Forse avrei dovuto fare il contadino, pensò. Non che ci fosse molto spazio per i contadini, su Moth. Se avesse chiesto, il tipo di piante che Mamma Mastino gli avrebbe consigliato di coltivare sarebbero probabilmente state illegali.
— Dovremmo andarcene — disse lei all'improvviso come se si fosse appena ricordata per quale ragione si trovavano su quella nave.
— Siamo già in volo.
— Dove? — Si guardò intorno sorpresa, ma nella stanza non c'erano oblò.
— Fuori dal sistema solare, lontani dall'orbita di Alaspin. — Controllò l'orologio da polso. — È un comando facile da impartire. La nave si può controllare a voce, il che è molto più semplice che non farlo tramite tastiera. Se senti una terza voce, femminile e fredda, quella è la voce del Teacher. Non possiede capacità di ragionamento, quindi non cercare di discutere con lei. L'ho preferita così. Volevo qualcosa che rispondesse ai miei comandi immediatamente, senza mettersi a dibattere le varie possibilità.
— Al contrario di me? — Clarity si avvicinò al bordo della fontana e si sedette, affondando una mano nell'acqua. Subito una forma purpurea con pinne turchesi si avvicinò per ispezionarle la mano. Lei la agitò un poco e la sagoma si allontanò con un guizzo.
— La gente ti regala le cose. Come questa nave, hai detto.
— Ho un certo numero di amici interessanti. In realtà l'hanno costruita apposta per me. — Scrollò la testa al ricordo. — Ancora non so come abbiano fatto. Chissà perché non mi sembrava una delle cose in cui erano più versati, ma in verità non sembravano capaci in nulla. Amici sorprendenti.
— Oh, che carino! — Si alzò e si allontanò dalla fontana. — Che cos'è?
Fece scorrere la mano sopra qualcosa che assomigliava a una dozzina di nastri di Mòbius che giravano attorno a un centro comune. Nei punti in cui si incontravano intersecandosi, sembravano scomparire nel nulla. Quando ne toccò uno, un suono molto basso riempì la stanza. Toccandone un altro, si udì un fischio stridente. Non c'era nulla che tenesse sospesa quella creazione a un metro e mezzo dal pavimento.
— Qualche tipo di proiezione gravitazionale?
— Non so — rispose scrollando le spalle. — Temo di averlo preso senza istruzioni o spiegazioni. — Fece un cenno verso l'oggetto. — Metti la mano nel mezzo, dove convergono le strisce.
— Perché? Scomparirà?
Lui sorrise: — No.
Con uno sguardo di sfida, infilò adagio la mano nell'intersezione, con le dita leggermente aperte. Subito chiuse gli occhi e sul suo viso passò un'espressione di puro rapimento. Socchiuse leggermente le labbra, scoprendo i denti serrati. La testa si piegò all'indietro, poi in avanti, insieme alla parte superiore del corpo, come un nastro che ondeggiava al vento. Flinx dovette correre a sostenerla.
La trascinò verso il più vicino divano, adagiandola dolcemente sui cuscini musicali. Lei teneva il dorso della mano sinistra sulla fronte e sulla sua pelle spiccavano gocce di sudore simili a perle birmane. Quell'espressione rimase sul suo viso per due minuti, poi la ragazza sbatté le palpebre, si asciugò il sudore e si voltò a guardarlo.
— Non è stata una cosa leale — disse con voce roca. — Non mi aspettavo… nulla di simile.
— Neppure io la prima volta che ho infilato la mano. È una sensazione un tantino soverchiante.
— Un tantino? — Stava guardando con desiderio il punto in cui i nastri di Mòbius si intersecavano. — Non ho mai provato nulla di simile in tutta la mia vita e la mano è rimasta là solo per un attimo. Ma non era solo la mano, vero? — Riportò lo sguardo su di lui. — Era tutto il corpo.
— Era tutto il tuo essere, eri tu, come se fossi inserita in una presa ad alto voltaggio, ma senza nessun rischio. Almeno, credo che non ci sia pericolo. Solo quella sconvolgente ondata di piacere.
— Dovrebbe essere dichiarato illegale — disse mettendosi a sedere.
Flinx distolse il viso. — Lo è.
— Non ho mai sentito parlare di un congegno simile. Dove viene costruito?
— Su di un mondo fuorilegge da gente fuorilegge. Non ci sono restrizioni, perché a quanto ne so, è l'unico del genere. Nessun altro ne conosce l'esistenza. Il popolo che ha costruito questa nave per me… — si guardò intorno, — ha costruito anche quello. Un altro regalo. Volevano essere sicuri che fossi sempre felice, quindi mi hanno fornito i mezzi per esserlo.
— Si potrebbe morire con tanta felicità.
— Lo so. Quelli che l'hanno progettato, hanno una maggiore tolleranza per molte cose, inclusa la felicità. Devi fare attenzione alle dosi. Lo uso solo quando sono profondamente depresso.
— E capita spesso che tu sia profondamente depresso, Flinx?
— Temo di sì. Sono sempre stato lunatico, ed ora è peggio di quando ero ragazzo.
— Capisco. Non sono affari miei e tu non sei tenuto a dirmelo, ma c'è qualcun altro su questa nave?
— Solo tu ed io, a meno che tu non voglia contare Pip e Scrap.
Lei scrollò le spalle. — Non mi aspetto che tu mi racconti dei tuoi fornitori illegali.
— Non mi dispiace farlo. I miei amici sono delle brave persone. Speciali. A volte mi sorprendo a pensare che siano i prescelti dell'universo. Sono innocenti. Assolutamente innocenti, anche se io ho intrapreso qualche passo fondamentale per rimediare alla cosa. La Chiesa sa di loro, e anche il governo, ma hanno paura di quel genere di innocenza. E poi i miei amici sono incomprensibili.
— Posso averne sentito parlare?
— Può darsi, ma ne dubito. — Accostandosi ad un'alta felce verde-azzurra, scostò una fronda, scoprendo una piccola tastiera sulla quale posò le dita. Sarebbe stato molto più semplice impartire il comando a voce, ma ebbe l'impulso infantile di impressionarla ancor di più.
Per chiunque non sapesse nulla di geografia galattica, l'ammasso di stelle che si materializzò a mezz'aria tra Flinx e la fontana poteva sembrare bizzarramente allineato. Ma ad un esame più ravvicinato, si sarebbero viste le minuscole lettere color verde brillante che fluttuavano sopra ciascun sole. Appena una piccolissima parte delle stelle rappresentate era indicata con lettere gialle invece che verdi.
— Il Commonwealth — spiegò senza che ve ne fosse bisogno.
L'Impero AAnn non era rappresentato, anche se Clarity non aveva dubbi che avrebbe potuto farlo comparire con un cenno. Non era visibile neppure il Braccio del Sagittario. L'ologramma mostrava solo rotte e vettori del Commonwealth. Mentre la guardava, l'intera configurazione si orientò sulla posizione del Teacher.
— È molto distante — Flinx stava osservando attentamente l'immagine che ruotava piano. — Forse entro i confini del Commonwealth e forse no. Lassù, vicino alla nebulosa di Rosette, verso il confine esterno della Galassia. Non è un pianeta grande o impressionante. — Sfiorò un controllo dietro la felce e lei vide un puntolino accendersi di color smeraldo.
Flinx mosse di nuovo la mano e l'ologramma si spostò più in fretta.
Quando si fermò, un mondo completamente diverso brillava molto più intenso degli altri: — Alaspin. — Mosse la mano una terza volta, illuminando un pianeta ai confini estremi del Commonwealth.
— Mondi esistenti, prospettive differenti. Il primo ologramma era legale, un camuffamento. Le posizioni sono state falsate. Queste sono quelle giuste e messe in proscrizione.
Clarity guardò con attenzione. Il nuovo pianeta che aveva illuminato si muoveva impercettibilmente, quanto bastava per confondere chiunque cercasse di localizzarlo. E questa volta non era verde, ma rosso intenso.
— Non ho mai fatto grande uso di una mappa sospesa — mormorò Clarity, — ma ho visto pianeti segnati in verde, azzurro, giallo e rosa, tuttavia mai di quel colore.
— Significa che il mondo in questione cade sotto l'Editto della Chiesa. Nessuno dovrebbe sapere della sua esistenza. Ci sono sei stazioni automatiche armate su orbite multiple a distanza di sei diametri planetari per impedire non solo un atterraggio, ma anche un avvicinamento non autorizzato. — Mosse la mano e l'ologramma scomparve, come se il cosmo fosse svanito. — Se la gente sapesse che esiste e che cade sotto l'Editto della Chiesa, qualcuno cercherebbe di andarci solo perché è proibito. Il risultato sarebbe un avventuriero morto ed una burocrazia sconfitta.