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— Certo, ragazzo mio — disse Barenboim. — La prima cosa che devo farti presente è che bisogna conservare il segreto più assoluto. O forse sto dicendo cose talmente ovvie da sembrare stupide? — Scrutò Carewe con espressione di estremo rispetto, per rendere omaggio al solito buonsenso del suo contabile. — Immagino che potresti essere tu a spiegarmi quali e quanti danni subirebbe la Farma, se un’altra azienda venisse a conoscenza della cosa prima che noi si sia pronti.

— La segretezza è un fattore d’importanza vitale — convenne Carewe, con la mente ancora piena delle immagini del viso di Athene. — Questo significa che mia moglie e io dovremmo scomparire.?

— No! Anzi, il contrario. Niente attirerebbe maggiormente l’attenzione di una spia industriale che vederti scomparire da qui per poi riapparire, per esempio, nei nostri laboratori di Randal’s Creek. Manny e io pensiamo che per te e Athene la cosa migliore sia continuare a vivere normalmente, come se non fosse successo niente di strano. Tu potrai sottoporti a regolari controlli medici qui nei nostri uffici, senza che nessuno lo sappia.

— Insomma, dovrei fingere di non essermi disattivato?

Barenboim si studiò la pelle sottile della destra. — No. Dovrai fingere di esserti fatto disattivare… Che frase orribile, non ti pare? Tieni sempre presente che tu non verrai affatto disattivato. Continuerai a vivere la tua vita sessuale, però sarebbe meglio se cominciassi a usare depilatori per la faccia e a comportarti, in generale, da freddo.

— Oh. — Carewe fu sorpreso dalla forza della reazione negativa che avvertì. Aveva la fortuna incredibile di vedersi offrire l’immortalità senza nessun effetto collaterale negativo, una cosa che solo dieci minuti prima era impossibile, un sogno irrealizzabile; eppure voleva mettersi a discutere su una sciocchezza come il disfarsi della barba, segno esterno della sua virilità. — Naturalmente accetterò tutte le tue richieste, Hy, ma se la nuova droga ha gli effetti che dici non sarebbe meglio se io fingessi di non essermi disattivato?

— In altre circostanze, sì. Però immagino che quasi tutti i vostri amici conoscano il punto di vista tuo e di Athene sulla disattivazione. Vero?

— Penso di sì.

— Quindi, penseranno tutti che è strano che Athene diventi improvvisamente immortale mentre tu resti sempre quello che sei… E sai benissimo quanto sia difficile nascondere l’immortalità in una donna.

Carewe annuì. Le donne erano i veri immortali, agli occhi della natura. Un effetto collaterale della biostasi sull’organismo femminile era una regolarizzazione perfetta della produzione dello steroide estradiolo, il che conferiva alle donne un’aura di salute perfetta, quasi aggressiva, simile a quella che viene a crearsi nelle prime settimane di una gravidanza ideale. Immaginò Athene in quello stato di benessere olimpico, per sempre, e si maledì per avere esitato.

— Vedo che i tuoi pensieri corrono più in fretta dei miei, Hy. Immagino che vorrai parlare della cosa con mia moglie.

— Assolutamente no. Non ho mai avuto il piacere di conoscere tua moglie, e anche se il suo psicoprofilo indica che è capace di tenere un segreto sarebbe meglio se per ora non la incontrassi. Non deve verificarsi nemmeno la minima alterazione nella routine della vostra vita familiare. Mi segui?

— Vuoi che le spieghi tutto io?

— Esatto. Lascio a te farle capire quanto sia importante la segretezza. — Barenboim diede un’occhiata a Pleeth. — Credo che possiamo accordare la nostra fiducia al giovane Willy. Che ne dici, Manny?

— Penso di sì. — Pleeth annuì, poi si spostò. Le cornee striate di rosa dei suoi occhi brillavano alla luce del sole. Il sigaro che gli pendeva dal collo mandava riflessi dorati.

Barenboim schioccò la lingua, contento. — Tutto a posto. Una cosa che ti preghiamo di fare è trascorrere qualche giorno a Randal’s Creek dopo l’iniezione, per controlli medici. Comunque non sarà difficile trovare una scusa perché il supervisore dei costi debba recarsi in visita ai laboratori di biopoiesi. Non correremo rischi.

Carewe accennò un sorriso indifferente. — Si tratta di una scoperta importantissima, Hy. Cosa puoi dirmi…

— Niente. Tabù. Meno ne sai degli aspetti tecnici, meglio è. Abbiamo indicato il nuovo farmaco con la sigla E-ottanta, ma anche questa è un’informazione che non dovresti avere.

— Comunque — chiese Carewe, misurando le parole, — puoi dirmi se l’esperimento comporta pericoli?

— Esiste solo il rischio minimo di una delusione, dato che sino a oggi non abbiamo ancora eseguito prove su scala totale, ma credo che, anche nell’improbabile eventualità di un fallimento, tu riusciresti a sopravvivere, Willy. Non pretendiamo certo che tu lo faccia per niente.

— Non volevo…

— Nessun bisogno di scusarti. — Barenboim agitò la mano paffuta. — Hai perfettamente ragione a chiederti cosa ci guadagni. Se vedo che uno dei miei uomini non pensa ai propri soldi, mi chiedo subito che fine faranno i miei. Rendo l’idea?

La curvatura all’insù della bocca di Pleeth si fece più pronunciata. Raccogliendo il suggerimento, Carewe sorrise, a esprimere riconoscenza. — E un’idea che mi piace.

— Adesso ti dico qualcosa che ti piacerà ancora di più. Come sai, ultimamente abbiamo introdotto diverse tecniche nuove per il controllo dei costi. Fra tre anni, in base al ciclo di rotazioni ventennali, il mio capo contabile dovrà scendere di grado, ma proprio in seguito a tutte le innovazioni di procedura è pronto a retrocedere un po’ prima. Il suo posto potrebbe essere tuo in meno di un anno.

Carewe deglutì. — Ma Walton è un contabile splendido.

— Non mi piacerebbe affatto spingerlo…

— Idiozie! Walton è con me da più di ottant’anni, e ti assicuro che non vede l’ora di scendere di grado per poi darsi da fare per tornare ai massimi livelli. L’ha già fatto tre volte… È una cosa che gli piace molto.

— Davvero? — Carewe si rifiutò di prendere in considerazione l’idea che, dato il sistema di rotazione, prima o poi anche lui avrebbe dovuto rinunciare al rango di dirigente. Gli si stendevano davanti secoli d’oro, un meraviglioso tappeto sterminato in cui affondare i piedi.

La sua visita al presidente doveva essere stata notata da tutti gli altri, per cui Carewe soffocò l’impulso di smettere subito di lavorare e correre a casa a dare la notizia ad Athene. Tutto come al solito, si disse; e rimase seduto dietro la scrivania, mentre il suo cervello si abbandonava alle fantasticherie. Era già tardi quando si ricordò che aveva promesso ad Athene di essere a casa per le cinque in punto, per aiutarla a preparare una festicciola. Si guardò il polso. Il quadrante tatuato sulla pelle cambiò l’ordine delle molecole di pigmento, sistemandole in base al segnale orario standard: gli restavano meno di trenta minuti per arrivare a casa.

Quando usci dall’ufficio, Marianne Toner alzò la testa dalla scrivania col terminale del computer amministrativo. — Esci prima, Willy?

— Mezz’oretta. Stasera c’è un party a casa nostra, e devo dare una mano.

— Vieni da me, e vedrai che party — disse Marianne. Sorrideva, ma parlava sul serio. — Noi due soli. — Era bruna e alta, leggermente più grassa del necessario, con un corpo dalle curve voluttuose e occhi delusi. Doveva essere sui venticinque anni.

— Noi due soli? — ripeté Carewe. — Non credevo che tu fossi un tipo tanto convenzionale.

— Non convenzionale. Sono ingorda. Che ne dici, Willy?

— Dov’è la tua modestia virginale, donna? — Carewe si avviò verso la porta. — Uno non può più stare al sicuro nemmeno in ufficio.

Marianne scrollò le spalle. — Non temere. La settimana prossima me ne vado.

— Mi spiace. E dove ti trasferisci?

— Alla Swifts.

— Oh! — La Swifts era un’azienda di computer che impiegava solo personale femminile.