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"Ah, ecco."

Enrico prende due valigie ed entra in casa. "Certo che si è veramente arrabbiata…" Subito dopo arriva Pietro con altre due valigie. "Già, molto. Non so come, ma sono uscite fuori anche delle altre storie… Sinceramente io non so chi le ha telefonato, ma quando si è saputo del fatto che ci eravamo lasciati sembrava che tutti conoscessero qualcosa di me. Le hanno raccontato un sacco di storie con le signorine dei miei figli, con un'amica sua, con un'altra che andava dal suo parrucchiere."

"Ma dai, sul serio? Ma sono vere?"

"Ma di che! La gente ama più di ogni altra cosa la cattiveria… O ingigantire…" Enrico esce con Pietro a prendere altre borse in macchina. "Pensa che le hanno detto perfino che avevo una relazione con la moglie di un mio amico. Ti rendi conto? Con la moglie di un mio amico! Ma con tutte le donne che ci sono… Ti pare che mi faccio una storia con la moglie di un mio amico? Ma dai!"

Enrico scuote la testa. "È vero, la gente se non è cattiva non è felice."

Pietro lo segue, prende delle cartelle piene di carta e sorride tra sé. Non è vero, non l'hanno detto, ma almeno così, se mai uscisse la storia con Camilla, ne abbiamo già parlato.

"Dove le metto queste?"

"Posale lì, sotto la scala."

Enrico poggia le due valigie a terra. Poi si guarda in giro. "Ma quante stanze sono?"

"Sopra ci sono quattro stanze da letto. Più i bagni. Sotto ce n'è una, qui un salotto, una stanza lì dietro, un bagno e la cucina in tondo… Più questo salotto doppio, vedi che ha anche l'uscita sul giardino interno…" Pietro apre una tenda e gli fa vedere il grande spazio fuori.

"È bellissima! Questo cliente ti deve un sacco di soldi…"

"Sì, ma alcuni sono veramente stupidi. Invece di affittarla e poi di pagarmi quello che mi doveva, ha preferito darmela gratis. In realtà ci perde. Ma che ore sono?"

"Le otto."

"Dovrebbero essere già qui."

"Chi?"

"Flavio e Alex. Ho dato appuntamento a tutti a quest'ora…"

"Va bè, arriveranno. Intanto mettiamo a posto le altre cose."

"È per questo che volevo che ci fossero anche loro. Facevamo molto più velocemente!"

"Ah…"

"Ma che ci dovrà dire Alex… Mi sembrava così su di giri!"

"Io qualche sospetto ce l'ho…"

"E cosa?"

"No, non voglio dire niente per scaramanzia."

E proprio in quel momento suonano alla porta. Pietro va ad aprire.

È Flavio. "Ah, è qui… Ci mancava solo che non vi trovavo…"

Entra sconsolato e si butta sul divano. Pietro chiude la porta e raggiunge Enrico in salotto. Tutti e due lo guardano preoccupati.

"Che succede?"

"Hai perso il lavoro…"

"No, molto peggio. Ho perso mia moglie."

Enrico si siede vicino a lui. "Cazzo, pure tu. Mi dispiace." E gli poggia una mano sulla gamba. Poi Flavio si gira verso di lui. È dispiaciuto, molto. Si abbracciano.

"Cazzo, mi dispiace sul serio…"

"Bene… Eccoci qua…" Pietro allarga le braccia. "In un modo o nell'altro siamo tornati esattamente com'eravamo quando facevamo l'università."

"Cioè?"

"Single."

"Ah, pensavo dicessi sfigati."

Pietro va verso la cucina. "E perché mai?! È da qui che ricomincia tutto. Siamo tre… e pieni di speranza." Poi apre il frigo.

"No no… È vero… Siamo proprio degli sfigati."

Flavio ed Enrico lo guardano. "Ma come?"

Pietro apre meglio la porta del frigo. "Non c'è niente da bere!"

Suonano alla porta. È Alex.

"Eccomi qua!"

Pietro gliela sfila dalle mani. "Non ci posso credere. Guardate un po'"cosa ha portato…" e la mostra agli altri due. "Una bottiglia di champagne!"

"Ma dai!"

"Bello."

"Vedi a volte la fortuna…" Pietro comincia a togliere la carta intorno al tappo.

Alex chiude la porta e con un sorriso va al centro del salotto. "E sapete cosa voglio festeggiare?"

"No, diccelo…"

"Mi sposo!"

Flavio non crede alle sue orecchie. "No. Non è possibile."

E si mette la testa tra le mani. Alex lo guarda sorpreso. Si avvicina a Pietro e gli sussurra preoccupato: "Ma perché la prende così? Che, non voleva?".

"No…" Pietro toglie la retina di ferro dal tappo. "Proprio oggi lo ha lasciato Cristina…"

"Ah, mi dispiace, cavoli, non ci voleva…"

E mentre lo dice il tappo dalla bottiglia salta con un tempismo perfetto.

Sessantatre

La mansarda di Olly è piena di gente. Il party per festeggiare Niki procede bene. Erica è seduta sul divano. Sta bevendo un Bellini che si è preparata da sola al tavolo dove Olly ha sistemato bicchieri e bevande. E soprattutto sta fissando un bel ragazzo. Niki si gira e la nota. Poi cerca Olly e Diletta con lo sguardo. E fa loro cenno di guardare. Tutt'e due si voltano, vedono Erica e scuotono la testa. Ci risiamo. Un'altra storia sta per cominciare. Conoscono Erica. E sanno bene quel che sta per succedere. Infatti attacca bottone.

"Ciao… bella festa, eh?"

"Sì, molto."

"La casa è piccolissima… ma è più bello così, non è dispersiva…"

"Già… Piacere, io sono Tiziano" e le tende la mano.

Erica si sposta un po', mette il bicchiere nella sinistra e porge la destra. "Piacere, Erica! Di chi sei amico?"

"Frequento anch'io l'università con Niki, ma conosco bene Giulia" e indica la ragazza che sta ballando in mezzo alla stanza.

"Ah, io invece sono amica della sposa!"

"Sì, lo so, l'ho chiesto a Niki prima…"

Erica lo guarda un po'"di sbieco. Poi sorride. "Avevi chiesto di me?"

"Certo… ti stupisce?"

"No… cioè sì… nel senso… come mai?"

"Boh, non so… sei carina e non ti conosco. Tutto qua."

"Ok allora… grazie! Facciamo un brindisi?" ed Erica alza il bicchiere verso di lui.

"Ok, a cosa?"

"Alle giovani donne coraggiose!"

Tiziano alza il suo tumbler con dentro whisky e ghiaccio. "A loro!"

E brindano ridendo. Continuano a chiacchierare e scherzare, mentre ogni tanto Diletta, Niki e Olly passano di lì e chiedono "Tutto

bene?", ricevendo come risposta la linguaccia di Erica, con Tiziano che non capisce bene cosa stia succedendo. Ma quella ragazza un po'"morbida e bruna gli sta simpatica. E vuole approfondire. Quindi non ci fa troppo caso. Erica continua a parlare e alla fine tira fuori il telefonino dalla tasca dei jeans.

"Ci scambiamo i numeri? Poi sto anche su Facebook…"

"Ok, anch'io…"

E Tiziano le detta il cellulare. Erica lo memorizza e poi fa uno squillo perché sul display di Tiziano compaia il suo. "Benissimo, ci sentiamo nei prossimi giorni, vuoi?"

"Certo, magari ci beviamo una birra insieme, ok?" dice Erica alzandosi dal divano.

"Perfetto, ci sto, quando ti pare!"

Erica si allontana e va verso Olly. La vede arrabbiata.

"Ehi, che c'è? Che succede?"

"Ma nulla… beviamo, và" e Olly le versa un po'"di sangria in un bicchiere di carta. Erica prende il bicchiere e beve. "Mmm… buona. Chi l'ha fatta?"

Olly sbuffa. "Giampi, oggi pomeriggio."

"Bravo, è stato carino!"

"Sì…" e anche Olly beve nervosamente.

"Oh, visto? Carino quell'amico di Giulia con cui parlavo, Tiziano?"

"Sì… c'hai parlato una vita! Ma stasera Francesco non c'è?"

"No… e poi uffa, sempre con "sto Francesco. Lo vuoi capire o no che non ci sto insieme? Siamo amici. E basta."

"Sì, dillo anche a lui magari, mi sa che non lo sa…"

"Lo sa, lo sa. La nostra è una cooperativa."

"Sì, con un solo socio di maggioranza che fa come gli pare… tu!"