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— Allora siamo intrappolati. Non ne usciremo mai. Anche se ci fosse un'altra via d'uscita, non la troveremo mai. Non abbiamo l'equipaggiamento adatto.

— Ma abbiamo tempo. Il cibo durerà, se stiamo attenti, e l'acqua non è un problema.

— Non è questo. Non è questo. — Teneva tanto stretto il tubo luminoso che Flinx ebbe paura che si frantumasse tra le dita. — Cosa succederà quando questi cominceranno ad esaurirsi?

— Non si esauriranno finché non avremo trovato una via d'uscita.

— Come fai a saperlo?

— Perché la prima cosa che dobbiamo fare è trovare la strada per uscire. — Guardò oltre la ragazza. — Se stanno facendo crollare lentamente tutto il complesso della Coldstripe, allora la cosa migliore da fare è di girargli intorno arrivando all'area del porto. Se si sono impadroniti di tutto l'avamposto, allora dove andiamo non ha alcuna importanza; ma non possiamo far altro che partire dal presupposto che c'è un rifugio sicuro che ci aspetta alla fine della nostra ricerca. Dobbiamo trovare una strada che ci porti in una delle caverne abitate.

«Non possono essersi portati tante persone per sorvegliare ogni stanza, ogni ambiente. È molto più probabile che abbiano radunato tutti e li tengano sotto sorveglianza in un unico posto. Quando avremo finalmente trovato la strada per arrivare in un'altra parte dell'avamposto, certo non staranno più cercando dei dispersi. — Fece un passo deciso, passandole accanto.

Lei non lo seguì. — Credi che sia così facile? Non sai nulla di caverne e di sistemi di gallerie. Le caverne tanto grandi da contenere una città spesso sono collegate da passaggi tanto stretti che nemmeno un neonato potrebbe passarci attraverso. Continui a ripetere: ancora un pezzetto, ancora un po' più avanti e ce l'avrò fatta, strisciando sul ventre, spingendo con i piedi, aggrappandoti con le unghie, mentre la polvere ti cade negli occhi e tu non puoi toglierla. Arrivi tanto vicino da vedere l'altra caverna sapendo che il soffitto potrebbe abbassarsi ancora e tu rimarresti bloccato, senza poter tornare indietro; allora nessuno potrebbe tirarti fuori e non ti resterebbe altro che restare sdraiato là, cercando di rimpicciolire il tuo scheletro quanto basta per liberarti e…

— Smettila!

Clarity cominciò a piangere, senza preoccuparsi del fatto che qualcuno avrebbe potuto sentirla, anzi desiderando che qualcuno la sentisse, perché qualunque cosa era preferibile all'essere abbandonati per sempre in quella tremenda oscurità, soli in una caverna che all'improvviso era diventata una tomba potenziale. Meglio essere fatti prigionieri, meglio soffrire tutte le angherie dei carcerieri, che restare intrappolati lì.

— F-Flinx, io non voglio morire quaggiù.

— Non ho preferenze particolari riguardo al posto — replicò freddo lui, — ma ne ho riguardo al momento, e non è adesso. Vieni, stiamo sprecando tempo. Dobbiamo trovare una strada, sia che dobbiamo arrampicarci, strisciare o scivolare per farlo. Deve esserci un'altra uscita.

Cominciarono a seguire la parete, dirigendosi a nord secondo la bussola illuminata di Flinx, una delle cento funzioni di cui il suo cronometro era capace.

La speranza del giovane era di trovare presto un passaggio che portasse all'interno di un'installazione di ricerca di qualche altra compagnia. Ma Clarity aveva ragione: Flinx ne sapeva di più delle distese sconfinate che si trovavano sulla superficie dei mondi che non dei luoghi che si trovavano sottoterra.

Il primo problema fu che il terreno non si mantenne pianeggiante. Per quanti sforzi facessero per tenersi sempre alla stessa profondità, si ritrovarono loro malgrado ad inoltrarsi sempre più in basso. E poi la parete che volevano tenere sulla sinistra non descriveva una curva dolce in direzione del porto, ma si diramava e si divideva, formando nuovi passaggi e piccole caverne e gallerie, finché fu impossibile dire cosa facesse parte della parete da cui erano partiti e che cosa fosse invece una nuova diramazione. Le fenditure più strette potevano condurre alla salvezza, mentre i passaggi più larghi sembravano condurre sempre a qualche parete franata.

Flinx pensò che potevano trovare la strada seguendo le correnti d'aria che arrivavano da ovest, ma tutti quei buchi lunghi centinaia di metri, immettevano aria fresca che proveniva dalla superficie del pianeta. Il risultato era un costante turbinio di aria, inutile perché non indicava alcuna direzione.

La luce brillante emessa dai tubi che avevano con loro non serviva ad attenuare il senso di disorientamento. Flinx non aveva idea dell'ubicazione del porto e conosceva solo la direzione in cui stavano camminando; Clarity, ancora terrorizzata dall'oscurità, era completamente smarrita. Ma continuava a sperare con tutta se stessa e cercava di farsi forza.

— Forse andare verso il basso non è sbagliato — disse cercando di trovare del buono nella loro situazione. — Ci sono altri livelli al di sotto della Coldstripe. Credo che vi sia una grossa area magazzino ubicata sotto il porto. Tutto quello che dobbiamo fare è cercare di non scendere troppo in basso, o rischiamo di passarci sotto, uscendo dall'altra parte.

— La troveremo. O troveremo qualcosa vicino — le disse lui con una sicurezza che non provava.

CAPITOLO UNDICESIMO

Continuarono a camminare, fermandosi parecchie volte a mangiare. Di tanto in tanto, Flinx pensava che avrebbero potuto tranquillamente impazzire cercando di orientarsi su Longtunnel. E il fatto che Clarity gli dicesse che, secondo l'opinione della maggioranza dei geologi, il sistema di caverne si stendeva sotto l'intero continente, non era certo incoraggiante. La speranza di trovare l'accesso a qualche parte disabitata del complesso di un'altra compagnia non si avverò. Persino tenendo costantemente d'occhio la bussola era facile lasciarsi fuorviare.

I fotomorfi selvatici fuggivano davanti alle loro luci. Trovarono anche una creatura invisibile che tesseva una ragnatela fosforescente di un rosa intenso. Evitarono accuratamente i fili passandovi accanto, accontentandosi di ammirare da lontano la tela, senza cercare di avvicinarsi al suo creatore.

Era impossibile proseguire dritti. Più avanzavano, più difficile diventava sapere se continuavano a trovarsi nelle vicinanze della colonia. Per amore di Clarity, Flinx ostentava un atteggiamento ottimista, ma dopo giorni di scalate sopra massi caduti e attraverso foreste di stalattiti, durante i quali non incontrarono neppure un segno della presenza umanx, anche Flinx cominciò a scoraggiarsi.

L'umore di Pip e Scrap rifletteva quello dei due esseri umani. Raramente si alzavano in volo, preferendo restare sulla spalla o sul braccio e avevano perso la loro abituale curiosità ed esuberanza. Flinx sapeva che lo stato letargico di Pip rispecchiava fedelmente il suo stato d'animo. E questo non era un buon segno.

L'enorme vastità delle caverne stava intaccando profondamente la sua sicurezza. A quell'ora avrebbero dovuto superare almeno una mezza dozzina di gallerie che portavano dritte al complesso del porto delle navette. Invece, avevano esplorato dozzine di vicoli ciechi e di corridoi che lentamente si restringevano fino a non essere più larghi di una lama di coltello. Come Clarity non si stancava mai di far notare, arrampicarsi più in alto poteva solo portarli a perdersi in altre caverne.

Se solo avessero potuto avvicinarsi ad una installazione, anche solo per vedere una luce o udire un rumore. Ma non c'era altro che il gocciolio dell'acqua, le grida stridenti degli abitanti delle caverne e gli strani, snervanti suoni prodotti dalle ombre nell'oscurità, che sgattaiolavano fuori vista non appena il raggio di una lampada veniva puntato nella loro direzione.

Il terzo giorno, Clarity disse: — Potrebbero davvero voler distruggere ogni cosa, non solo la Coldstripe.

— Che cosa vuoi dire? — Flinx dovette mettersi di fianco per infilarsi in uno stretto passaggio tra due file di stalagmiti. Lei si voltò per seguirlo, proteggendo accuratamente il tubo luminoso dalle rocce sporgenti.