchi sabra e i kibbutzim si erano sollevati, e venivano schiacciati dai leviti e dalle loro forze mercenarie incaricate di «mantenere la pace». Miriam e i piccoli…
Quell'improvvisa ondata di sentimenti l'investì, quasi sopraffacendola. Gli occhi di Virginia sbatterono e si riempirono di lacrime mentre ricordava scene di macabro orrore… Le pareva quasi di vedere gli insediamenti incendiati, le foreste in fiamme… di sentire l'ondata talamica dell'angoscia e del senso di colpa.
Furiosa, ordinò a JonVon di smetterla di creare queste immagini. Non era affare della macchina interferire in quel modo!
STO SOLO ENFATIZZANDO, VIRGINIA, annunciò freddamente JonVon attraverso il loro canale privato, comunicandole asciuttamente notizie che la lasciavano stordita, ancora di più della vivida scena di un tempio che si ergeva su un'antica collina. Virginia si sentì d'un tratto la bocca asciutta. Ma…
NON STO SIMULANDO O INTERPOLANDO NULLA DI TUTTO QUESTO. AMPLIFICATE, QUESTE SONO IMMAGINI CHE STANNO ARRIVANDO DIRETTAMENTE DAL SOGGETTO. Le sue mani si serrarono e si disserrarono spasmodicamente, costringendo la macchina a disattivare automaticamente i comandi collegati con le punte delle sue dita. Il suo respiro divenne un udibile rantolo lacerante a mano a mano che la verità la colpiva con forza.
— He nalulu eha eha!
In lontananza sentì che i guanti waldo le venivano sfilati dalle mani, le spalle sollevate da forti braccia.
— Stai bene, Virginia? — Saul stava parlando ad alta voce. — Non avevo intenzione di trasmettere con tanta forza. Pensavo che tu facessi in continuazione questo genere di cose.
Lei sbatté le palpebre, sollevando lo sguardo sul suo viso preoccupato. — Tu… tu sapevi quello che facevo?
Saul scoppiò a ridere. — Chi non l'avrebbe saputo, con te e quel tuo famiglio cibernetico che vi aggiravate ai bordi della mia mente, frugando e sondando?
Scosse la testa. — Francamente, Virginia, quello che hai fatto qui è stupefacente. L'ho sentito… l'ho sentito direttamente! Il contatto pensiero a pensiero. È stato un soggetto di tante storie, e film, perfino dopo che Margan, presumibilmente, ne aveva dimostrato l'impossibilità tanti anni prima, ma…
Virginia era ancora stordita. — Lo è. Si suppone che sia… impossibile, voglio dire, io uso JonVon per mediare, per fare congetture e riprodurre schemi, per simulare. Ma non mi sarei mai aspettata…
Adesso l'espressione di Saul si era fatta seria. — Vuoi dire che questa è stata la tua prima volta?
Virginia dovette sorridere. — Sì, la mia primissima. Ma non preoccuparti, Saul. Sei stato un perfetto gentiluomo.
Questo fece scattare la molla. Saul si buttò indietro e lanciò una risata ululante, e Virginia si unì al suo ululo. Risero insieme. La tensione parve dileguarsi e per un lungo istante nessuno dei due parve accorgersi che lui la stava ancora stringendo.
È una sensazione così bella pensò lei, alla fine.
— Uhmmm? — disse lui, battendosi la mano sul casco. — Ho ricevuto soltanto un po', ma sono sicurissimo di essere d'accordo… con qualunque cosa fosse.
Lei sollevò lo sguardo su di lui. — Oh, Saul, so che hai avuto una vita molto triste. Ma percepirlo è molto diverso. È quasi come se lo ricordassi io stessa.
Ancora un'altra immagine tremolò ai margini della sua visione: una donna. Non era una grande bellezza, certo, capelli scuri color pelo di topo che incorniciavano un volto comune, ma il suo sorriso era caldo, e un intenso bagliore sembrava irradiarsi da lei. Dietro di lei, due volti più piccoli, un ragazzi no e una ragazzina.
Miriam? I tuoi bambini?
Sì. Un dolore ammorbidito dal tempo. Un amore immutato.
E nel proprio cuore, un altro dolore, ancora violento. Un amore che non poteva avere risposta.
— Non mi odii… per quello che il trattamento genetico ti ha fatto? — le chiese Saul.
Virginia sollevò vivacemente lo sguardo e incontrò i suoi occhi. Scosse la testa. — L'ho fatto, molto tempo fa. Ho odiato te e Percell. Poi ho incontrato qualcuno degli altri percell… quelli per i quali la vostra cura contro il lupus aveva funzionato completamente.
«Ho studiato. Ho appreso che senza la cura sarei nata morta o orribilmente deforme… non soltanto menomata. È stato soltanto un colpo di fortuna che io…
— Tutto a posto. — Saul l'attirò a sé e lei chiuse gli occhi.
— Abbiamo ancora il nostro lavoro, adesso. Un buon lavoro. E questo ci dà anche un pezzo di futuro, Virginia.
— Sì, il nostro lavoro… e forse un po' di più. — Si sentiva calda. Virginia sollevò il proprio viso fino al suo. Saul dovette spingere da parte i cavi del casco per baciarla.