Giorgio si gira per ordinare. Cerca il cameriere tra i tavoli ma incrocia lo sguardo di Susanna. Stavolta lei non diventa rossa. Lui, curioso, la guarda un po'"meglio, poi ammicca e sorride. Ecco, lo sapevo. Susanna abbassa lo sguardo e cerca il bitter come salvezza, niente da fare, arrossisce di nuovo. Che sciocca che sono, pensa tra sé. E poi il bitter è finito!
"Scusa il ritardo!"
"Figurati!"
Arriva Cristina appena in tempo, con un bel sorriso ma leggermente stanca, ha gli occhi un po'"arrossati come se non avesse dormito.
"Vuoi ordinare qualcosa?"
"Sì, magari. Un cappuccino."
Susanna riesce a fermare al volo un cameriere che passa proprio vicino al suo tavolo. "Allora mi scusi, un cappuccino per favore…" Poi si gira verso Cristina. "Vuoi anche qualcosa da mangiare?"
"No no… Solo cappuccino."
"Allora un cappuccino, un bitter rosso e se mi porta ancora delle patatine…" Il cameriere fa per andarsene. "Ah. Anche delle olive!" Susanna guarda di nuovo in direzione di Giorgio, ma niente da fare, è lì che chiacchiera con la sua compagna, dandole le spalle. "Allora, che succede…"
"Oh, niente, perché?"
"Niente? Non sei mai passata un pomeriggio qui a Villa Balestra da quando ci vengo."
"Non è vero… Sono passata una volta."
"E quando? Non me lo ricordo…"
"Due anni fa."
"È vero! Hai ragione. Sei venuta… aspetta, perché…"
Proprio in quel momento arriva il cameriere che poggia il cappuccino e il bitter rosso con un bel piatto di patatine e olive.
"Grazie." Susanna sgranocchia subito una patatina, beve finalmente un po'"di bitter e si pulisce la bocca. "Ah sì sì… Ora mi ricordo benissimo, tu e Flavio avevate litigato… Sì, avevate discusso perché tu volevi continuare a lavorare e pensavi fosse presto per un figlio e invece lui…" Poi si gira di colpo verso Cristina. "Hai di nuovo litigato con Flavio?"
"Peggio." Cristina beve un po'"di cappuccino, poi posa con delicatezza la tazza. "Ci siamo lasciati."
"Ma che vuol dire? Sì, insomma, è un litigio più lungo, una cosa che può comunque andare a posto, no?"
"No. No, credo." Cristina si porta indietro i capelli e guarda lontano, verso la cupola della Chiesa Belle Arti, e ancora di più, verso Roma Nord, dove non ci sono più limiti, né costruzioni, solo campi e terreni coltivati. Deve però ancora nascere qualcosa. Non come la sua storia. "È finita, Susanna. Abbiamo parlato a lungo tutta l'altra notte, abbiamo pianto, ci siamo abbracciati, abbiamo detto quanto ci vogliamo bene… Poi gli ho detto una cosa importante."
"Che cosa?"
"Che volevo restare sola, che ho bisogno del mio tempo, che non ce la facevo più a sentirlo lì presente, che anche vederlo era una sofferenza. E quel non provare più amore per lui che mi distrugge…"
"Cristina, dimmi la verità."
Si gira e fa un sorriso. "No. So già cosa stai per chiedermi. Non ho un altro." Poi beve un ultimo sorso di cappuccino. E riguarda Susanna. "E non ti sto mentendo, te lo giuro! Non sai quanto sarebbe più facile avere semplicemente in testa uno e magari avere come unico pensiero il volerci andare a letto."
E in quel momento Susanna senza volere, quasi guidata dall'istinto, si gira verso Giorgio Altieri. Ma non c'è più nessuno a quel tavolo. Cerca in giro, non li vede. Peccato. Susanna alza le spalle e torna a guardare Cristina, che però si è accorta della sua distrazione.
"A che stai pensando?"
"Niente, cioè hai detto voler andare a letto con qualcuno e mi è venuto in mente un tipo che vedo spesso qui… c'era anche prima. Un certo Giorgio. Ma se ne è andato."
"Ah… Brava!"
"E solo che io non ci volevo andare a letto… Ma lo volevo scopare proprio!"
"Susanna!"
"Senti, ma perché solo gli uomini possono avere questo istinto? E che cazzo!"
"Ma Susanna!"
"Sì, oggi voglio essere sboccata, va bene?" E poi scoppia a ridere e anche Cristina finalmente sorride e si abbracciano, sporgendosi un po'"dalle loro sedie. Poi Susanna torna seria.
"Senti, ma non è che lo hai fatto per la nostra chiacchierata dell'altra sera?"
"Quale?"
"Dai, quando io te ne avrò dette chissà quante su Pietro, la vita, il matrimonio, il nostro gruppo e tu magari ti sei sentita così coinvolta che hai voluto fare un passo molto più grande e importante di te…"
"No." Cristina fa di no anche con la testa. "Sai quante volte ci ho pensato? Quante cose non mi piacevano più nella mia vita, quante cose non andavano, e soprattutto di quante di queste cose lui non si accorgeva minimamente. Ecco, il fatto di stare ogni tanto in silenzio vicino a lui, a tavola a cena. Mentre guardava la tv e ignorava invece i miei occhi, la mia tristezza… Avrebbe potuto guardarmi, no? Avrebbe visto, capito, mi avrebbe potuto fare qualche domanda."
"E cosa gli avresti risposto?"
Cristina guarda i bambini di Susanna. Ora sono vicini, insieme agli altri, e giocano con un piccolo cane tra l'erba. "Non lo so. Ma non era importante quello che avrebbe potuto dire, era importante sentire che lui se ne preoccupava…" E Cristina ritorna a guardarla con i suoi capelli mossi dal vento, un'aria ora più serena, più tranquilla, perfino più riposata. Susanna le accarezza la mano che ha posato sul bracciolo. "Forse se ne accorgerà. E si domanderà perché non ha fatto quelle domande."
"Magari sarà tardi. Magari è già tardi. Ora senz'altro lo è…"
Susanna sfila i due scontrini dal piattino e controlla il conto.
"Oh… È un momento. Ora magari ti piacerà provare quello che sto sentendo io e cioè la voglia di vendicarmi di Pietro e del nostro fallimento causato da lui… Ti andrà magari anche a te quel Giorgio lì…"
"Ma non c'entra nulla adesso."
"Sì, ma non ti devi chiudere in casa, sennò entri in depressione. Scusi?"
Un cameriere si avvicina.
"Ma no." Cristina la ferma. "Voglio fare io dai…"
"Non esiste proprio!" Susanna tira fuori una banconota da cinquanta, poi aspetta il resto e lascia due euro di mancia al cameriere, che si allontana velocemente richiesto da un altro tavolo.
"Mi offrirai la cena quando usciremo insieme…"
"Ah, sì! Così ci rimetto! Bene, mi diverte un sacco…"
Susanna sorride. "Sempre che i nostri due cavalieri ci facciano pagare…"
"E chi sono i nostri due cavalieri?"
Susanna si alza dalla sedia e la guarda tutta allegra. "Oh, non lo so! Ma non è importante… Magari uno bello come Giorgio Altieri oppure anche di più, anzi sarà sicuramente più bello!"
"Sì, va bè… Ora non me la sento proprio di uscire."
"Guarda che non vuol dire che devi per forza andarci a letto!"
Proprio in quel momento vede arrivare Lorenzo. "Mamma… Ciao Cristina!" la saluta prima che Susanna, come al solito, lo riprenda. Poi sorride alla mamma. Tutti e due sanno che stava per fare il solito errore.
"Che c'è?"
"Mi dai tre euro che vorrei prendere la Coca Cola?"
"No. Te li do, ma prendi un succo, non gassato e non gelato…"
"Ok!"
"No, ripeti! Come glielo chiedi?"
"Uffa, ma lo so: non gassato e non gelato."
"Ecco, tieni…"