Выбрать главу

Le sue parole sollevarono una certa agitazione, scambi di occhiate, espressioni curiose miste ad altre sprezzanti. Seduto accanto alla sedia vuota di Ellen Kroft, George Poulos tenne lo sguardo indifferente fisso su Steinman.

«Non essendoci stata alcuna obiezione», osservò Steinman, «inizierò la lettura.» Si schiarì di nuovo la gola, si sistemò gli occhiali.

«‘Illustri colleghi, quale unica rappresentante dei consumatori nella commissione Omnivax, ho affrontato le mie responsabilità non da medico o scienziato, come tutti voi, ma da madre e nonna. Dal giorno della nostra prima riunione, mi sono fissata tre principi. In primo luogo, avrei cercato di apprendere il più possibile sul metodo con cui sono stati creati, testati e approvati i vaccini e di continuare a seguirli e valutarli una volta diventati di uso generale. In secondo luogo, avrei cercato di familiarizzare con i componenti dell’Omnivax, la loro fabbricazione, le caratteristiche di ognuno e le reciproche interazioni. In terzo luogo, mi sono prefissata di parlare con i padri e le madri, annotando le loro speranze e, sì, i loro timori sulle vaccinazioni in generale e sull’Omnivax in particolare. Ora vorrei toccare questi tre punti nell’ordine.

«‘Molte persone, tra cui la maggior parte di voi, la famiglia presidenziale e il ministro della Sanità Lara Bolton, credono che uno dei principali parametri per giudicare il progresso di una società civile sia il livello di protezione dei suoi cittadini dalle malattie infettive. Come sapete, ma come altri forse non sanno, dal millenovecentoquaranta il numero di dosi di vaccino obbligatorie per i nostri figli è passato dalle tre contro la difterite, la pertosse e il tetano alle quaranta di dodici diversi vaccini. Adesso, con l’Omnivax, mentre il numero di iniezioni calerà in modo impressionante, il numero di vaccini somministrati sarà più che raddoppiato. L’Omnivax sembra di certo un gigantesco balzo in avanti per l’umanità. Ci saranno però conseguenze negative?

«‘La regola aurea per ogni nuova ricerca farmaceutica è la ricerca randomizzata, in cui la popolazione oggetto della ricerca è divisa in due gruppi, il più possibile uguali per quello che riguarda i parametri medici e demografici. Tanto più è ampia la popolazione oggetto dello studio, tanto meglio, a patto che le caratteristiche di ciascun gruppo siano equivalenti. Uno dei due gruppi riceve il farmaco che deve essere valutato, l’altro un placebo. La ricerca diventa randomizzata quando né il paziente né il medico che lo ha in cura sanno chi riceve o no il farmaco. Più a lungo dura la valutazione, più attendibili saranno i risultati. Di fatto, molti studi su nuovi farmaci si sono protratti per una decina d’anni o più.

«‘Secondo la mia ricerca, nessun vaccino, di qualsiasi tipo, è mai stato valutato da un protratto studio randomizzato. Le ditte farmaceutiche sono potenti e sovvenzionano gran parte delle ricerche sui farmaci eseguite presso le nostre università e gli istituti medici. I loro agenti per le pubbliche relazioni, distinti ed efficienti, si sono dati da fare per convincere, in molte occasioni, la gente comune che non possiamo permetterci di privare il gruppo del “placebo” dei vantaggi di un vaccino mentre aspettiamo che venga portata a termine una ricerca randomizzata statisticamente significativa.

«‘Questa scorciatoia nel procedimento scientifico ci ha fatto del male in qualche modo concreto, medico? A questa domanda non posso rispondere in modo certo. Ciò che posso dire è che, più aumentavano le percentuali delle vaccinazioni, più cresceva in modo allarmante l’incidenza di numerose malattie e sindromi, dette immuno-intermedie, come asma, allergie e diabete giovanile, e altre, come autismo, ADD e altre incapacità d’apprendimento, che ancora non sono state classificate come immuno-intermedie. C’è un collegamento? In alcuni casi le vaccinazioni rompono il normale sviluppo del sistema immunitario? A queste domande non possiamo rispondere finché non saranno stati portati a termine studi con controllo crociato a lungo termine.’»

A questo punto Steinman s’interruppe per bere un po’ d’acqua e guardare negli occhi i membri del comitato. Parecchi di loro ruotarono gli occhi, esasperati per essere costretti ad ascoltare le vecchie e semplicistiche rivelazioni di uno dei membri del comitato senza credenziali scientifiche.

«Capisco ciò che state pensando», dichiarò Steinman, «ma finirò di leggere la dichiarazione della signora Kroft. Ci ha reso un grande servigio decidendo di astenersi dal votare. Nei nostri laboratori e nelle nostre cliniche, siamo potenti e autorevoli. Nel tribunale dell’opinione pubblica, invece, la rappresentante dei consumatori ha più peso di uno qualunque di noi. Quando questa riunione sarà giunta al termine e avremo dato il nostro voto, dovremo rispondere pubblicamente alle questioni che sta sollevando. Qualche domanda?»

«Finisca di leggere e votiamo», borbottò uno dei pediatri.

«Grazie, Mel», rispose Steinman. «È proprio quello che intendo fare.» Raddrizzò gli occhiali e sorseggiò dell’acqua.

«‘Che dire dell’Omnivax?’ continua la signora Kroft. ‘Lasciatemi prima dire quanto la ricerca e la tecnologia medica usate per lo sviluppo di questo straordinario prodotto mi abbiano colpita. Ancora una volta, però, devo chiedere, dov’è la ricerca randomizzata? Dove la valutazione a lungo termine? Una volta messo sul mercato un farmaco o un vaccino, il CDC e l’FDA fanno affidamento su un sistema di valutazione post-marketing affidato a moduli di denunce mediche di reazioni sfavorevoli. Gli studi hanno mostrato come solo una piccola percentuale di medici ha mai compilato simili moduli, pur sapendo o intuendo che molti casi in cui si erano imbattuti potevano essere collegati a vaccini o farmaci. Alcuni sono troppo impegnati o semplicemente non sanno dove trovare un simile modulo nel momento in cui ne hanno bisogno. Quelli che lo compilano lo fanno generalmente solo quando la reazione avviene poco tempo dopo la somministrazione del farmaco ed è, più spesso che no, spettacolare. Sarei negligente se non facessi notare che in questo momento non vi è prova che l’Omnivax abbia provocato, nei soggetti sottoposti ai test preliminari, problemi di una gravità anche solo lontanamente vicina alla mortalità delle malattie che previene. Sarei, tuttavia, altrettanto negligente se non facessi notare che l’Omnivax è valido solo quanto il suo componente meno ampiamente testato.

«‘Trenta vaccini, nessuna ricerca randomizzata, ma anche nessun evidente grave effetto sfavorevole. Questi tre fatti mi hanno reso difficile prendere una decisione sull’Omnivax.

«‘Ciò mi porta al mio ultimo impegno, essere cioè una sincera rappresentante dei consumatori. I genitori temono che gli enti governativi e l’industria farmaceutica tengano loro nascoste informazioni sugli effetti secondari del vaccino. I genitori che preferirebbero non vaccinare i loro figli vengono perseguiti a termini di legge, a volte anche quando dimostrano che, facendolo, violerebbero le loro credenze religiose. Questo non dovrebbe succedere in America. Ovunque io vada, i genitori invocano tre cose: informazione, ricerca e scelta.

«‘Come stanno le cose, allora? Abbiamo un notevole prodotto che senza alcun dubbio salverà molte vite. Abbiamo un programma di ricerca essenziale, basilare, che è stato trascurato come è successo con ogni altro vaccino o combinazione di vaccini mai utilizzati. Abbiamo dei genitori che desiderano più informazioni e un maggior controllo su ciò che viene iniettato nei corpi dei loro figli.

«‘Dopo avere riesaminato questi tre fatti, queste tre domande, ho capito di non poter né approvare l’Ommvax né dare un voto che priverebbe il popolo americano delle sue proprietà salva-vita. Per questo motivo ho deciso di astenermi dalla votazione finale per la sua approvazione. Auguro ai miei colleghi della commissione ogni bene e li ringrazio per quello che mi hanno insegnato in questi ultimi trentadue mesi.’»