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«Se è arrivato in aereo,» spiegò Tony, «non ha alcuna importanza. Ma se Frye è venuto a Los Angeles in macchina, allora lo sceriffo di Napa County potrebbe scoprire che auto ha usato. Con una descrizione del veicolo e il numero di targa, abbiamo più probabilità di inchiodarlo prima che si allontani troppo.»

Hilary riflette qualche istante, poi domandò: «Perché il tenente Howard è andato in cucina? Perché non ha usato il telefono che c’è qui?»

«Immagino volesse lasciarla tranquilla per qualche minuto,» le spiegò in tono imbarazzato.

«Secondo me non voleva che ascoltassi quello che diceva.»

«Oh, no. Era solo…»

«Sa, ho proprio una strana sensazione,» lo interruppe Hilary. «Mi sembra di essere l’indiziata invece della vittima.»

«È solo tesa,» la rassicurò Tony. «È molto tesa ed è decisamente comprensibile.»

«Non è quello. È il modo in cui mi trattate. Be’… non tanto lei, quanto il suo collega.»

«A volte Frank può sembrare scostante,» spiegò Tony, «ma è un bravo investigatore.»

«Pensa che io stia mentendo.»

Tony rimase sorpreso di fronte alla sua perspicacia. Si agitò sul divano, visibilmente a disagio. «Sono sicuro che non pensa niente del genere.»

«Invece sì,» insistette Hilary. «E non capisco perché.» Aveva gli occhi fissi su Tony. «Mi ha preso di mira. Forza. Perché? Che cosa ho detto di sbagliato?»

Tony sospirò. «Lei è una donna perspicace.»

«Sono una scrittrice. Fa parte del mio lavoro osservare le cose in modo più attento rispetto alla maggior parte della gente. E sono anche testarda. Per cui, se vuole liberarsi di me, le conviene rispondere alla mia domanda.»

«Una delle cose che preoccupano il tenente Howard è il fatto che lei conosca l’uomo che l’ha aggredita.»

«E allora?»

«È piuttosto imbarazzante,» rispose l’uomo, a disagio.

«Me lo dica lo stesso.»

«Be’…» Si schiarì la voce. «Normalmente la polizia è convinta che se la vittima di uno stupro o di un tentativo di stupro conosce il suo assalitore, ci sono buone probabilità che la stessa vittima abbia contribuito al crimine, provocando l’accusato in un modo o nell’altro.»

«Stronzate!»

Hilary si alzò, si diresse verso la scrivania e rimase di spalle per un attimo. Tony si rese conto che stava lottando per mantenere la calma. Le sue parole l’avevano mandata su tutte le furie.

Quando si girò verso di lui, aveva il viso rosso per la collera. «È orribile. Disgustoso. Praticamente tutte le volte che una donna viene violentata da qualcuno che conosce, voi pensate che l’abbia voluto lei.»

«No. Non sempre.»

«Ma è ciò che pensate la maggior parte delle volte,» tuonò lei.

«No.»

Lo guardò. «Smettiamola di giocare con le parole. È ciò che pensate di me. Siete convinti che io l’abbia provocato.»

«No,» ribadì Tony. «Le ho semplicemente spiegato che cosa si pensa normalmente in un caso come questo. Non ho detto che credo ciecamente alle opinioni comuni della polizia. Io non ne sono convinto. Ma il tenente Howard sì. Mi ha chiesto di lui. Voleva sapere che cosa stesse pensando e io gliel’ho detto.»

Hilary aggrottò la fronte. «Allora… lei mi crede?»

«C’è qualche motivo per cui non dovrei?»

«E successo esattamente come le ho spiegato.»

«D’accordo.»

Lo fissò. «Perché?»

«Perché che cosa?»

«Perché lei mi crede e il suo collega no?»

«Riesco a immaginare solo due ragioni per cui una donna possa accusare ingiustamente un uomo di averla violentata. E nel suo caso nessuna delle due avrebbe senso.»

Hilary si appoggiò alla scrivania, piegò le braccia, sollevò la testa e lo guardò visibilmente interessata. «Quali sarebbero queste ragioni?»

«Numero uno, lui ha i soldi e lei no. Lei vuole incastrarlo, sperando di riuscire a spillargli un sacco di quattrini in cambio del ritiro della denuncia.»

«Ma io di soldi ne ho.»

«A quanto pare deve averne molti,» affermò lanciando uno sguardo pieno di ammirazione alla casa superbamente arredata.

«Qual è l’altra ragione?»

«Un uomo e una donna hanno una storia, ma lui la lascia per un’altra. Lei si sente ferita, rifiutata e offesa. Vuole fargliela pagare. Vuole punirlo e così lo accusa di stupro.»

«Come fa a essere sicuro che questo non sia anche il mio caso?» domandò Hilary.

«Ho visto entrambi i suoi film, per cui credo di sapere come ragiona. Lei è una donna molto intelligente, Miss Thomas. Non penso sia così stupida, meschina o vendicativa da mandare un uomo in galera solo perché ha ferito i suoi sentimenti.»

Hilary lo osservò attentamente.

Tony si sentì giudicare.

Convinta che non fosse lui il nemico, Hilary tornò verso il divano e si sedette con un fruscio di seta blu. Il vestito seguiva le forme del corpo e Tony cercò di non lasciar trapelare l’ammirazione per le stupende curve della donna.

«Mi spiace di essere stata sgarbata,» si scusò Hilary.

«Non si preoccupi,» la rassicurò lui. «Certi atteggiamenti danno fastidio anche a me.»

«Immagino che se dovessimo andare in tribunale, l’avvocato di Frye cercherebbe di far credere alla giuria che ho provocato quel figlio di puttana.»

«Può scommetterci.»

«Gli crederebbero?»

«Spesso lo fanno.»

«Ma non voleva solo violentarmi. Voleva anche uccidermi

«Dovrà provarlo.»

«C’è un coltello rotto di sopra…»

«Non può essere collegato a Frye,» le spiegò Tony. «Non ci sono le sue impronte. E si tratta di un normale coltello da cucina. Non possiamo risalire al negozio in cui è stato acquistato e ricollegare tutto a Bruno Frye.»

«Ma sembrava pazzo. È… squilibrato. La giuria probabilmente se ne renderà conto. Diamine, ve ne accorgerete quando lo arresterete. Forse non ci sarà neanche un processo. Si limiteranno a rinchiuderlo.»

«Se è un pazzo, forse sa anche come comportarsi per farsi giudicare normale,» proseguì Tony. «In fin dei conti, fino a questa sera, è sempre stato considerato come un cittadino responsabile e onesto. Quando ha visitato i suoi vigneti vicino a St. Helena, non si è accorta di avere a che fare con un pazzo, vero?»

«No.»

«Non se ne accorgerà neanche la giuria.»

Hilary chiuse gli occhi e si pizzicò il naso. «Allora probabilmente ne uscirà pulito.»

«Mi dispiace doverlo ammettere, ma ci sono buone probabilità che ciò avvenga.»

«E poi tornerà per vendicarsi.»

«Può darsi.»

«Cristo.»

«Voleva sapere come stavano realmente le cose.»

Hilary spalancò gli occhi. «Sì, è vero. E grazie per avermelo detto.» Riuscì persino a sorridere.

Tony ricambiò il sorriso. Avrebbe voluto prenderla fra le braccia, stringerla a sé, consolarla, baciarla, fare l’amore con lei. Ma non poté fare altro che rimanere seduto sul divano, come un bravo rappresentante della legge, con un sorrisetto di circostanza stampato in viso. «A volte il sistema è disgustoso.»

«Quali sono le altre ragioni?»

«Mi scusi?»

«Lei ha affermato che una delle ragioni per cui il tenente Howard non mi crede è perché conosco il mio assalitore. Quali sono gli altri motivi? Che cos’altro gli fa pensare che io stia mentendo?»

Tony stava per risponderle quando Frank Howard entrò nella stanza. «Okay,» esordì Frank in tono brusco. «Lo sceriffo di Napa County cercherà di controllare quando e come questo Frye ha lasciato la città. Abbiamo inoltre messo in circolazione un identikit, basato sulla sua descrizione, Miss Thomas. Sono appena andato in macchina a prendere il modulo per il rapporto.» Le porse il blocco sul quale era appoggiato il foglio e prese una penna dalla tasca interna del soprabito. «Voglio che ripeta ancora una volta a me e al tenente Clemenza ciò che è successo, in modo che io possa annotare ogni dettaglio, usando le sue stesse parole. Dopo di che la lasceremo in pace.»