Dina scompare. Alex si versa un po'"di vino. Lo gusta di nuovo. "È vero, papà… Questo Southern è veramente squisito." E crea ancora più attesa, una strana suspense. Si sentono quasi scalpitare sotto il tavolo le eleganti scarpe delle due sorelle. La mamma è più
tranquilla. Curiosa ma tranquilla. Gli uomini sereni in attesa. Finalmente torna Dina, che poggia al centro del tavolo le paste mignon e se ne va di nuovo in cucina.
"Uhm, che buone…" fa la mamma. "Ci sono anche quelle alla castagna che mi piacciono così tanto."
"Già" dice Alex. Poi si pulisce la bocca. Sorride all'intera tavolata e con una pacatezza davvero invidiabile fa l'annuncio.
"Ho deciso di sposarmi."
Le due sorelle deglutiscono quasi insieme, il padre sorride sorpreso, i due mariti, sapendo tutto quello a cui andrà incontro, lo guardano allegri in maniera cortese, ma pensano, o meglio ricordano, i vari passaggi del loro incubo personale. La mamma è, come Alex sospettava, la più sorpresa. "Alex! Sono proprio felice per te!"
E poi lo sommerge di domande. "Ma lo hai detto ai suoi?"
"Sì."
"E come l'hanno presa?"
"Benissimo, ma che domande mi fai!"
"Bè, sai… la differenza di età…"
"Ma l'avevano già accettata!"
"Sì, ma magari non pensavano che tu facessi così sul serio!" Tutti ridono.
"E poi, sai, quando tocca alla figlia femmina… Sì, insomma… È sempre più delicato" interviene il papà guardando Margherita e Claudia e soprattutto i rispettivi mariti. Alex sorride.
"Eh già… Pensa che quando gliel'ho detto il padre è caduto dalla sedia…"
La mamma preoccupata: "E si è fatto male?".
Margherita interviene. "Ma mamma, è un modo di dire!"
"No no… È caduto sul serio! Non se l'aspettavano proprio secondo me… E vedere una figlia a quell'età che si sposa, che va via di casa, bè, deve fare un certo effetto…"
E proprio in quel momento la mamma di Alex si commuove, allunga una mano, prende un pasticcino alla castagna e in un sol boccone lo fa letteralmente sparire. Alex se ne accorge e sorride di nascosto. Poi la mamma ne sceglie un altro, questa volta allo zabaione e panna, ancora più dolce, e gli fa fare la stessa fine. Allora Alex inizia a preoccuparsi. Cavoli. Ma si è davvero commossa! Non pensavo così tanto. Allora si alza e l'abbraccia. La mamma chiude gli occhi e si lascia stringere dal figlio. Lei sorride, le sorelle la prendono in giro.
"Buuu… Con noi non hai fatto così!"
"Sì, non te ne importava niente…"
"Ti volevi liberare di noi e basta… Ecco la verità!"
"Per te noi eravamo come le due sorellastre, Genoveffa e Anastasia, mentre Alex è la tua Cenerentola."
Alex torna a sedersi al suo posto.
"Bè, più che Cenerentola speravo di essere il principe azzurro!"
"Sì, per Niki casomai!"
"Ah, noi vogliamo fare da testimoni…"
"Scusate, l'avete già fatto una per l'altra…"
"Ma uno dei testimoni per noi eri sempre tu!"
"Me l'avete chiesto voi!"
"Ci sembrava carino, magari ci rimanevi male che a te non ti si sposava nessuno!"
"Pure!"
"E comunque vorremmo consigliare la sposa."
"Sì, vorremmo decidere con lei per il catering!"
"E il vestito…"
"Ah già, e le bomboniere!"
"Ah sì, quelle sono importanti!"
"E avete deciso dove vi sposate?"
"E quando?"
"E i fiori per la chiesa?"
"E i nomi dei tavoli? Sì, come fate il tableau?"
"E gli invitati… Quanti saranno?"
"Deve essere una cosa in grande…"
"Eh…"
A quel punto Alex incrocia gli sguardi di Davide e Gregorio, che lo sostengono con un sorriso, se non altro per solidarietà, e lui, non sapendo cos'altro fare, allunga la mano e precede sua madre. "Scusa, mamma…" E si mangia quell'ultimo pasticcino con la castagna rimasto.
Sessantadue
Girano per il grande salotto vuoto.
"Ma è bellissimo… Sul serio… Ci verrei a vivere io qui…"
Pietro guarda Enrico sorpreso. "Ma che, mi stai a prendere per il culo?"
"No, assolutamente, mi piace da morire, un loft così al borghetto Flaminio… è un sogno. Mi sembra anche silenzioso, è grande, ha un sacco di stanze." Enrico gira per la casa sinceramente impressionato. "E poi si affaccia sul verde… è in città ma sembra in campagna."
"Sì sì… Ho capito, và. Io preferivo stare a casa mia, da mia moglie e i miei figli." E per un attimo si vede che è davvero dispiaciuto. Enrico se ne accorge.
"Senti, hai voluto la bicicletta? Pedala!"
Pietro lo guarda stupito. "Ma che dici? Sei pazzo? La bicicletta era il matrimonio… E pedalerei ancora molto volentieri!"
"E no! È proprio il contrario! Nel tuo caso sei tu che hai buttato tutto all'aria, tutto… Tu hai voluto questa situazione, non come è successo a me. Io sono stato mollato da mia moglie, tu hai fatto di tutto per essere mollato…"
"Guarda, meno male che fai il commercialista e non il divorzista… Perché sennò sono sicuro che Susanna ti avrebbe scelto e m'avresti fatto un culo così!"
"Vedi, vedi… Già sei preoccupato dei soldi, non del fatto che potresti tornare con lei. E ti lamenti pure! Secondo me tu sei stato miracolato fino a ieri, poi hai voluto tirare troppo la corda… e patatrac… s'è rotta!"
"Per come me la racconti, tu mi deprimi ancora di più… Adesso è tutta colpa mia… Ho rotto la corda e ora me ne rimane un pezzo in mano con il quale fare una cosa sola…"
Enrico alza il sopracciglio curioso. "Cosa?"
"Impiccarmi."
"Ma dai! Non dire queste cose, non la fare così drammatica,
magari questa situazione ti serve, ti torna utile… magari riesci a ragionare meglio da solo… E poi…" indicando il loft, "guarda che cosa hai ora…"
"Questo è di un mio cliente che non mi paga da anni e mi fa seguire tutte le cause dei suoi condomini… Visto che ha una marea di appartamenti. Anzi, me ne poteva dare pure uno più centrale, che ne so, magari vicino alla mia famiglia…"
"Bello. Ecco, Pietro, questo è un bel pensiero, così potevi stare vicino ai tuoi figli."
"No, così potevo controllare mia moglie!"
"Ah ecco… Mi sembravi per la prima volta sinceramente coinvolto e invece no, non te ne frega nulla delle cose importanti."
"Ma come non me ne frega delle cose importanti! Scusa, io pago ancora il mutuo della casa dove sta lei… E lei magari esce con un altro? Cioè, io la faccio praticamente divertire a spese mie! Ma che è, un'altra figlia?"
"Non ho parole. Ti rendi conto di quello che dici? Bè, io credo che tu ti sia divertito fin troppo e che adesso giustamente tocchi a lei…"
Pietro lo fissa e per un attimo un pensiero lo tormenta. Oddio, vuoi vedere che ha saputo della mia storia con Camilla? Ma è stata una vita fa. E sua moglie era triste, annoiata, aveva voglia di divertirsi. Poi si ricorda qualche momento intimo passato con lei. Aveva voglia eccome di divertirsi. E un po'"se ne vergogna.
Enrico irrompe tra i suoi pensieri.
"Che c'è, a cosa stai pensando?"
"Io? Niente… Che hai ragione, mi sono divertito fin troppo e giustamente la ruota gira. Però pensavo fossi amico mio, non suo…"
"E infatti sono qui ad aiutare te, mica lei… Ma essere amici vuol dire anche dirsi le cose vere, quelle che magari a volte non fa piacere sentire ma che servono per accettare la realtà…"
Fiuuu, pensa tra sé Pietro, non sa nulla. "Sì sì, certo…"
"Ecco, a proposito di realtà da accettare, prendiamo tutta la roba dalla macchina, và…"
Escono per strada. Pietro apre il bagagliaio e cominciano a scaricare una montagna di borse. "Ma che, ti sei portato casa?"
"Tutto quello di cui ho bisogno… I vestiti, i libri, delle lenzuola, i maglioni, le camicie, le cose da lavoro che avevo nel mio ufficio di casa… Tutto. Anche perché mi ha detto che quello che lasciavo me lo avrebbe bruciato…"