Con le narici allargate, gli occhi spalancati dalla sorpresa e dall’ira, Larry caricò. Matt rotolò una volta, poi un’altra, ma non riuscì a evitare di ricevere un calcio in pancia. L’omaccione stava per caricarlo di nuovo, quando Matt fece una strana capriola e si rimise in piedi. Larry fece un affondo, ma lo mancò. Mentre cercava di estrarre la pistola, Matt partì di corsa giù per la strada, zigzagando per non essere un bersaglio troppo facile. Vi fu uno sparo, poi un altro, ma sembravano molto distanti. Matt continuò a correre, protetto dal buio, ma non voleva allontanarsi troppo dalla casa. Lanciò un’occhiata dietro le spalle: Larry aveva smesso di inseguirlo e se ne stava a circa cinquanta metri di distanza, gridando qualcosa che Matt non riuscì a comprendere, ma che avrebbe potuto indovinare.
Il cronometro era ora sui trentacinque minuti. Ne rimanevano solo cinque o poco più prima del previsto ritorno di Grimes.
La Harley era a pochi metri di distanza. Se Larry avesse deciso di riprendere a inseguirlo, forse non sarebbe riuscito a liberare la motocicletta dai rami e ad avviarla prima del suo arrivo. Valeva comunque la pena tentare, anche se aveva fallito alla grande. Difficilmente sarebbe riuscito a superare quel gigante e arrivare da Nikki. L’unica opzione sensata era forse quella di correre in città in cerca d’ aiuto, ma, al suo ritorno, se poi fosse riuscito a tornare, non l’avrebbe più trovata e Grimes, Verne e Larry avrebbero avuto proiettili destinati a lui.
Che fallimento!
Tolse un po’ di rami per liberare l’accensione, saltò in sella e irruppe dalla boscaglia sulla strada, pronto a scansare pallottole. Vide invece Larry, immobile dove l’aveva visto prima, la silhouette di una mongolfiera contro la luce che proveniva dalla casupola. Matt arrestò la motocicletta e osservò quel bestione fare al rallentatore alcuni passi sgraziati, agitare le braccia in aria e quindi crollare a terra. Temendo si trattasse di una finta, ma con l’impressione di avere ora lo spazio per superarlo e girare attorno alla casa, Matt si avvicinò all’uomo. La balena si era arenata, la testa ciondolante. Il revolver a canna corta era a circa un metro di distanza. Gli occhi fissi su Larry, Matt si chinò, lo raccolse e lo gettò nel borsone.
«Sogni d’oro», disse, sapendo che degli incubi spaventosi accompagnavano spesso il risveglio da un sonno provocato dalla Ketamina. Sogni d’oro.
Innestò la frizione e fece schizzare una sventagliata di terra mentre volava verso la casetta. La pila di legna e foghe stava ancora bruciando, e uno spigolo della struttura ardeva senza fuoco e iniziava a bruciacchiare. Corse dentro la casa, mentre il cronometro segnava già quarantaquattro minuti.
«Ehi, tu, svegliati», gridò, stringendo la mano di Nikki e sollevandole delicatamente la testa.
Nikki batté le palpebre come in un sogno e gli sorrise prima di ricordare dove si trovava.
«Matt. È Grimes, lui…»
«Lo so. Ascolta, dobbiamo andarcene di qui. Grimes sarà di ritorno a momenti. Pensi di riuscire a camminare?»
«Le gambe sono un po’ malferme e la testa sta ancora martellando, ma credo di poter camminare.»
«Sbrigati, allora. Ti aiuterò. La mia due ruote è qui fuori.»
«Una bici?»
«Una motocicletta, per piacere.»
Nikki lasciò che lui la mettesse in piedi, quindi allargò le braccia per tenersi in equilibrio.
«Siediti davanti a me, finché non sono certo che ce la fai a restare aggrappata», spiegò. «Appoggia i piedi qui, lontani dal motore, o ti brucerai. Attaccati alle mie braccia o al manubrio. Pronta?»
«Pronta. Come hai fatto a…?»
«Ti spiegherò ogni cosa quando saremo lontani da qui.»
A fari spenti, Matt accelerò. Rallentò un attimo, passando accanto a Larry.
«È morto?» chiese Nikki.
«Credo di no. Sta facendo un bel viaggio sulla nave Ketamina.»
«Matt!»
«Sono loro.»
Più avanti, la strada in terra battuta svoltava bruscamente a destra. Attraverso gli alberi videro i fari sobbalzare verso di loro. Matt attese, finché gli abbaglianti stavano per raggiungerli, poi accese i suoi e accelerò. Prima che uno stupito Verne riuscisse a reagire, la motocicletta gli era sfrecciata accanto. Matt intravide Bill Grimes seduto accanto a Verne e capì che era stato riconosciuto. Nello specchietto retrovisore della motocicletta, vide la Land Rover fare una rapida inversione a U.
«Tieniti stretta, Nikki», gridò. «Non sarà facile.»
21
Matt percorse a gran velocità ma con una certa sicurezza la strada in terra battuta. La Land Rover si adattava molto meglio della moto, ma in fondo, lui avrebbe potuto svoltare a destra e prendere il sentiero nel bosco. La Harley non era di certo attrezzata per il fuoristrada, ma, da ciò che ricordava, quella pista era troppo accidentata e stretta per qualsiasi macchina, anche per quella che li stava inseguendo.
«Chinati e il parabrezza ci difenderà dai rami», gridò.
Il piccolo parabrezza era inclinato per deviare l’aria, e gli insetti, sopra la testa del guidatore e di chiunque fosse sul sedile del passeggero. Ora Nikki, seduta davanti, aveva il viso direttamente nella corrente d’aria. Si chinò, come gli aveva consigliato Matt e si comportò da perfetta passeggera, seguendo le curve della moto, senza cercare di aiutare Matt a eseguirle e tenendo i piedi e le caviglie lontani dallo scarico rovente.
Mentre si avvicinavano alla fine della strada, Matt osò lanciare un’occhiata oltre la spalla. Verne e Grimes erano ancora lontani, ma gli parve che avessero guadagnato terreno.
«Aggrappati ben stretta!» gridò, vedendo improvvisamente la fine della lunga strada.
Scalò una marcia e riuscì a malapena a compiere, inclinato, la curva a destra di novanta gradi senza fare slittare la moto sotto di loro. Da adolescente aveva fatto motocross e gare con moto da fuoristrada, ma i ragazzi che superava in geometria e inglese a scuola, lo battevano sempre in pista. Ora, tutta l’abilità che aveva sarebbe stata messa a dura prova. Erano in sella a un mezzo da turismo che pesava trecento chili diretto verso il bosco. Diede un po’ di gas e, con il motore che urlava, balzarono avanti. Pochi attimi dopo, vide i fari abbaglianti della Land Rover scorrere sugli alberi mentre svoltava nella strada principale. Dopo circa ottocento metri il lastricato si tramutò in ghiaia e poi in terra rocciosa e irregolare. Gli ammortizzatori della Harley erano più lenti di quelli di un fuoristrada e Matt dovette rallentare un po’ per evitare di venire sbalzato a terra con Nikki.
«Tutto bene?» chiese, urlando.
Nikki annuì e abbassò ancora di più la testa sotto il parabrezza: gli indumenti ospedalieri che indossava non erano certo adatti al freddo di quella notte ventosa. Stringeva gli avambracci di Matt con una certa forza, ma lui dubitò che lei sarebbe riuscita a rimanere aggrappata, seduta sul sedile del passeggero.
Grimes, sei un bastardo, pensò Matt, tenendola stretta. Fosse questa l’ultima cosa che faccio, la pagherai.
Scrutò davanti a sé, alla ricerca del sentiero, ma, invece di restringersi, la strada sembrava allargarsi e spianarsi. Proprio allora i fari illuminarono un grande cartello bianco su cui erano dipinte illustrazioni di pescatori, rematori, nuotatori, tennisti, giocatori di golf e persone che preparavano un barbecue.