— Non dovresti avere paura.
— Lo so! — ribatté furibonda. — È stupido, infantile e irragionevole aver paura del buio. Lo so benissimo. Conosco il termine medico e le cause, ma non me ne importa un accidente, perché se tu non fossi qui, penso che entrerei in stato catatonico. Oppure mi farei prendere dal panico e mi metterei a correre, finché prima o poi andrei a sbattere contro qualcosa o qualcosa verrebbe a sbattere contro di me.
— Be', io sono qui. — Parlò con voce calma. — Quindi stai tranquilla. Riposeremo, mangeremo qualcosa e magari dormiremo anche un po'. Se hai tanta paura, domani allora andrò a fare la ricognizione al porto.
— Tutti i miei amici. — Stava parlando tra sé, ora. — Maxim, Ling, Shorona e Amee…
— Abbiamo visto solo due corpi e non siamo certi che qualcuno sia morto. Tranne quel fanatico ucciso da Pip. Non hanno bisogno di ammazzare gente per fermare le vostre ricerche. È chiaro che sono arrivati equipaggiati per un lavoro di demolizione totale. Se ammazzano troppa gente, sarà molto più difficile per loro riuscire a trattare per andarsene. Potrebbero anche non riuscire a filarsela inosservati usando la strada che hanno fatto per entrare. Forse hanno bisogno di ostaggi. E inoltre, non erano i tuoi amici quelli che stavano rispondendo al fuoco, erano gli uomini della sicurezza.
— Come potevano combattere i miei amici? Non avevano nulla con cui farlo.
— Vedi? Forse sono riusciti a restarne fuori e sono in salvo, in attesa di vedere chi prende il controllo. Tranquilli nelle retrovie.
— Sì. — Sollevò lo sguardo, provando un senso di sollievo, e il suo viso si rischiarò. — Sì, hai ragione, potrebbe essere così. — Il tono era fiducioso. — Forse tutti gli altri stanno davvero bene.
— Quanti uomini non appartenenti alla sicurezza aveva la Coldstripe?
Clarity rifletté un istante. — Circa sessanta, incluso il personale amministrativo.
— Sono un mucchio di ostaggi. Con quel numero di ostaggi si può negoziare efficacemente. Sessanta cadaveri non servono assolutamente a nulla.
— E non hai ancora vent'anni — gli disse stupita. — Quando mai hai dovuto pensare ad ostaggi, negoziati e tecniche di assalto?
— Sono stato costretto a crescere in fretta e in un certo senso ora lo rimpiango. Non ho avuto quella che tutti definiscono un'infanzia normale, il che immagino sia anche giusto, dal momento che non sono normale. Ma lo rimpiango lo stesso.
Un'altra violenta esplosione riecheggiò nelle caverne. Scrap si agitò sulla spalla di Clarity. La tensione emotiva delle ore precedenti si faceva sentire sul giovane minidrago. Adesso non volava quasi più, preferendo restare aggrappato alla spalla della ragazza.
Flinx era sorpreso. — Pensavo che avessero finito con le esplosioni, ma questa doveva essere vicina, visto che l'abbiamo sentita anche da qui. — Dieci minuti più tardi, una seconda esplosione seguì la prima.
— C'è qualcosa che non va. A quest'ora avrebbero dovuto aver finito il lavoro di demolizione. A meno che ci sia una parte della vostra installazione che io non ho mai visto.
Clarity scosse il capo. — Hai visto tutto.
Flinx si morse il labbro inferiore. — Non riesco a immaginare cosa ci sia ancora da far saltare, a meno che non siano impazziti completamente e non stiano distruggendo le scorte. — Si alzò in piedi, afferrando uno dei tubi. — Andrò a dare un'occhiata. Tu aspettami qui.
— Neanche per sogno. — Si alzò in piedi nervosa. — Preferirei essere rimasta mezza morta su quella spiaggia di Alaspin, piuttosto che rimanere da sola qua sotto.
— Va bene. Ma quando saremo vicini, dovremo mascherare la luce dei tubi. Useremo le camicie.
— Come vuoi, ma qui sola non ci resto.
Non riuscirono ad arrivare abbastanza lontano da capire che cosa stava succedendo. Avevano ripercorso metà della strada, quando Flinx notò che il debole chiarore dei tubi attraverso la parete a spruzzo non era visibile. I boati delle esplosioni erano sempre più deboli.
— Dobbiamo aver sbagliato strada.
— No, è quella giusta. Deve essere quella giusta. — Sfiorò una stalagmite dalla forma strana. — Ho cercato di memorizzare dei segni, dei punti precisi. È una delle prime cose che ti insegnano quando si arriva qui, nel caso che si debba deviare da una delle gallerie illuminate.
— Allora non abbiamo fatto abbastanza strada.
Quando fu quasi sicuro che avessero percorso la distanza giusta, si trovarono davanti a una parete di solida roccia. Flinx mosse il tubo avanti e indietro sulla superficie scabra, mentre Pip e Scrap svolazzavano curiosi lì intorno. Vennero raggiunti dall'eco di un'altra esplosione, questa volta molto distante. Era strano, perché invece avrebbe dovuto essere più vicina.
Si chinò per esaminare un punto in cui la roccia frantumata si era ammucchiata contro una lucida stalagmite marrone e bianca. Clarity si inginocchiò e spostò i frammenti di roccia.
— Sembrano proprio delle corna. Non ci sono tracce recenti di crescita e le stalattiti sono ancora umide nei punti in cui si sono staccate dalla volta. — Il suo sguardo si posò sulla parete solida davanti a loro. — Staranno distruggendo tutti i passaggi secondari.
— Non gli basta rovinare il vostro lavoro qui — Flinx si alzò, con espressione cupa. — Stanno cercando di seppellirlo distruggendo corridoi e stanze.
Un leggero tremore si insinuò nella voce di Clarity. — Se stanno facendo saltare tutte le gallerie mentre fuggono, allora siamo intrappolati qui.
— Sono riusciti a scoprire una nuova strada per entrare, noi possiamo trovarne una per uscire.
— Ma loro avevano le attrezzature da speleologi, e il passaggio che hanno trovato è qui da qualche parte. — Indicò la parete solida. — Noi invece abbiamo solo un paio di tubi luminosi e quando si esauriranno…
— Calmati! — ordinò Flinx, e il suo tono ebbe l'effetto voluto, che era quello di impedire che si lasciasse prendere da un attacco isterico. — Devono esserci altre uscite verso la superficie, da qui, altrimenti non avremmo aria per respirare.
— Ci sono probabilmente un centinaio di aperture che arrivano fino in alto — rispose stancamente lei — e la maggior parte di esse hanno meno di un metro di diametro e sono pieni di curve e giravolte. Un essere umano non potrebbe mai passarci… neppure un gatto ci riuscirebbe… ma bastano per far circolare l'aria. Prima che iniziasse la costruzione dell'avamposto, sono state controllate e ricontrollate tutte le possibili entrate alternative. L'unica via praticabile per entrare nel complesso è attraverso l'antico letto del fiume che forma la pista di atterraggio delle navette. — Fece scorrere le mani sulla roccia. Avrebbe potuto essere lì da milioni di anni e non da pochi istanti, per le possibilità che avevano di aprirsi un varco tra le tonnellate di calcare crollato.
— Dobbiamo trovare il modo di attraversarlo — le disse. — Forse qualche grosso masso è caduto in modo da lasciare un'apertura.
Trovarono un punto in cui un'immensa stalattite di tre metri di diametro cadendo aveva formato un basso arco. Pieno di speranza, Flinx strisciò sotto di essa, solo per trovarsi la strada bloccata dai detriti di una seconda parete meno di sei metri più avanti. Non potendo voltarsi, strisciò faticosamente all'indietro finché non si trovò fuori dall'arco e si rimise in piedi.
— Niente da fare. Hanno fatto esplodere più di una carica, qui. — Si spazzolò la polvere dagli abiti, notò il piccolo serpente volante che lo scrutava dalla spalla di Clarity e sorrise. — Pip e Scrap potrebbero farcela ad uscire da uno di quei condotti d'aria di cui hai parlato. Ma non sono animali che possano essere utilizzati per far passare un messaggio e comunque Pip non mi lascerebbe mai nel mio attuale stato d'animo.