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— Comincio solo ora ad intravedere le forze che muovono l'universo, Clarity. Almeno, la sua parte senziente. Nulla è davvero ciò che sembra. Vi sono delle correnti impercettibili che turbinano intorno alle nostre cose e, per qualche maledetta ragione, molte di esse sembrano turbinare intorno a me. Più cerco di scappare e più sembrano inseguirmi.

Toccò a lei sorridere. — Adesso stai dicendo delle sciocchezze.

— Vorrei che fosse così. Forse lo è. Forse hai ragione tu. — Dopo tutto, pensò, complicato com'era il suo sistema nervoso, poteva benissimo darsi che le sue fantasie fossero solide e reali senza che lui fosse in grado di vedere la differenza.

— Quindi pensi che l'universo ce l'abbia con te?

— Non ce l'ha con me. Solo non mi lascia in pace. Tutto quello che volevo dall'universo erano l'identità di mio padre e di mia madre. Mentre cercavo di scoprirlo, molte persone sono morte intorno a me. Sì, sono morte — ripeté, in risposta al suo sguardo scettico. — È un fardello di cui non posso liberarmi. La violenza mi segue. Guarda te: sei un esempio perfetto.

— Incontrarti è stata una pura coincidenza — ribatté Clarity. — Una coincidenza fortunata, per quello che mi riguarda. Non puoi certo pensare che vi sia qualche grandioso schema cosmico che non abbia l'unico scopo di renderti la vita infelice.

— So che suona pazzesco. A volte non so cosa credere. Ci sono momenti in cui penso che dovrei restare a bordo del Teacher, scegliere un vettore a caso sul piano galattico e partire a tutta velocità finché non si esaurisce il motore. Almeno avrei la pace.

Lei lasciò che il silenzio si prolungasse prima di rispondere. — A me sembra che ti troverai a dover scegliere tra la pace e le risposte alle tue domande.

Flinx si voltò a guardarla e a poco a poco la tensione scomparve. — È un'osservazione molto percettiva, Clarity.

— Diavolo, io sono una persona molto percettiva. Oltre ad essere un genio biologico. L'autodannazione non è una soluzione per nulla, non più di quanto lo sia l'autocommiserazione.

— Che cosa ne sai tu di queste due cose? Ma è carino da parte tua cercare di farmi sentire meglio. E considerando la tua situazione personale, è molto carino il solo fatto che ti interessi a me.

— Sì, sei proprio in una triste condizione, vero, Flinx? Sei indipendente, hai denaro quanto basta per mantenere una tua astronave privata e non hai che diciannove anni. È abbastanza difficile provare compassione per qualcuno che si lamenta e geme di una situazione simile.

Analizza solo quello che vede, pensò Flinx, non considera le variabili interne. Ma era comunque un pensiero premuroso da parte sua.

— Che tu ci creda o no, sono stufo di tutto questo. Voglio solo essere lasciato per conto mio, ai miei pensieri e ai miei studi. Gli Ujurriani hanno chiamato questa nave Teacher in mio onore. Avrebbero dovuto chiamarla Student, perché è questo che sono. La mia prima materia di studio sono io stesso. Voglio sapere chi sono e cosa sono. Forse lo so già, ma sono troppo stupido o troppo spaventato per riconoscerlo.

A quella frase, Clarity si alzò e si diresse verso di lui. Le sue mani si mossero. — Io penso che tu sia simpatico, se solo volessi mettere da parte un po' delle sciocchezze con le quali ti affliggi. — Lui fece un passo indietro e Clarity sporse le labbra imbronciata.

— Dove vuoi che ti porti? — chiese Flinx a disagio.

La ragazza trasse un profondo respiro. — Hai mai sentito parlare di un mondo chiamato Longtunnel? — Lui scosse il capo. — Chiamalo sulla tua mappa olografica. Pensi che Alaspin sia un mondo di frontiera? Su Longtunnel c'è un solo insediamento ed è a corto di personale. E per buone ragioni, come vedrai tu stesso quando ci arriveremo. È là che voglio andare.

— Se ti riporto dove stavi prima, i tuoi rapitori là non ti cercheranno?

— Certo che lo faranno, ma devo raccontare ai miei colleghi quello che è successo, in modo che possano prendere delle precauzioni. — Sorrise. — Capirai subito perché ho reagito con tanta sorpresa quando hai parlato dei tuoi amici Ujurriani che amano scavare gallerie. Non credo che siano responsabili degli scavi su Longtunnel.

— Probabilmente no. Anche se a volte è difficile capirli con chiarezza, nonostante la comunicazione mentale diretta. L'ingenuità estrema e la sofisticazione estrema sono una combinazione difficile da trattare.

Ma adesso potevano anche non essere più così ingenui, si disse. Non dopo che lui aveva insegnato loro il gioco della civiltà. Per quanto, conoscendoli, a quell'ora potevano essere già passati ad un gioco completamente diverso. Doveva scoprirlo… una volta consegnata quella giovane signora sana e salva sotto la protezione dei suoi amici.

Mormorò qualcosa nel microfono nascosto, sdegnando questa volta l'uso della tastiera. Forse lui non sapeva dove fosse Longtunnel, ma il Teacher certamente sì. Immagazzinata nella sua memoria, c'era l'ubicazione di ogni mondo conosciuto del Commonwealth.

Clarity gli arrivò alle spalle, facendolo trasalire. Pip si allontanò dalla sua spalla e si avvolse intorno ad una scultura dall'altra parte della fontana. Scrap stava giocando con i pesci nell'acqua, scartando e guizzando quando essi salivano in superficie. A Flinx parve simile a un martin pescatore ricoperto di scaglie e un po' fuori posto.

Le braccia di Clarity lo avvolsero dolcemente, stringendolo contro il proprio corpo. Flinx avrebbe potuto sciogliersi da quell'abbraccio, ma questa volta non provò l'impulso di farlo.

— Allora siamo in viaggio per Longtunnel?

— Sì, siamo in rotta. Cosa stai facendo?

— È meglio mostrarlo — gli sussurrò in un orecchio, — che non raccontarlo.

Quello che gli mostrò fu un modo di contrarre i parsec. Per una volta tanto, non si annoiò durante il lungo viaggio nello spazio-più, né fu costretto a rivolgersi alla biblioteca della nave per ingannare il tempo. La biblioteca era stata limitata alle cognizioni degli Ujurriani al tempo della costruzione della nave. Poi, durante le sue visite su altri mondi, Flinx l'aveva ampliata considerevolmente. La mostrò a Clarity la prima volta che trovarono il tempo per farlo.

Non si innamorò di lei, anche se avrebbe potuto benissimo accadergli. In lui erano ancora sepolte troppe cose. Ma non era una faccenda di cui preoccuparsi, dal momento che anche Clarity non dava segno di innamorarsi di lui. Cercava solo di fare in modo che il balzo da Alaspin a Longtunnel fosse il viaggio più piacevole che mai avesse fatto sul Teacher.

Era davvero una gran cosa non viaggiare da soli, non isolarsi dal resto dell'umanità. Soprattutto quando l'umanità assumeva la forma di qualcuno vivo, intelligente, spiritoso e attraente come Clarity.

Longtunnel era un mondo strano, e così apparve loro fin da quando la nave entrò nella sua orbita. Sulla superficie c'era un unico radiofaro. Collegandosi ad esso, il Teacher valutò la velocità del vento nella zona temperata a circa centocinquanta chilometri all'ora.

— Giornata di relativa calma. — Clarity stava leggendo lo schermo dietro le spalle di Flinx. — Soffia molto più forte di così.

Si trovavano in un luogo anacronistico: il ponte della nave. Dal momento che Flinx poteva rivolgersi al computer della nave da qualunque punto, compreso il bagno, l'esistenza di un ponte altro non era che una concessione ad una tradizione arcaica. Ma era bello sedersi davanti a un quadro comandi e ispezionare i controlli manuali. Flinx capiva alcune delle loro funzioni, ma non così a fondo per pilotare la nave in caso di emergenza. Guidare un vascello interstellare era così complicato che i piloti umanx raramente ci provavano e ne erano ben contenti. Erano poco più che una soluzione di emergenza per un sistema ritenuto a prova di errore e di avaria.