— Sono parole troppo profonde per me, signore. Ho paura di non riuscire a comprenderle.
— Non ha importanza — sospirò Danielis. — Si ricordi di questo: sono molto più numerosi gli uomini che combattono al di fuori dell’esercito regolare che quelli che vi militano dentro. Se solo i padroni riuscissero a unificare le loro forze, Fallon sarebbe finito. Fortunatamente sono troppo orgogliosi e distanti gli uni dagli altri. Ma se li esasperiamo troppo… Noi vorremmo che il piccolo e il medio proprietario pensassero che i fedeli di Fallon non sono poi tanto male e che avrebbero dei vantaggi mettendosi dalla nostra parte a scapito di quelli che ci avverseranno fino all’ultimo. Mi segue?
— Credo di sì, signore.
— Lei non è uno stupido, Lambert. Non usi la violenza per estorcere notizie ai prigionieri, si serva dell’astuzia.
— Tenterò, signore.
— Bene. — Danielis guardò l’orologio che gli avevano regalato insieme alla pistola quando era stato promosso ufficiale. Un uomo qualsiasi non se li poteva permettere. Prima era diverso, e forse un domani… — Devo andarmene. Arrivederci.
Quando uscì dalla tenda si sentì meglio. Ho la stoffa del predicatore, pensò, e non sono mai riuscito a unirmi agli scherzi degli altri né a capire le loro spiritosaggini. Se però riesco a far circolare qualche nuova idea dove è necessario mi posso ritenere soddisfatto. Arrivò fino a lui un motivetto musicale che un gruppo di uomini stavano suonando con il banjo sotto una pianta. Si rese conto che lo stava fischiettando. Era un bene che gli uomini fossero così su di morale dopo Maricopa e dopo quell’estenuante marcia verso Nord il cui scopo non era stato spiegato a nessuno.
La tenda in cui si sarebbe tenuta la riunione era grandissima, pareva quasi un padiglione. Davanti erano ferme due sentinelle. Danielis fu uno degli ultimi a entrare, così si dovette sedere all’estremità del tavolo dinanzi al generale di brigata Perez. L’aria era appestata dal fumo e tutti stavano chiacchierando. Ma i loro visi erano tesi.
Quando apparve la figura vestita d’azzurro con il segno Yang-Yin sul petto di colpo calò il silenzio. Danielis si stupì nel riconoscere il Filosofo Woodworth. Lo aveva visto l’ultima volta che era stato a Los Angeles ed era sicuro che sarebbe rimasto al centro espista della città. Doveva trattarsi di qualcosa di speciale e doveva essere arrivato in modo speciale…
Perez lo presentò. Tutti e due restarono in piedi sotto lo sguardo degli ufficiali.
— Vi porto notizie importanti, signori — annunciò Perez tranquillamente. — Dovete sentirvi onorati di essere qui. Sono sicuro che manterrete il più assoluto riserbo su ciò che vi verrà riferito e che porterete a termine questa decisiva e difficile operazione. — Danielis si meravigliò di non vedere tra i presenti alcuni alti ufficiali.
— Torno a ripetere — continuò Perez — che se non verrà mantenuto il segreto tutto andrà in fumo e la guerra potrebbe andare avanti ancora per mesi o per anni. Sapete bene quanto sia delicata la nostra posizione e sapete anche che peggiorerà ancora a mano a mano che si esauriranno le scorte che il nemico ci nega. Potremmo perdere la guerra, e non lo dico per disfattismo.
“Del resto, se riusciremo a far funzionare questo nuovo piano, potremo avere la meglio nel giro di un mese.”
Tacque per un istante, aspettando le previste reazioni, poi riprese.
— Questo progetto è stato realizzato al Quartier Generale con la collaborazione degli Espisti di San Francisco alcune settimane fa. Ecco perché siamo diretti a Nord… — Aspettò che si placasse il brusio provocato da quelle parole. — È vero che l’Ordine Espista si mantiene sempre su una posizione di neutralità nelle questioni politiche, ma è anche vero che si deve difendere quando viene attaccato. E certamente sarete informati dell’azione compiuta dai ribelli. Hanno occupato la Comunità della Valle di Napa e hanno iniziato a spargere voci tendenziose sull’Ordine. Vorrebbe andare avanti lei, Filosofo Woodworth?
L’uomo con l’abito azzurro fece un cenno d’assenso con il capo e iniziò a spiegare impassibile.
— Siamo ben attrezzati per scoprire questo genere di cose… abbiamo una specie di spionaggio nostro. Grazie a esso posso darvi informazioni precise sull’accaduto. St. Helena è stata assalita mentre la maggior parte dei fedeli era andata ad aiutare la comunità che sta nascendo nel Montana. — Come hanno fatto a spostarsi tanto in fretta?, si domandò Danielis. Hanno un sistema di teletrasporto o cos’altro? — Non so dirvi se i nemici ne fossero al corrente o se è stato solo un caso fortuito. Comunque, quando i pochi fedeli rimasti hanno cercato di farli andare via hanno iniziato a combattere e gli adepti sono stati uccisi prima ancora di poter reagire. — Sorrise. — Non siamo immortali, se non come lo è qualsiasi cosa vivente, e non siamo neanche infallibili, perciò adesso St. Helena è occupata. Non abbiamo intenzione di agire subito, perché ci andrebbero di mezzo troppi membri della comunità.
“In quanto alle dicerie che il nemico si affanna a spargere, be’, credo che se mi capitasse un’occasione del genere farei esattamente lo stesso. Lo sanno tutti che un adepto riesce a fare delle cose che non sono permesse a nessun altro, e le truppe che sanno di avere agito male temono la nostra vendetta sovrannaturale. Voi non siete degli stupidi, perciò sapete bene che non facciamo niente di soprannaturale: sappiamo solo usare i poteri che sono nascosti nella maggior parte di noi. Vi è anche noto che l’Ordine non crede nella necessità della vendetta, ma i soldati non la pensano così e sono gli ufficiali che devono rassicurarli in qualunque modo. A tale scopo creano un falso strumento e sostengono che gli adepti se ne servono… Tecnologia avanzata, certo, ma sempre macchinari che si possono mettere fuori uso, avendone il coraggio. Ed è esattamente quello che è successo.
“Nonostante tutto siamo di fronte a una minaccia per l’Ordine, e non possiamo neanche lasciare impunita un’aggressione contro i nostri fedeli. Ecco il motivo per cui gli Espisti hanno deciso di schierarsi dalla vostra parte. Questa guerra deve finire in fretta.”
Tutti tirarono un sospiro e qualcuno imprecò per l’entusiasmo. Danielis sentì i capelli drizzarglisi in testa, Perez chiese la parola.
— Calmatevi, per favore — disse. — Gli adepti non sono intenzionati a far saltare per aria i vostri avversari. La loro è stata una decisione molto sofferta. So che… uhm… che lo sviluppo individuale degli Espisti subirà un regresso di diversi anni a causa di questo. È un sacrificio immenso quello che fanno.
“Il loro Statuto prevede che possano usufruire della psionica per proteggere una comunità aggredita. Un attacco contro San Francisco sarà ritenuto un atto contro la Centrale, il loro Quartier Generale mondiale.”
Quando finalmente capì cosa stava per succedere, Danielis si sentì come accecare. Faticò addirittura a sentire Perez che continuava a parlare, freddo e attento ai dettagli.
— Guardiamo la situazione strategica. Il nemico ha occupato più di metà della California, l’Oregon, l’Idaho e gran parte dello stato di Washington. Noi possiamo usufruire solo di un accesso a San Francisco. Non ce lo hanno ancora bloccato perché le truppe che abbiamo spostato dal Nord sono molto forti e difendono bene la città. Per ora i nostri avversari stanno ottenendo una vittoria dietro l’altra e non se la sentono di correre un simile rischio.
“Non hanno neppure la minima speranza di successo. Pudget Sound e i porti meridionali della California sono ancora nelle nostre mani e grazie alle navi disponiamo di abbondanti viveri e munizioni. La loro potenza navale è molto limitata e si basa soprattutto sulle golette dei padroni della costa che agiscono al largo di Portland. Potrebbero avere la meglio su qualche nostro convoglio, ma non gli conviene attaccarci perché sanno che ne arriverebbero presto degli altri meglio scortati. Non possono neanche entrare nella baia, perché su entrambi i lati del Golden Gate sono installati missili e artiglierie. L’unica cosa che possono fare è mantenere i contatti via mare con le Hawai e l’Alaska.