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«Perché non ti decidi a svegliarti, per unirti anche tu alla compagnia?» gli disse infine Edith, tra una risata e l’altra. «Hai l’aria di chi si è appena ricordato di avere lasciato a casa la canna da pesca preferita!» Roger assunse un’aria di superiorità.

«Naturalmente, voi ragazze non avete niente da fare fino a settembre» disse. «C’è però da sbrigare una certa quantità di lavoro da uomini, e stavo pensando a come farlo.»

«Lavoro da uomini?» La ragazza sollevò le sopracciglia, fingendosi sorpresa. «So che il babbo avrà molto da fare, ma non vedo come la cosa ti riguardi.» Sapeva benissimo quali fossero le responsabilità estive di Roger, ma aveva i suoi motivi per parlare in quella maniera. «Ci vuole un uomo, per girare intorno alla casa un paio di volte al giorno per fare la sentinella?»

Roger s’irrigidì. «Ci vuole qualcosa di più di una ragazzina, per farlo bene» ribatté. Non appena ebbe pronunciato queste parole, si penti di averlo fatto; ma non ebbe il tempo di uscire dal vicolo cieco in cui si era cacciato con le sue stesse parole.

«Dimostramelo!» lo rimbeccò infatti Edith, cogliendo al balzo l’occasione, e Roger provò il desiderio di prendersi a calci. La sorella lo aveva stuzzicato intenzionalmente, per giungere proprio a questo risultato. Le regole della famiglia dicevano che qualsiasi affermazione fatta da uno dei suoi membri doveva venire dimostrata con una prova pratica, se un altro membro della famiglia lo richiedeva: una legge istituita da Wing padre, con notevole preveggenza.

Quanto a lui, era raro che si facesse cogliere in fallo, dato che era per natura un uomo che stava molto attento alle parole.

«Adesso devi lasciarmi provare» disse Edith «e mi devi dare un mucchio di spiegazioni. Anzi, per essere davvero corretto, dovresti far fare la prova anche a Margie…» Queste parole erano una sorta di ripensamento, pronunciato ad alta voce soltanto per il suo potenziale terroristico. Roger per poco non cadde di sella, ma prima che riuscisse a elevare le sue proteste, gli venne un’idea. Dopotutto, perché non farsi aiutare dalle sorelle? Poteva mostrare loro ciò che lui e Donald avevano fatto in passato, e le ragazze potevano forse dare suggerimenti. Nonostante il suo orgoglio maschile, Roger sapeva bene che anche le ragazze in generale, e le sue sorelle in particolare, erano in grado di ragionare. Sia Edith che Margie sapevano andare a cavallo, nessuna di loro aveva paura del bosco, e tutto considerato potevano risultargli molto utili come assistenti. Edith aveva quasi la sua stessa età, e lui non poteva liberarsene con la scusa che fosse troppo giovane per quel lavoro, e anche l’altra, pur avendo soltanto otto anni, era abbastanza assennata da starsene tranquilla quando era necessario il silenzio e da obbedire agli ordini quando era pericoloso mettersi a discuterli.

«D’accordo. Potete provare tutt’e due» disse Roger, rinunciando a ulteriori riflessioni. «A papà non importa, credo, e mamma non avrà niente da dire, se farete lo stesso il vostro lavoro. Ne parleremo questa sera.»

La conversazione passò ad altri argomenti, e il gruppo continuò a risalire il fiume. Due o tre ore dopo avere lasciato Clark Fork, attraversarono il corso d’acqua e si diressero a est, verso il confine del Montana; rimanevano ancora parecchie ore di luce quando raggiunsero la loro capanna estiva.

Ma non si trattava veramente di una capanna. Costruita sul fianco ripido di un monte, ma ancora entro il limite dei sempreverdi, aveva stanze a sufficienza per accogliere l’intera famiglia dei Wing senza timore di affollamento. C’erano un generatore elettrico a benzina, e anche una riserva d’acqua corrente, più o meno limitata, che giungeva con una tubazione da una fonte situata più in alto sulla montagna: nel complesso, la casa costituiva la prova dell’abilità, o della fortuna, del signor Wing nel trovare quei ricchi filoni minerari che, a quanto dicevano tutti, erano la fonte dei redditi della famiglia.

Poco al di sotto della casa c’era un altro edificio che riuniva le funzioni di magazzino e di stalla. Entrambi gli edifici erano costruiti in modo robusto, e avevano sempre sopportato bene gli inverni del nordovest. Le fondamenta della casa poggiavano sulle solide rocce della montagna, e le sue pareti erano bene isolate rispetto all’esterno. La famiglia si sarebbe potuta fermare lassù per l’intero anno, e i genitori avevano una vaga intenzione di farlo, una volta che tutti i figli avessero terminato la scuola.

Al piano terreno c’era una grande stanza che serviva da sala da pranzo e da salotto, con una camera da letto da una parte e la cucina dall’altra. Una scala, priva di porta, conduceva dall’ingresso della cucina fino alla cantina sottostante, in cui c’erano banconi di lavoro coperti di attrezzi da falegname e di pezzi di apparecchi radio, oltre a parti di vari giochi. All’altra estremità c’era la scala che portava al piano superiore, il quale era diviso in sei stanze molto più piccole, cinque delle quali erano le camere da letto dei ragazzi, e la sesta un ripostiglio pieno di tutte le cianfrusaglie che si accumulano in una casa nel corso degli anni: mobili vecchi, suppellettili inutilizzate.

I Wing scesero di sella accanto al porticato che correva lungo la facciata della casa, e subito corsero a svolgere i loro compiti. La signora Wing e le ragazze aprirono la porta d’ingresso e scomparvero all’interno dell’edificio. Billy cominciò a sbullonare e a togliere gli scuri posti davanti alle finestre più accessibili: quelle lungo il porticato e quelle del piano terreno che si affacciavano sulla montagna. Donald e Wing padre iniziarono a scaricare gli animali da carico; Roger portò nella stalla gli altri animali, tolse le selle e diede loro dell’avena.

Al tramonto del sole, la casa aveva assunto un’aria abitata. Tutti avevano mangiato, le ragazze avevano lavato i piatti, i due più piccoli, Billy e Marjorie, erano già andati a letto e gli altri membri della famiglia si concedevano qualche minuto di tranquillità in camera da pranzo. C’era stata qualche discussione sull’opportunità di accendere il fuoco, e poi coloro che volevano accendere avevano vinto per alzata di mano, non tanto perché sentissero freddo, benché sui Cabinets anche nel mese di giugno le notti potessero essere fredde, ma semplicemente perché a tutti piaceva starsene seduti accanto a un fuoco.

I genitori si erano messi a sedere sulle loro panche, ai lati del focolare di pietra. Donald, Roger ed Edith erano seduti in terra, su dei tappeti; Roger aveva fatto, pochi istanti prima, la proposta di assegnare alle ragazze una parte del lavoro di sorveglianza. Suo padre rifletté per qualche attimo sulla proposta.

«Conosci bene la zona» domandò infine, rivolto a Edith «non soltanto verso la città, ma anche nelle altre direzioni?»

«I ragazzi la conoscono meglio di me, suppongo» rispose Edith. E aggiunse: «Ma anche loro hanno dovuto imparare, una volta o l’altra…»

«Vero. Ma non voglio che tu ti perda, e tua madre, da sola, non può fare tutto il lavoro di casa. Comunque, visto che Roger si è lasciato incastrare per avere fatto un’affermazione azzardata, metteremo la cosa in questi termini. Passerà ancora una settimana, massimo dieci giorni, prima che io parta per la prima spedizione. Per quel momento, voi due, lavorando insieme, dovrete avere preparato una buona cartina del territorio compreso entro un raggio di cinque chilometri dalla casa, e dovrete mettervi d’accordo per fare dei turni che permettano a Edith di essere a disposizione di vostra madre per i lavori domestici nelle ore che vostra madre vi dirà. Margie verrà con voi, ma da sola non dovrà mai allontanarsi dalla capanna per più di un chilometro… le vecchie regole sono sempre valide per i più piccoli. Tutto questo dovrà però ancora essere approvato da vostra madre, che vi apporterà le modifiche che le sembreranno più opportune.» Con un mezzo sorriso sulle labbra, si voltò verso la moglie. Lei gli sorrise a sua volta e annuì.