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Strinse le dita di Louise tra le sue. — Era una persona stupenda — disse, con la voce incrinata.

Louise annuì. Aveva gli occhi asciutti ma arrossati.

— Stavamo progettando di andare a vivere insieme… — Scosse la testa. — Lui era divorziato, e nessuna donna della mia età pensa al matrimonio nel Québec, dove la legge garantisce gli stessi benefici che si sia sposati o meno… perciò, che fretta c’è? Ma noi due sognavamo una situazione stabile. — Distolse lo sguardo. — Tra noi avevamo adottato un codice, così, per ridere. Lui diceva, per esempio: “Quando saremo nella nostra nuova casa, ci sarà bisogno di trecento armadi”, riferendosi al fatto che, secondo lui, io ho troppi vestiti. — Adesso aveva gli occhi umidi. — Era solo uno scherzo, ma… — Scosse di nuovo la testa. — Ma ormai quasi mi vedevo la scena. Concluso l’impegno con la Synergy, mi sarei trasferita a Sudbury, oppure avremmo potuto andare a Montréal, dove lui avrebbe aperto uno studio… O… — Fece spallucce. Inutile affastellare progetti irrealizzabili.

Mary le strinse con più forza la mano. Per un po’ rimasero immobili, in silenzio.

Alla fine, Mary disse: — Andrò a cercare Ponter. Dannazione, mi ero abituata a rimanere in costante contatto con lui grazie ai Companion, ma con Hak fuori uso…

— Ponter starà benone — disse Louise, accorgendosi che anche l’amica era in un momento difficile. — Non aveva nessun sintomo.

Mary voleva annuire, ma aveva la testa come paralizzata. Troppi stress.

La fece riscuotere qualcosa che grattava alla porta. Dai neanderthal non c’era nulla da temere, ma quello era territorio di caccia, e che bestie potevano essere in agguato là fuori?

— Non possiamo andarlo a cercare — proseguì Louise.

— Pensaci: i laser avranno eliminato tutti gli agenti patogeni dal suo corpo, ma questo non lo rende immune da un nuovo contagio; e noi due siamo ancora infette, per quanto portatrici sane. Dovrà stare lontano da noi finché non saremo decontaminate.

— E allora che facciamo?

— Torniamo da Jock.

— Che? E perché? Dov’è ora, non può nuocere a nessuno.

— No, ma se esiste un antidoto, lui è l’unico a saperlo.

— Cosa ti fa pensare che ce lo rivelerebbe? — chiese Mary.

Per la prima volta dopo la morte di Reuben, Louise assunse un aspetto guerriero. — Se non lo farà, lo ammazzerò.

Attesero per qualche minuto che dall’esterno non provenisse nessun fruscio animale. Alla fine, con cautela, aprirono la porta. Un mulinello d’aria portò neve all’interno.

Camminarono per quasi l’intera mattinata per raggiungere l’edificio presso piazza Konbor.

Prima che aprissero la porta, Louise disse: — Non mi stupirebbe se fosse fuggito. Quel figlio di puttana conosce un sacco di trucchetti.

Spinse l’uscio.

Jock non era fuggito.

Giaceva disteso su un fianco, attorniato da macchie scure. Aveva la pelle cerea.

Mary lo rivoltò sulla schiena. Il volto era coperto di sangue rappreso. E anche i pantaloni, all’altezza degli orifizi.

Mary ricacciò a forza nello stomaco la colazione. Louise si morse un labbro. Ma cosa…?

Due gliksin morti.

Due uomini gliksin morti.

Come se…

“Surfer Joe II.”

No, no, assurdo. Era impossibile. È vero, Mary aveva giocherellato con l’idea di un virus che colpisse solo i maschi gliksin, ma poi aveva accartocciato il foglio con la formula, e di certo non l’aveva mai digitata nel computer di Jock. Perciò, era evidente che Jock aveva realizzato il virus prima del sabotaggio di Mary. Ciononostante…

Ciononostante, il virus si comportava esattamente come il Surfer Joe II teorizzato da Mary.

Ma lei non lo aveva programmato. No.

A meno che…

Andiamo! Era un’ipotesi delirante!

Però era vero che sia lei che Jock avevano attraversato universi paralleli. Perciò, se in una versione del suo mondo Mary non aveva dato vita a quel virus… forse lo aveva fatto in un altro mondo. E il Jock Krieger che le giaceva morto davanti agli occhi, proveniva da quella realtà.

Mary scosse la testa. Pura fantascienza. Inoltre, Ponter e Louise avevano ripetuto spesso che gli universi gliksin e barasi esistevano all’interno di un legame di coerenza quantistica. Erano quegli stessi due universi che si erano formati in seguito alla spaccatura di 40.000 anni prima.

Se era così…

Se era così, qualcun altro era intervenuto a modificare la formula del virus.

Ma chi?

43

“Sì, perché questo noi siamo: una stirpe grande e meravigliosa. È vero, abbiamo compiuto dei passi falsi, ma li abbiamo compiuti proprio perché siamo sempre in marcia, sempre rivolti al prossimo orizzonte…”

Ascoltando le news, Cornelius Ruskin cercò di controllare il tremito del proprio corpo, ma senza riuscirci.

Aveva manipolato il virus Surfaris in modo da creare un’arma di difesa al posto di una di offesa. Un modo per proteggere il mondo dei neanderthal da…

… Be’, da quelli come lui. Come era stato in passato.

E adesso, due vittime.

Se tutto fosse proceduto secondo i piani, non ce ne sarebbero state altre. D’ora in poi i maschi sapiens se ne sarebbero rimasti sul loro pianeta, con tutti i comfort, tranne quello di andare a caccia di barast.

Cornelius si era trovato una graziosa casa in affitto a Rochester, altro che il vecchio “attico”. Ma neppure questo gli dava pace: ogni luogo gli era diventato un inferno. Inchiodato in poltrona, stringeva convulsamente i braccioli mentre sulla CNN andava in onda un’intervista a Mary Vaughan. Una delle donne che lui aveva violentato. Non che Mary stesse affrontando quell’argomento; stava spiegando perché i gliksin dovessero restare da questa parte del varco, senza mai attraversarlo. Accanto a lei, con un aspetto florido, compariva Ponter Boddit.

Mary era corsa nell’altro mondo per cercare di fermare Jock, e adesso era rientrata in questa parte della realtà.

La realtà che Cornelius doveva affrontare.

— Quindi — diceva l’intervistatore — lei sostiene che non è salutare per un Homo sapiens di sesso maschile andare nel mondo neanderthal?

— Esatto — rispose Mary. — Il ceppo virale diffuso da Jock Krieger ha…

— Intende il ceppo che i Centri controllo e prevenzione malattie degli Stati Uniti indicano come “Ebola-Saldak”?

— Sì. Riteniamo che l’intenzione di Krieger fosse di produrre un ceppo letale esclusivamente per i neanderthal, ma per errore ne ha creato uno che colpisce i maschi sapiens. Non sappiamo quanto si sia diffuso il virus nell’universo barasi, però sappiamo che ha effetti mortali nell’arco di poche ore.

— Tuttavia sono state sviluppate tecnologie di decontaminazione. Dottor Boddit, che ci dice su questo aspetto?

— Si tratta di apparecchiature che eliminano le biomolecole estranee tramite i raggi laser — spiegò Ponter. — Prima di venire qui, sia io che la professoressa Vaughan ci siamo sottoposti al trattamento, che ha un’efficacia del cento per cento; ma, come ha rilevato la professoressa Vaughan, ogni maschio gliksin colpito dall’Ebola-Saldak muore in tempi rapidi, a meno che non acceda al più presto a uno di questi impianti. E ne esistono pochissimi sul nostro pianeta.

— Ma non ci sono vaccini…?

— Non ancora — disse Mary. — Va da sé che ci stiamo lavorando, però sono anni che falliscono i tentativi di estirpare qualunque tipo di Ebola.

Cornelius lo sapeva bene. Quando si era accorto che Jock non intendeva affatto limitarsi a delle simulazioni, ma voleva effettivamente produrre il virus, lui aveva modificato la formula. Poi, dopo che Jock aveva prodotto litri di sostanza tossica in provetta, Cornelius aveva ridigitato nel computer la formula originaria, in modo che l’interessato non si accorgesse del boicottaggio.