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«Io vado, Flora» gridò il professor Carr. «Le tue compagne di bridge sono un po’ in ritardo, mi pare?»

«Non tarderanno» risuonò nell’atrio la voce argentina. «Ciao, Linthicum.»

Il professor Carr chiuse la porta. Che peccato non poter partecipare alla partita di bridge. Ma la tesi che il giovane Rayford stava per leggere sulla Teoria dei numeri primi, sarebbe stata indubbiamente interessante. Non si poteva avere tutto. I suoi passi risuonarono sulla ghiaia del vialetto fiancheggiato da una siepe bassa con piccoli fiori bianchi che parevano un merletto. I passi svanirono appena ebbe raggiunto il cemento del marciapiede.

Sul lato posteriore della casa una macchina si fermò. Poi si udì un rumore attutito, come di qualcosa che si trasporta, e poi dei passi lenti, pesanti. Una porta si aprì dietro la casa e per un attimo, nell’arco illuminato, apparve un uomo che portava sulla spalla un fagotto enorme che poteva sembrare il corpo fasciato di una donna, solo che un andirivieni strano come questo era impensabile in casa dei Carr, lo avrebbe confermato qualsiasi vicino. Poi la porta si chiuse, e per un altro po’ vi fu solo silenzio, mentre la brezza agitava le foglie della grande quercia.

Con un tremendo spreco di copertoni, una Studebaker nera frenò davanti al cancello. Ne uscì la signora Gunnison. «Spicciati, Evelyn» disse «ci hai fatto far tardi ancora una volta. Lo sai che le dà sui nervi.»

«Ho fatto più presto che potevo» rispose lamentosamente la sua compagna.

Appena la porta a sei pannelli si aprì, il profumo di spezie divenne tangibile.

«Venite tardi, carissime» disse la voce argentina e ridente. «Ma per questa volta vi perdono perché ho una sorpresa per voi. Entrate.»

Seguirono la fragile figura vestita di fruscianti sete sino al soggiorno. In piedi vicino al tavolino da gioco, con la sua tovaglia ricamata e due piatti di cristallo pieni di dolci, c’era Norman Saylor. La luce della lampada mista a quella del fuoco nel camino, illuminava il suo viso privo di espressione.

«Poiché Tansy non ha potuto venire» disse la signora Carr «Norman ha acconsentito a fare il quarto. Non è una bella sorpresa? Non è carino da parte del professor Saylor?»

La signora Gunnison parve fare appello a tutto il suo coraggio.

«Non sono tanto sicura che questa combinazione mi piaccia» disse dopo un po’.

«Da quando in qua le cose hanno da piacerti o no?» rispose tagliente la signora Carr, in piedi ed eretta. «Sedetevi tutt’e due.»

Appena ebbero preso posto intorno al tavolo, la signora Carr fece scorrere le carte, scegliendone due dal mazzo. Quando parlò la sua voce era dolce e squillante come sempre.

«Ecco, queste siete voi» disse piazzando la dama di quadri e la dama di fiori davanti a loro. «E questo è il professor Saylor.» Aggiunse il re di cuori alle due altre carte. «E qui ci sono io.» Mise la regina di picche sulle altre tre carte. «Qui a lato c’è la regina di cuori, Tansy Saylor. Ciò che intendo fare è questo.» Mosse la regina di cuori in modo che coprisse quella di picche. «Non capite? Be’ non è proprio ciò che sembra, e nessuna di voi è particolarmente intelligente, ma a momenti capirete tutto. Il professor Saylor e io abbiamo avuto in questo momento una conversazione interessantissima» continuò. «Concerne il suo lavoro. Non è vero, professor Saylor?» Lui annuì. «Ha fatto delle scoperte assolutamente sensazionali. A quanto pare esistono delle leggi fisse che regolano ciò che noi donne abbiamo empiricamente sperimentato. Gli uomini sono così intelligenti in certe cose, non vi pare? Egli è stato così gentile a riferirmi tutte quelle leggi. Non vi potete neanche immaginare come rende ogni cosa più sicura, e più efficace. L’efficienza è la cosa più importante, oggigiorno. Ebbene, il professor Saylor ha già fatto qualcosa per me, ma non vi dirò che cosa, però c’è una sorpresa per ognuna di voi, e una per qualcun altro. E guai se una di voi intende far qualcosa di maligno… mi sarebbe facile toglierle… voi sapete di che sto parlando.

“E ora accadrà qualcosa che metterà in grado il professor Saylor e me di lavorare in avvenire in stretta collaborazione, così stretta che voi non lo potete nemmeno immaginare. Siete qui per aiutarmi. Ecco perché vi ho fatto venire. Norman, apra la porta della stanza.»

Era una porta scorrevole di antica foggia, di un bianco lucente. La spinse lentamente da una parte.

«Ecco» disse la signora Carr «oggi sono piena di sorprese per voi.»

Il corpo di Tansy era legato alla poltrona, ed era imbavagliato. Al di sopra del bavaglio, i suoi occhi fulminavano tutti con uno sguardo di odio impotente.

Evelyn Sawtelle si alzò a mezzo, soffocando un grido.

«Non c’è bisogno di fare l’isterica, Evelyn» disse la signora Carr «ora la sua anima è dentro il suo corpo.»

Evelyn Sawtelle tornò a sedere, ma le sue labbra tremavano.

La signora Gunnison era pallida ma stringeva le mascelle e aveva appoggiato i gomiti sul tavolo. «Non mi va» disse. «È troppo rischioso.»

«Ora io sono in grado di correre dei rischi che non avrei potuto correre una settimana fa, mia cara» disse dolcemente la signora Carr. «In questa faccenda il tuo aiuto e quello di Evelyn mi sono indispensabili. Naturalmente, se non volete, io non vi obbligo. Spero soltanto che ne comprendiate le conseguenze.»

La signora Gunnison abbassò lo sguardo. «Va bene» disse «ma facciamo presto.»

«Io sono una donna molto vecchia» cominciò la signora Carr con una lentezza esasperante «e sono innamorata della vita. È sempre stato per me un sentimento molto deprimente pensare che la mia vita si avvicini alla fine. E per motivi che probabilmente voi comprenderete, io temo la morte un po’ più della maggior parte delle persone.

“Ma ora sembra che io debba, una volta ancora, godere di quelle gioie che una donna vecchia considera perdute per sempre. Le insolite circostanze di queste ultime settimane mi hanno aiutata a preparare il terreno. Anche il professor Saylor mi è stato di grande aiuto. E voi, carissime, mi aiuterete anche voi. Vedete, bisogna creare un certo tipo di tensione, e soltanto le persone che hanno una determinata esperienza alle spalle sono in grado di farlo. E poi occorrono proprio quattro persone. Il professor Saylor (un uomo dalla mente così brillante!) mi dice che è come produrre una tensione elettrica, in modo da poter far scattare una scintilla da un punto a un altro. Solo che questa volta la traiettoria parte da qui, dove io sono seduta, fin lì» e indicò la figura imbavagliata. «E le scintille dovranno essere due. Quando tutto sarà finito, la regina di cuori coprirà interamente la regina di picche, e anche la regina di picche coprirà interamente la regina di cuori. Vedete, carissime, questa sera viviamo in un mondo a quattro dimensioni! Ma le cose che non si vedono sono sempre le più importanti. Non vi pare?»

«Tu non lo puoi fare» esclamò la signora Gunnison. «Non sarai in grado di nascondere la verità.»

«Ah, davvero, tu credi che…? Al contrario. Io non avrò il minimo sforzo da fare. Lasciate che vi chieda cos’accadrebbe se la vecchia signora Carr pretendesse di essere la giovane signora Saylor? Lo sapete benissimo cosa accadrebbe a quella dolce innocente vecchia signora. In certi casi le leggi e le credenze di una società scettica fanno veramente comodo.

“Norman” proseguì lei “possiamo cominciare col fuoco. Io dirò alle altre cosa dovranno fare di preciso.»

Norman gettò una manciata di polvere sul fuoco. Vi fu una vampata, poi un odore pungente, nauseante invase la stanza.

E chissà? vi sarà stato forse un movimento al centro del mondo, un fluire di silenziose correnti nella tenebra oscura. Sulla faccia buia del pianeta un milione di donne si saranno rivoltate, irrequiete, nel sonno, e alcune si saranno svegliate tremanti e terrorizzate. Sul lato rischiarato della terra un altro milione di donne si sarà sentito nervoso e strani sogni ad occhi aperti si saranno rincorsi nella loro mente. Alcune avranno fatto degli errori nel loro lavoro, e avranno ripreso ad addizionare colonne di cifre, o ad attaccare un filo diverso a una valvola diversa, o a mandare agli scarti un pezzo di metallo mal punzonato, o a rifare il biberon del bambino. Alcune si saranno ritrovate con strani sospetti che fiorivano come funghi nei loro pensieri; e forse una certa massa fisica avrà cominciato a lavorare sempre più vicino al suo punto d’appoggio, come una trottola che tentenna e scivola lentamente verso il bordo del tavolo. E alcune creature che si saranno trovate vicino a quel punto, vedendo ciò che stava per accadere, saranno fuggite terrorizzate nell’oscurità. Poi arrivata sull’orlo la trottola si sarà fermata. L’irregolarità dei suoi movimenti sarà cessata ed avrà ripreso il suo moto regolare.