«Parli come se ti dispiacesse di essere scappato.»
«Qualche volta mi dispiace. Momentaneamente, voglio dire. Se dovessi ricominciare da capo, mi comporterei in un modo diverso. Pianificherei tutto prima. Trasferirei un certo capitale in qualche altro Paese. Mi predisporrei una nuova identità. Organizzerei qualcosa che mi assicurasse un introito…»
«Ma tu non hai mai creduto veramente che ti toccasse scappare. Sapevi che era successo a me, ma dicevi a te stesso che a te non poteva succedere.»
«Credo proprio di sì.»
«E adesso,» continuò Stone. «hai la sensazione d’essere diventato uno spostato.»
Blaine annuì.
«Benvenuto al club degli spostati.» disse Stone.
«Vuoi dire…»
«No. Io no. Io ho un lavoro da fare. Un lavoro molto, molto importante.»
«Ma…»
«Stavo alludendo.» gli disse Stone, «ad una porzione molto ampia dell’umanità. Non so neppure quanti milioni di persone.»
«Beh, naturalmente, ci sono sempre stati…»
«Ti sbagli di nuovo,» disse Stone. «Parlo dei para, amico mio. dei para. I para che non sono nell’Amo. Non puoi avere viaggiato per quasi milleseicento chilometri senza…»
«Ho visto,» disse Blaine, con un brivido freddo che cresceva dentro di lui, qualcosa di gelido come il ghiaccio, che non era né odio né paura, ma forse era l’uno e l’altro insieme. «Ho visto che cosa succede.»
«È uno spreco.» disse Stone. «Uno spreco tremendo, tanto per i para quanto per la razza umana. C’è gente braccata, gente costretta a vivere nei ghetti, gente umiliata ed odiata… e sempre, è in quella gente che vive la speranza dell’umanità.
«E voglio dirti anche un’altra cosa. Non si tratta soltanto di quei selvaggi intolleranti, ignoranti e bigotti, che si considerano esseri umani normali: non sono i soli colpevoli della situazione. C’è anche l’Amo: anche l’Amo ha la sua parte di colpa. Perché l’Amo ha istituzionalizzato la cinetica paranormale per i propri scopi particolari ed egoistici. Si prende molta cura dei para come te e me: li presceglie perché realizzino i suoi intenti. Ma a tutti gli altri ha voltato le spalle. L’Amo ha dimostrato che non gliene importa assolutamente nulla di quanto può accadere a loro. Non avrebbe altro da fare che tendere la mano per aiutarli, eppure non lo fa, e così gli altri para si trovano nelle condizioni di animali selvatici, in fuga nelle foreste.»
«L’Amo ha paura…»
«Non gliene importa un accidente, ecco la verità,» disse Stone. «La situazione, così com’è, gli va perfettamente a genio. L’Amo è incominciato come una crociata dell’umanità. E poi si è trasformato in uno dei più grossi monopoli che il mondo abbia mai visto… un monopolio che non è intralciato da regolamenti o da restrizioni, eccettuati quelli che è lui stesso a stabilire.»
«Ho fame,» annunciò Harriet.
Stone non le diede retta. Si tese in avanti sulla sedia, verso Blaine.
«Questi disgraziati sono milioni e milioni,» dichiarò. «Privi di addestramento; perseguitati, mentre dovrebbero ricevere ogni incoraggiamento. Possiedono facoltà che in questo momento, sì, proprio in questo momento, potrebbero essere disperatamente necessarie all’umanità. Possiedono facoltà latenti e non raffinate che, utilizzate propriamente, potrebbero dimostrarsi molto più grandi di tutto ciò che l’Amo è riuscito ad ottenere fino ad ora.
«C’è stato un tempo in cui l’Amo era necessario. Qualunque cosa accada, il mondo ha, nei confronti dell’Amo, un debito enorme, che non potrà mai pagare. Ma è venuto il momento in cui non abbiamo più bisogno dell’Amo. L’Amo, oggi, in quanto ignora i para che non fanno parte della sua organizzazione, è diventato una palla al piede per il progresso della razza umana. L’utilizzazione della cinetica paranormale non deve più rimanere un monopolio dell’Amo.»
«Ma c’è questo terribile pregiudizio,» osservò Blaine. «Questa intolleranza cieca…»
«Lo ammetto,» disse Stone. «E in parte è meritata. Le facoltà cinetiche paranormali sono state adoperate anche nel modo più vergognoso, per motivi egoistici o ignobili. Sono state imposte a forza nella struttura del vecchio mondo, che adesso è morto. E per questa ragione, i para hanno un complesso di colpa. E a causa delle attuali persecuzioni e del loro stesso senso di colpa, profondamente radicato, non possono agire in modo efficace, né per il loro bene né per il bene dell’umanità. Ma non vi è il minimo dubbio; se potessero agire apertamente ed effettivamente, senza la pressione della censura pubblica, potrebbero fare molto più di quanto possa fare l’Amo, così come è organizzato oggi. E se fosse consentito loro di farlo, se fosse permesso loro di dimostrare che la PK che non fa parte dell’Amo può operare per il miglioramento dell’umanità, allora verrebbero accettati da tutti, e invece delle persecuzioni riceverebbero sostegno e incoraggiamento: e quel giorno, Shep, credimi, l’Uomo avrebbe compiuto un enorme passo avanti.
«Ma noi dobbiamo dimostrare al mondo che la cinetica paranormale è una facoltà umana, e non una facoltà riservata esclusivamente all’Amo. E poi… se questo fosse possibile, tutta la razza umana recupererebbe la ragione, e ritroverebbe l’antico rispetto di sè.
«Tu,» gli disse Blaine, «stai parlando in termini di evoluzione culturale. È un processo che richiederà un certo tempo. Alla fine, naturalmente, si affermerà… fra un centinaio d’anni.»
«Non possiano aspettare!» gridò Stone.
«Un tempo c’erano le controversie religiose,» gli fece osservare Blaine. «Le guerre fra i cattolici ed i protestanti, fra l’Isiam e la Cristianità. E adesso, quasi nessuno le ricorda più. Ci sono state le battaglie fra le dittature comuniste e le democrazie parlamentari …»
«L’Amo ha contribuito a farle cessare. L’Amo diventò una potentissima terza forza…»
«C’è sempre qualcosa che interviene,» disse Blaine, «La speranza non può morire. Le condizioni e gli eventi finiscono per ordinarsi in modo tale che il dissidio feroce di ieri diventa un problema accademico per gli storici.»
«Cento anni,» disse Stone. «Tu saresti disposto ad aspettare cento anni?»
«Non sarà necessario,» gli disse Harriet. «Ormai tu hai dato l’avvio. E Shep ci sarà di aiuto.»
«Io?»
«Sì, tu.»
«Shep,» disse Stone, «ascoltami, ti prego.»
«Ti sto ascoltando,» disse Blaine, e ancora una volta il brivido cresceva dentro di lui, e il senso di alienità, perché era alla presenza di un pericolo.
«Io ho dato l’avvio a qualcosa,» disse Stone. «Ho un gruppo di para… chiamala un’organizzazione clandestina, chiamali quadri, chiamalo comitato o come vuoi… che stanno lavorando su piani e su tattiche preliminari, per certi esperimenti e per certe indagini che dimostreranno il contributo effettivo che i para liberi, non legati all’Amo, possono dare al resto dell’umanità…»
«Pierre!» esclamò Blaine, guardando Harriet.
Lei annuì.
«È questo che avevi in mente, fin dal primo istante. Alla festa di Charline dicevi di essermi amica…»
«È proprio così orribile?» chiese lei.
«No, credo di no.»
«Ci saresti stato,» chiese Harriet, «se avessi saputo di che cosa si trattava?»
«Non lo so, Harriet, sinceramente non lo so.»
Stone si alzò dalla sedia e percorse quel paio di passi che lo separavano da Blaine. Tese entrambe le mani, le posò sulle spalle dell’altro, e serrò le dita.
«Shep,» disse in tono solenne. «Shep, è molto importante. È un lavoro necessario. L’Amo non può essere l’unico contatto che l’Uomo ha con le stelle. Non è possibile che una parte della razza umana sia libera dalla Terra, mentre il resto vi rimanga incatenato.»