Выбрать главу

Alcuni dei fumetti sado che Alys Buckman aveva collezionato nel corso della sua vita trovarono la strada di musei che ospitavano i reperti di culture popolari ormai tramontate. Alla fine, il “Librarian’s Journal Quarterly” la definì ufficialmente la più grande collezionista nel campo dell’arte sadomaso della fine del XX secolo. Il Dollaro Nero del TransMississippi che Felix Buckman le aveva regalato venne comperato a un’asta da un acquirente polacco, di Varsavia, nel 1999. Dopo di che scomparve nell’oscuro mondo della filatelia e non se ne ebbe più notizia.

Barney Buckman, il figlio di Felix e Alys Buckman, crebbe tra non poche difficoltà. Entrò nella polizia di New York, e durante il suo secondo anno di servizio come agente cadde da una scala antincendio non regolamentare. Si trovava lì in seguito alla segnalazione di un furto in un palazzo un tempo abitato da persone di colore molto ricche. Paralizzato dalla vita in giù a ventitré anni, cominciò a interessarsi di vecchi spot pubblicitari televisivi, e nel giro di poco tempo entrò in possesso di un’imponente raccolta degli spot più vecchi e ricercati, che acquistava vendeva e scambiava con un grande senso degli affari. Visse a lungo, conservando solo un vago ricordo del padre e nessunissimo di Alys. Barney Buckman non si lamentò mai della propria vita, e continuò a dedicare il proprio tempo in particolare alle vecchie pubblicità dell’Alka-Seltzer, la sua specialità in quella messe di auree stupidaggini.

All’accademia di polizia di Los Angeles qualcuno rubò la Derringer calibro 22 che Felix Buckman teneva nella scrivania, e la pistola sparì per sempre. Ormai le armi a pallottole di piombo erano praticamente scomparse, sopravvivevano solo come pezzi da collezione; e l’impiegato dell’accademia che aveva il compito di controllare la Derringer concluse, saggiamente, che fosse entrata a far parte dell’arredo da scapolo di qualche funzionario di rango inferiore, e chiuse le indagini.

Nel 2047, Jason Taverner, che aveva lasciato ormai da tempo il mondo dello spettacolo, morì in una lussuosa casa di cura di fibrosi acolica, una malattia che i terrestri contraevano in diverse colonie marziane private, tenute in vita esclusivamente per i discutibili piaceri di persone molto ricche. I suoi beni consistevano in una casa con cinque camere da letto a Des Moines, piena più che altro di trofei della sua camera, e in molte azioni di una società che aveva tentato, senza riuscirci, di creare un servizio di shuttle con Proxima Centauri. La sua morte non ebbe una grande eco sulla stampa, anche se apparvero brevi necrologi su quasi tutti i principali quotidiani delle metropoli terrestri. I notiziari televisivi la ignorarono completamente. Non la ignorò invece Mary Anne Dominic che, ormai ottantenne, continuava a ritenere Jason Taverner una celebrità, e l’incontro che aveva avuto con lui una pietra miliare della sua lunga e felice vita.

Il vaso azzurro fatto da Mary Anne Dominic e comperato da Jason Taverner come regalo per Heather Hart finì in una collezione privata. È lì ancora oggi, ed è considerato un prezioso tesoro. E, in effetti, molti esperti di ceramiche artistiche lo ritengono un vero capolavoro. E lo amano.

Fine