— Virginia! — la chiamò qualcuno a voce alta da dietro. — Ehi, Virginia, vuoi venire qui per favore, cara?
Al di fuori di Saul, c'era soltanto un'altra persona che usava rivolgersi a lei in quel modo. Si girò e annuì, rivolta alla matrona dai capelli castani che l'invitava ad avvicinarsi con un cenno della mano, all'altra estremità della sala.
— Sì, naturalmente, dottoressa Oakes. — Scivolò fluttuando rapidamente verso la grande olo-vasca dove i facenti funzione di capi-sezione fissavano cupi la grande immagine.
L'attuale capo della Sezione Scienze Cometarie, Masao Okudo, si allontanò ostentamente dall'estremità del tavolo dov'era Virginia, e così pure fece il maggiore Lopez, il militare di grado più alto che era stato svegliato. Virginia ignorò l'affronto. Faceva parte di quella universale corrente sotterranea di risentimento verso di lei, così come verso Carl, Saul e Lani, poiché quelli del primo Turno erano stati in qualche modo criminalmente incompetenti nel permettere che tutto questo avvenisse.
Virginia aveva sempre considerato gli essere umani creature irrazionali, nel profondo, lei compresa, naturalmente. Molti si risentivano per le scelte che erano state fatte su chi avrebbe dovuto essere decolombarizzato come parte della Squadra per la Direzione della Crisi. — Perché io? — era il ritornello che aveva ripetutamente sentito, borbottato con rabbia oppure espresso con alti lamenti, dopo che uno dopo l'altro i risvegliati erano rimasti feriti combattendo contro le sudice incrostazioni che infestavano i corridoi, oppure si erano ammalati a causa di qualche germe sconosciuto.
Carl ha dovuto prendere delle dure decisioni dopo la morte del capitano Cruz. I risvegliati davano ogni colpa a lui, e il fatto che fosse un percell non lo aiutava per niente.
Suppongo che l'unica cosa che impedisce a Carl, a Saul e a me di esser vittime di un totale ostracismo stia nel fatto che siamo indispensabili.
Bethany Oakes, almeno, pareva immune da simili sentimenti. Sorrise con la stessa gentilezza di sempre quando strinse la mano a Virginia.
— Grazie per essere venuta, cara. Ci troviamo qui con un piccolo disaccordo su una questione tecnica, e mi stavo chiedendo se per caso non potevi darci una mano con l'esperienza che hai acquisito durante quelle orribili settimane durante le quali tu e gli altri avete affrontato da soli questa terribile emergenza.
Virginia annuì. — Aiuterò in qualunque maniera possibile.
Bethany Oakes sorrise in risposta con le sue labbra piccole e umide. Virginia non poté fare a meno di notare che il suo volto era tumido, e che era truccato in una maniera che gli dava un aspetto sbilenco.
O sorte, tu sei davvero una perfida cagna. Dovevi prenderti il capitano Cruz, il nostro Drake, il nostro Colombo, proprio all'inizio, non è vero? Aveva realizzato una grande spedizione con una manciata di esiliati e di disadattati, e adesso non c'è più. Questa simpatica donna semplicemente non è un sostituto.
Bethany Oakes si rivolse a Lefty d'Amaria, il capo del reparto di Virginia, Calcoli e Meccanismi. Per lo meno, Lefty rivolse a Virginia un caldo sorriso che lei ricambiò con gratitudine. Ahimè, quell'uomo si teneva aggrappato al bordo del tavolo con fare incerto, e aveva la fronte chiazzata di sudore.
— Ci sono due problemi su cui noi… noi volevamo consultarti, Ginnie. Il primo ha a che fare col modo in cui combattere quella roba, là fuori nei corridoi.
Virginia aprì le mani. — Il dottor Matsudo e il dottor Lintz hanno studiato la poltiglia. Io ho avuto una minor esperienza diretta con essa rispetto agli altri sopravvissuti del Primo Turno.
D'Amaria annuì. — Sì, direttamente di persona. Ma l'hai combattuta tramite i mech, aiutando Osborn e le sue squadre. Quello che vogliamo sapere è se pensi che sia possibile riadattare i mech di superficie per farli lavorare nei pozzi.
— Be', ne abbiamo già riadattati alcuni: robot di servìzio alle navi, soprattutto.
— No. — D'Amaria scosse la testa. — Stiamo pensando a quelli grossi. Quelli davvero da superficie.
Virginia sbatté le palpebre. Le cose erano già così disperate? I mech di superficie non erano mai stati concepiti per lavorare nelle gallerie. Il pensiero di quei colossi dagli arti enormi, simili a ragni colossali, che scendevano là, sotto il ghiaccio, ingolfando i corridoi, fu sufficiente a farla inorridire.
— Non… non lo so di sicuro. Dovremmo preparare e mettere in funzione parte delle attrezzature della fabbrica…
— Un paio di membri della squadra della fabbrica ora vengono riscaldati — l'informò Lopez. — Jeffers, Yeomans Johanson sono già svegli.
Virginia annuì. — Ma anche con la fabbrica in funzione, sarà un pasticcio. Per riuscire a far passare i sollevatori o gli spingitori dentro i pozzi, dovremo fare qualcosa di più che togliergli le gambe e i rulli. Dovrò registrare nuovi schemi nelle loro memorie di routine. Con le attrezzature che abbiamo a disposizione sarà un lavoro di rattoppo, e non sono sicura che sia reversibile…
Okudo annuì. — Bene, bene. Allora dici che non si può fare.
Virginia sbatté gli occhi. — Ma è pazzesco! Non saremo mai in grado di piazzare i propulsori per la «sgomitata» all'afelio, senza i mech di superficie. E senza la «sgomitata», l'orbita di Halley non può venir modificata. Non riusciremo mai a…
— Vuoi chiudere la tua stupida bocca di percell? — sibilò all'improvviso il maggiore Lopez, scoprendo i denti. Gli occhi dell'ufficiale del Corpo Spaziale parevano ardere, e si tirò indietro, ma molto lentamente, quando Bethany Oakes si schiarì ostentatamente la gola. L'uomo fissò la facente funzione di comandante della missione, e poi tornò a rivolgersi a Virginia:
— Mi scusi. Volevo dire, le spiace tener bassa la voce? Per favore? — Il suo sarcasmo era ovvio.
Virginia l'ignorò.
Non riusciremo mai a tornare a casa pensò, concludendo dentro di sé l'accorata protesta.
Bethany Oakes parlò al militare: — Ora, Fidel. Sono sicura che la signorina Herbert si rende conto di come sia essenziale esser discreti su alcune delle implicazioni delle nostre imminenti azioni. Già così il morale è abbastanza basso.
— Direi proprio di sì — borbottò Okudo rivolto al militare.
— Ho sentito che alcuni membri dell'equipaggio giungono persino a fingersi malati, cercando in ogni modo di simulare un'infezione o qualcos'altro per farsi mettere in animazione sospesa.
Non lo sapevo Virginia avverti un'improvvisa nausea allo stomaco.
Il capitano Cruz sarebbe stato più franco con noi. E nessuno avrebbe anche soltanto considerato la possibilità di lasciarlo nella peste cercando di fuggire nel tempo.
Bethany Oakes contemplò malinconicamente l'olovasca; dando a Virginia la sua prima possibilità di guardare lei stessa la grande immagine.
La regione penetrata dalle gallerie non era più grande di quanto lo era stata un mese prima, occupando tuttora meno di un cinque per cento del volume del nucleo di Halley, formando una sorta di conigliera raccolta intorno alla regione del polo Nord. Risaltavano alcune grandi cavità, comprese le tre in cui i colombari giacevano sepolti. E anche questa stessa sala, la Centrale, in mezzo a un grappolo di stanze ad appena un chilometro in linea retta verso il basso dal punto in cui era ancorata la Edmund Halley.
Grazie al cielo la maggior parte degli idroponici sono ancora a bordo della Edmund, pensò Virginia. Al sicuro dalle forme di vita native che abbiamo inavvertitamente svegliato qui sotto. Se la poltiglia o i bacilli riuscissero mai ad arrivare negli orti principali, è molto probabile che moriremmo di fame entro breve tempo.