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Lei lo guardò fisso. — Ma tu ci sei stato. Hai detto che la gente che lo abita ti ha costruito la nave.

— Sì, i miei amici, gli Ujurriani. — Il suo sguardo si posò oltre lei, come se si aspettasse di vedere qualcun altro. Forse una creatura alta tre metri e ricoperta di pelliccia. Ma vide solo le piante e la fontana.

— Perché è sotto l'Editto?

— Se te lo dicessi, violerei l'Editto stesso.

— Non parlerei. Ti devo la vita. So mantenere i tuoi segreti.

Flinx rifletté, poi distolse lo sguardo, sospirando. — Sto arrivando al punto che non mi interessa più scoprire chi sa e che cosa sa. Gli Ujurriani fisicamente assomigliano a dei grossi orsi e, secondo i nostri standard, sono il massimo dell'ingenuità. Almeno lo erano quando li ho incontrati. E sono anche, potenzialmente, la razza più avanzata mai incontrata.

Clarity corrugò la fronte. — Non è una ragione per metterli sotto Editto.

— Sono telepati naturali — le disse Flinx. — Leggono la mente. Non sono telepati empatici, come i serpenti volanti. — E come me, aggiunse tra sé.

Clarity emise un fischio significativo. — Intendi dire che possono davvero comunicare con la mente? Come i personaggi del tri-di e dei libri?

Lui accennò di sì. — La cosa che più di ogni altra abbiamo sempre temuto in una razza aliena. Gente in grado di leggere le nostre menti mentre noi non possiamo leggere le loro. E non solo le nostre menti. Su Ulru-Ujurr c'era un'installazione AAnn. Gli Ujurriani erano in grado di leggere anche le loro menti e hanno cacciato gli AAnn. Credo che siano persino in grado di leggere la mente di Pip, almeno, quel poco che ha. — Il serpente volante sollevò il capo dalla sua spalla, poi si riappoggiò. — E non è tutto.

— Non basta ancora?

— Imparano con una velocità che si potrebbe rappresentare con una curva esponenziale. Quando li ho incontrati, il loro livello di crescita era quasi piatto. Vivevano nelle caverne. Ora il livello sta salendo molto in fretta. Quando me ne sono andato, avevano imparato abbastanza dalle registrazioni dell'installazione AAnn da poter iniziare la costruzione di un'intera cittadina. E anche del Teacher, anche se ancora non ho capito come abbiano fatto a mettere insieme tanto in fretta le infrastrutture necessarie. Hanno anche altri talenti. — Fece un leggero sorriso. — Amano fare scherzi, giocare e scavare gallerie.

— Gallerie? Che buffo.

— Perché buffo?

— Lo scoprirai presto. Ma non sono ostili?

— Al contrario. Sono morbidi, paffuti e grassottelli… se riesci a immaginare paffuto e grassottello qualcosa che è alto tre metri e pesa tra i mille e i milleduecento chili. Siamo andati molto d'accordo.

— Non lo metto in dubbio. — Clarity stava di nuovo giocando con l'acqua. — Se hanno costruito una nave solo per regalartela… Quante astronavi possiedono?

— Per quello che ne so, il Teacher è l'unica nave che abbiano mai costruito. — E quello gli fece venire in mente un certo Ujurriano, così particolare che persino quelli della sua razza lo consideravano strano. — C'era un maschio di nome Maybeso che non ne aveva bisogno, anche se immagino che non dovrei dirlo, perché non so che distanza potesse percorrere.

Lei spalancò gli occhi. — Sono anche in grado di teletrasportarsi?

— Non lo so. Loro lo chiamano in modo diverso. Credo che siano in grado di fare anche altre cose, ma all'epoca non ne sapevo abbastanza per fare le domande giuste. È passato tanto tempo e dovrei tornare. — Sbatté le palpebre. — Adesso capisci perché la Chiesa ha messo sotto Editto un mondo simile. Gli Ujurriani sono una razza di telepati innocenti, probabilmente in grado di teletrasportarsi, con un potenziale mentale illimitato. Sai come la pensa il Dipartimento delle Razze Aliene. Il fatto che siano amichevoli adesso, non significa che lo saranno anche domani. “La paranoia è sopravvivenza” e altre sciocchezze del genere.

Clarity annuì lentamente e lui distolse lo sguardo per posarlo sulla fontana. — Adesso non devi più preoccuparti di un eventuale inseguimento. Il Teacher è molto veloce ed è armato, anche se non sono certo che l'armamento funzioni. Non ho mai dovuto usarlo.

— Al contrario di quelli che mi hanno rapito — disse lei piano.

Flinx controllò le coordinate sul visore assicurato al polso sinistro. — Ci siamo allontanati abbastanza e presto potremo inserire i motori KK. Una volta nello spazio-più, nessuno potrà toccarci.

Non le disse che il Teacher era l'unica nave in tutto in Commonwealth in grado di decollare e atterrare direttamente dalla superficie di un pianeta. Quei geni degli Ujurriani avevano risolto in una settimana il problema che tormentava i migliori fisici del Commonwealth fin dalla scoperta della propulsione KK. C'erano ancora alcuni segreti che intendeva nascondere alla sua ospite. E uno di questi sarebbe stato continuare a fingere che quella nave fosse come tutte le altre.

— Se era sotto Editto, come hai fatto a trovarti su quel mondo e ad entrare nelle grazie degli abitanti tanto da spingerli a costruirti questa nave?

Flinx stava esaminando il soffitto. Notò con sorpresa che fra i tralci del rampicante c'erano delle cimici. Non riusciva ad immaginare come e quando fossero riuscite a salire a bordo. Erano loro i veri dominatori dell'universo, pensò, non gli esseri umani, non i thranx, non gli AAnn. Erano sempre i più piccoli che governavano. Gli insetti erano riusciti a colonizzare ogni cosa, tranne il vuoto. E adesso si erano appropriati del Teacher. Aumentavano la sensazione di calore domestico della stanza… tranne quando una cadde giù da un tralcio, finendogli in testa. Fino a quel momento, niente di pericoloso aveva mai chiesto un passaggio ai suoi capelli. Comunque, di rado gli insetti lo morsicavano. Forse lui non era saporito come gli altri.

Ricordò la domanda di Clarity e rispose in tono assente. — Stavo cercando qualcuno e per questo ho visitato un sacco di posti strani.

— Posso chiederti chi stavi cercando?

— Mio padre e mia madre.

— Oh! — Non era questa la risposta che si aspettava. — Li hai trovati?

— Ho scoperto che mia madre era morta. Ancora adesso non so cosa ne sia stato di mio padre e neppure chi fosse.

— Stai ancora cercando?

Flinx scosse il capo con violenza, sorpreso nel sentirsi tanto teso. — Ho attraversato a lungo il vuoto e ho visitato molti mondi, cercando di trovare una risposta. E quella ricerca ha prosciugato molta della mia passione. Ora i miei interessi stanno cambiando. Quello che era di importanza vitale qualche anno fa, ora non lo è più. Anche se desidero ancora saperlo, non vedo ragione di dedicare ogni mia risorsa a scoprirlo.

— Così sei cresciuto orfano?

Quella domanda lo fece sorridere, come sempre capitava con i ricordi della sua infanzia. — Ho avuto una madre adottiva: Mamma Mastino. Una vecchia signora, bugiarda, brutta, sporca, ingannatrice, che amo moltissimo.

— Me ne sono accorta — disse piano lei.

— Sai — esclamò all'improvviso, — l'unica cosa che ho sempre voluto è di essere lasciato in pace. Non l'ho voluta io questa nave, proprio come non ho mai voluto tutti gli altri problemi che mi sono trovato ad affrontare. Dèi, non ho nemmeno vent'anni!

— Flinx, tu sei molto più maturo della maggior parte degli uomini più vecchi di te che ho conosciuto. — Era tanto preso dalla commiserazione per se stesso, che le implicazioni di quella frase lo sfiorarono appena.